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Messaggi del 15/05/2014

 
 

Renzi non rottama le politiche di Berlusconi, Monti e Letta, le continua in forma estrema per completare il programma P2

Post n°8853 pubblicato il 15 Maggio 2014 da cile54

Il rottamatore dei diritti, a partire dai giovani e dalle donne

Il decreto lavoro approvato ieri non rappresenta altro che la volontà del governo Renzi di precarizzare definitivamente il lavoro.

Il decreto prevede che si possa essere assunti a termine per tre anni senza che l’impresa debba motivare perché ha fatto ricorso al lavoro temporaneo. In questo modo le lavoratrici e i lavoratori non avranno nessuno strumento per difendersi, come accadeva prima, quando se non c’erano ragioni che giustificassero il termine si poteva almeno fare causa e avere diritto ad essere stabilizzati. Ora no. Ora ogni impresa potrà sfruttare il lavoratore, mandarlo via prima che scattino i tre anni, poi assumere un’altra persona e ricominciare il giro!

In quei tre anni, le proroghe potranno essere al massimo cinque, però i rinnovi non hanno limite. Cioè se all’inizio ti hanno fatto ad esempio un contratto di tre mesi, non possono allungare la durata di quel contratto per più di 5 volte, però possono fare un nuovo contratto tutte le volte che vogliono. I contratti potranno avere durata limitatissima ed essere rinnovati all’infinito: una persona sarà sempre sotto ricatto!

E non è vero che c’è il “tetto” del 20% dei contratti a termine sull’occupazione complessiva di un’impresa. Il tetto si potrà tranquillamente sforare perché i contratti in somministrazione non ci rientrano. Basta passare da un’agenzia di lavoro interinale ed è tutto a posto. Neppure in caso di sforamento del tetto, inoltre, ci sarà la possibilità di essere stabilizzati, ma solo una multa da pagare.

Renzi con una mano promette gli 80 euro in busta paga, con l’altra vara una riforma strutturale che non fa altro che generalizzare il ricatto della precarietà e rendere sempre più difficile l’organizzazione collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori. Si accelera il processo di sostituzione del lavoro stabile con lavoro privo di ogni diritto e sottopagato: non è altro l’obiettivo indecente del governo.

Renzi getta la maschera anche rispetto a tutta la propaganda profusa e su cui ha costruito le propire fortune: è evidente che il decreto si scaricherà direttamente su chi deve entrare nel mondo del lavoro e che i giovani ne saranno le prime vittime. Come è evidente che le donne, già oggi più colpite dalla precarietà, pagheranno un prezzo più alto. Non ci sarà bisogno nemmeno più delle dimissioni in bianco, basterà assumere a termine con il contratto “acausale”: un divieto permanente alla possibilità di poter scegliere la maternità.

Il decreto Poletti-Renzi-Sacconi produce in sostanza un danno diretto ed immediato per i soggetti più deboli ed un danno sistemico per tutte le lavoratrici ed i lavoratori, compromettondone ulteriormente la possibilità di organizzazione collettiva e contrattuale.

Ma le politiche contro il lavoro e i diritti del governo Renzi non finiscono qui.

Se gli sgravi fiscali a regime valgono 10 miliardi, i tagli della spending review nel valgono 32 secondo le previsioni del Def varato un mese fa: e la gran parte di essi alla fine ricadrà sui servizi. Nuovamente le donne saranno le più immediatamente colpite dalla riduzione del già poverissimo welfare nostrano, che scarica su di esse la responsabilità del lavoro di riproduzione sociale.

