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Messaggi di Maggio 2014

 
 

Lavoro a termine, tirocinio, part-time, cassa integrazione, turni massacranti, lavoro domenicale: le falsità di questo governo

Post n°8867 pubblicato il 22 Maggio 2014 da cile54

Dal precariato al volontariato. Sulla riforma del terzo settore

Il "Governo del fare" dopo aver approvato la
prima parte del Jobs Act (Dl 34/14) e incassato il sì al Senato sul Piano Casa (Dl 47/14), si prepara alla riforma del terzo settore.

Vi avvisiamo, ci vorrà una notevole dose di pazienza per leggere questo documento, "
Linee guida per la Riforma del terzo settore": esso ci illumina utilizzando parole roboanti come "coesione sociale", "valori etici dell'associazionismo no profit" e del "volontariato".

Chi, come noi, si dimena quotidianamente tra lavoro a termine, tirocinio, part-time, cassa integrazione, turni massacranti, lavoro domenicale, non può che balzare dalla sedia, scorrendo queste righe:

"Esiste un'Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone. È l'Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell'associazionismo no profit, delle fondazioni e delle imprese sociali".

Vale però la pena non perdere la lucidità e provare ad arrivare fino in fondo per capire le intenzioni del Governo sul welfare e in particolare, sull'erogazione dei servizi sociali. Sostanzialmente, il Governo intende fare due cose:

- Favorire il mondo delle cooperative, associazioni, imprese sociali con incentivi economici e con una normativa ad hoc (riforma del Codice Civile e della L.328/2000) per affidargli una bella fetta di welfare, esternalizzando tutta la gestione dei servizi sociali.

- "Assicurare una leva di giovani per la "difesa della Patria" accanto al servizio militare" ossia offrire alle imprese del terzo settore un bacino di lavoratori (100.000 giovani per il primo triennio) sottopagati dallo Stato, quindi dalla fiscalità generale, tramite il "Servizio Civile Nazionale universale",

Anche questa riforma ha quindi l'obiettivo di comprimere il costo del lavoro e ridurre la spesa pubblica, all'interno di un più ampio
piano per l'economia italiana che le classi dominanti stanno portando avanti attraverso il Governo Renzi. Nel nostro lavoro di inchiesta e di mappatura delle lotte sul territorio, più volte abbiamo dato voce ai lavoratori in appalto dei servizi locali esternalizzati e abbiamo dimostrato come il peggioramento del servizio per l'utenza e la riduzione di salario e diritti vadano di pari passo. Abbiamo raccontato come l'apertura delle amministrazioni al volontariato rappresenti una minaccia per i lavoratori e come in ogni cambio appalto vengano messe in discussione, a ribasso, le condizioni di chi lavora.

Ma non ci possiamo accontentare di riportare le vertenze sparse su tutto il territorio, dobbiamo costruire quotidianamente legami tra lavoratori, disinnescando di volta in volta la trappola delle differenze superficiali, siano esse contrattuali, aziendali, generazionali.

Il servizio civile può sembrare ad un giovane "non male" o "meglio di niente", così come il
tirocinio non retribuito o sottopagato può sembrare in ogni caso "un'esperienza che fa curriculum". Sta a noi spiegare gli effetti dell'ingresso nel mondo del lavoro di manodopera a basso costo su tutta la classe lavoratrice.

Sta a noi creare legami e unità nelle lotte tra questi soggetti.

Clash city workers | clashcityworkers.org

 
 
 

Governo Renzi: ciò che viene propagandato, tramite la servitù mediatica, come nuovo è la vecchia ricetta delle privatizzazioni

Post n°8866 pubblicato il 22 Maggio 2014 da cile54

Privatizzazioni: il nuovo che avanza?

 

Il Consiglio dei Ministri ha dato ieri [ndr: 15 maggio] l'ok alla collocazione in Borsa del 40% di Poste Italiane e del 49% di Enav, con l'intenzione di incamerare una cifra di circa 6 miliardi di euro.