Ed ancora. Il governo mette in conto privatizzazioni per quasi 50 miliardi nei prossimi 4 anni, continuando ed accelerando quelle politiche che sono all’origine della “crisi nella crisi” dell’Italia. Gli anni ’90, in cui l’Italia in obbedienza ai parametri di Maastricht è stata seconda solo al Giappone tra i paesi Ocse per entità delle privatizzazioni (con 120 miliardi di introiti dal 1992 al 2010) non hanno fatto altro che compromettere la capacità di innovazione del sistema produttivo nel suo complesso, marginalizzando l’Italia nella divisione internazonale del lavoro. Invece di fare delle aziende pubbliche residue la leva per nuove politiche industriali e per la riconversione ecologica delle produzioni, dall’energia alla mobilità, ci si appresta ad una nuova svendita e ad un nuovo impoverimento del paese.

Il governo Renzi non rottama le politiche dei governi precedenti, le continua in forma estrema.

Obbediente ai diktat della Merkel, al Fiscal Compact e alla richiesta di “riforme strutturali”, rottama il futuro dei giovani, delle donne, del lavoro e del paese nel suo insieme.

Spieghiamolo alle persone e spieghiamogli che il 25 maggio si vota per un’altra Europa ed un’altra Italia.

Scarica il volantino sul decreto lavoro

Scarica il volantino sull’industria

 
 
 

Vergognosa la pochezza politica di questo bamboccio dei poteri forti, gareggia alla pari con il suo grande maestro di Arcore

Post n°8852 pubblicato il 15 Maggio 2014 da cile54

E se l’ultima renziata fosse una genialata?

 

Renzi ne ha lanciata un’altra. Niente più modello 740 da parte del contribuente, ma solo dichiarazioni precompilate ed inviate dal ministero delle entrate. Non so da dove cominciare per sottolineare la bufala! Intanto Renzi , forse non lo sa, ma il 740 ormai è scomparso, o quasi. Sostituito per la maggioranza dei casi dal 730 o dall’Unico. Ma questo Renzi non lo sa.

 