 

L'obiettivo dichiarato è naturalmente la riduzione del debito pubblico, che da questa operazione riceverà, come ognuno può notare, una spinta decisiva: scenderà infatti da 2.120 a 2.114 miliardi di euro, senza contare come le entrate annuali dello Stato, stanti gli utili attuali delle due società, passeranno da 1 miliardo a 600 milioni (Poste) e da 50 a 25 milioni (Enav).

 

Un vero e proprio nonsense economico, che svela il meccanismo che sottende a tutte le politiche di austerità : le privatizzazioni non servono ad abbattere il debito pubblico, ma è la trappola - costruita artificialmente - del debito pubblico a permettere la prosecuzione delle privatizzazioni.

 

Sbandierate come il nuovo che avanza, le privatizzazioni hanno ormai una lunga e fallimentare storia nel nostro Paese: negli anni '90, furono il cavallo di battaglia del liberismo imperante, al punto che, nonostante la guerra neoliberale alla società porti da sempre con sé il vessillo (meritato) di Margaret Tahtcher, il nostro Paese con i suoi ricavi di 152 miliardi di euro, è riuscito a piazzarsi al secondo posto mondiale, dopo il Giappone, nella classifica dei proventi da privatizzazione.

 

Con i risultati che tutti oggi conosciamo: il totale disimpegno dello Stato dai settori, anche strategici, dell'economia, l'azzeramento di ogni funzione pubblica in campo economico-finanziario, la costruzione di monopoli privatistici, la drastica riduzione dell'occupazione e della qualità dei servizi, l'aumento delle tariffe a carico dei cittadini.

 

Il governo Renzi, in particolare riguardo a settori sensibili per i diritti universali dei cittadini - com'è il caso di Poste Italiane - propaganda una sorta di azionariato popolare riservato ai dipendenti e ai risparmiatori; come se la storia non dimostrasse, al di là di tutte le favole sulla democrazia economica, quale sia il vero ruolo dei piccoli investitori: mettere i soldi nella società, permettendo così agli azionisti maggiori di poterla controllare senza nemmeno fare lo sforzo di doverla possedere.

 

Ciò che viene propagandato come nuovo è di conseguenza la vecchia ricetta che, con lo shock della crisi, viene riproposta in maniera estensiva: a rischio sono oggi le aziende partecipate dallo Stato, ma ancor più l'insieme delle ricchezze in mano alle comunità locali - territorio, patrimonio pubblico, beni comuni - sui quali i grandi capitali accumulati in due decenni di speculazione finanziaria hanno deciso di mettere le mani, favoriti dalle politiche monetariste dell'Ue e dalle scelte liberiste del governo Renzi.

 

Per opporsi a tutto questo e per mettere in campo le coordinate di un altro modello sociale e di democrazia, che parta dalla riappropriazione dei beni comuni, dei servizi pubblici e della ricchezza prodotta, dal diritto al reddito, al lavoro e al welfare, domani una grande, pacifica e colorata manifestazione nazionale attraverserà le strade di Roma.

 

Sarà composta da donne e uomini diversi, ognuno con lo sguardo rivolto all'orizzonte. Senza sapere ancora come raggiungerlo, ma per iniziare a camminare.

Marco Bersani

Attac Italia

19/05/2014 www.megachip.globalist.it

 

 

 

 
 
 
 
 

Lavoro e Salute consiglia: Nicoletta Dosio, Paola Morandin, Fabio Amato, Eleonora Forenza, Simona Lobina, Antonio Mazzeo

Post n°8864 pubblicato il 21 Maggio 2014 da cile54

Camila Vallejo in un video per L’Altra Europa con Tsipras e Fabio Amato

Camila Vallejo, leader del movimento studentesco cileno e parlamentare del Partito Comunista cileno,sostiene la lista L'Altra Europa con Tsipras e in particolare la candidatura di Fabio Amato, candidato della lista nella circoscrizione del Centro. Nel video di appena un minuto, Vallejo sostiene che la lotta contro il liberismo "non sia soltanto dell'America Latina ma che si debba sviluppare anche in Europa con una iniziativa contro il modello neoliberista, soprattutto ora che e' il capitalismo e' in crisi".

Fonte: www.paoloferrero.it

IL VIDEO

http://youtu.be/ordtA9RxjDw

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

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notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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