La trovata del pre-compilato non è farina del suo sacco, ne ha inventato nulla di nuovo. E’ una strada già intrapresa da altre amministrazioni ben più solide e efficienti della nostra e……Ma non voglio anticipare nulla ed andiamo con ordine. Intanto cominciamo col dire che la pratica indica diverse modalità. L’amministrazione può più o meno con diversi gradi di approfondimento e specificità precompilare la dichiarazione dei redditi percepiti e al contribuente non resterebbe altro che confermare, accertare o apportare lieve modifiche. Ma una domanda sorge spontanea . Ma se al fisco sono noti tutte le entrate e l’imponibile del contribuente come mai esiste l’evasione fiscale e di dimensioni e importi cosi enormi? E’ quindi sorge spontanea la risposta. L’evasione fiscale non deriva dalla popolazione di contribuenti noti e sotto vigilanza e controllo, ma proviene da altre fasce di reddito. Oppure le informazioni che si dispongono non sono totalmente vere e/o complete. Quindi , la genialata renziana non nasce dall’esigenze della lotta all’evasione, ma per fare “ammoina” e non raffreddare l’atmosfera del fare e della modernità. Ma serve a risparmiare i costi si sono subito affrettati a comunicare i mass media embedded Sarà! Ma ve l’immaginate una amministrazione pubblica che ha prodotti gli esodati che manda cartelle esattoriali pazze, e via di questo passo inviare in tempo utile i modelli precompilati ed in maniera efficiente e veritiere? Francamente con tutta la buona volontà , io non vedo nulla di positivo o almeno non per adesso e dovremo soffrire anni prima che la cosa possa funzionare. E nel frattempo? E poi da dove deriverebbe questo risparmio? Intanto , non ho dubbi, come per Equitalia, la cosa verrebbe appaltata a privati. Ed è qui il business. E il risparmio sarebbe a carico dell’amministrazione , ma con trasferimento e con il rincaro sui contribuenti, onesti( anche se forzosamente) e da sempre paganti. Meno Stato più privatizzazione. Ma anche ammesso che tutto questo vada in porto e con efficienza. Come mai altri paesi di ben altre tradizioni di amministrazione efficiente e solerte che hanno applicato questa procedura sono poi ritornate indietro? O parzialmente indietro?. E non parlo tanto del Sudafrica, quanto della Danimarca e Francia e USA. Paesi ( vedi Francia, ad esempio) il cui sistema burocratico( da bureau) è di una efficienza indiscutibile. Ma ne vogliamo parlare? Una rivoluzione del genere richiederebbe la disponibilità, da parte dell’amministrazione delle strumentazioni automatizzate e di rete necessarie per il trattamento degli invii e dei rapporti. Ve l’immaginate la nostra amministrazione dotata ancora di computer dell’era preistorica ( i microprocessori Pentium sono una innovazione) i cui impiegati a mala pena conoscono i programmi di ufficio, amministrazioni che , nonostante vi siano una legge che lo prescrive, non sanno ancora cosa sia la PEC e se lo sanno questa sta li a vegetare senza che nessuno la guardi? e con una rete informatica che in alcune zone d’Italia non arriva, in altre sono coperte da velocità che a malapena raggiunge un Mb nominale? Mi viene in mente la sparata dell’allora ministro Brunetta e della ministra Gelmini che spararono che entro sei mesi tutte le scuole italiane sarebbero state dotate di copertura WiFi. Stiamo ancora aspettando che si iniziano i lavori…. Ma de che stiamo a parlà? A seguire, occorrerebbe avere un sistema fiscale che non abbia un elenco, solitamente lungo, di deduzioni, detrazioni, esenzioni, agevolazioni e misure speciali da cui i contribuenti possono attingere. Prima sarebbe necessario, ma che dico, indispensabile uno sfoltimento delle voci che generalmente incidono sul fenomeno dell’erosione fiscale. Infatti il Governo si sta muovendo in questa direzione(sic)! . Ne è a riprova l’ultimo provvedimento sui famosi 80 euro di detrazione sull’IRPEF che tra agevolazioni, deduzioni e detrazioni figli a carico, moglie che non lavora, carico famigliare ecc ecc raggiunge la ben corposa cifra di 92 deduzioni, detrazioni, esenzioni, agevolazioni! Se non è uno spot come lo chiamate? Ma proseguiamo nell’analisi. Una trasformazione di questo genere richiederebbe , a voler fare le cose per bene e non pasticciare , all’italiana insomma, ( prendere a d esempio l’IMU e la triade che ne è uscita, o gli 80 Euro) è fondamentale tutta una rete di intermediari , di banche dati inter-collegate fra loro e interagenti con l’amministrazione finanziaria( o con l’ente che ne avrebbe l’appalto), consentendo così di poter avere a disposizione i dati del contribuente in tempo reale e quindi inserite nel modello da trasmettere. Si capisce bene che si tratta di un flusso dati continuo e di notevole mole che coinvolge banche , assicurazioni, enti pubblici. Ma in Italia noi ne abbiamo un esempio in tal senso. Si pensi solo ad esempio al cambio di residenza. Il cittadino è costretto ad inviare personalmente e in raccomandata ( la PEC meglio evitare perché è come il cestino della spazzatura) l’avvenuto cambio a tutte le amministrazioni ed uffici dello Stato, alle Poste , alle ASL, allo stesso comune per i certificati di identità , alla motorizzazione per la patente ecc ecc e chi più ne ha più ne metta. Uno in più non fa mai male e si è un po’ più tranquilli E’ quindi evidente che l’abolizione della dichiarazione sia solo una delle solite “puttanate” sparate a vanvera. Ma a che serve? Ma questo servirà a creare nell’immaginario collettivo, per gli spettatori televisivi e lettori di notizie distratti ad incamerare la notizia , come già fatta o in procinto di essere fatta e a qualche ragazza renziana pon pon urlante a inserire nell’elenco delle cose fatte, da fare, o in procinto di essere fatte anche questa. E se invece Renzi si riferisse proprio al modello 740 ( che ormai non esiste più ma che lui non lo sa)

 

Allora si che ha fatto una genialata!

zag(c)

14/5/2014 www.bellaciao.org

 
 
 
 

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(Gianni Rodari)

 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

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