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Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Lo viatge

Post n°153 pubblicato il 24 Febbraio 2006 da betulla64
 

Quando ero ragazza, il massimo della libertà si concretizzava nella frase "Andiamo al mare?". Allora si arrembava la prima auto disponibile, si risaliva la valle fino al confine e ci si infilava nel tunnel, che con una magia mai stanca si apriva sulla valle francese di là del monte. La discesa verso il mare, tra le gole scavate dall'acqua, era preludio di sole e caldo, in queste nostre primavere che somigliano spesso a eterni inverni.
Oggi nevica, e io canto la malinconia per il mio sud.

A Niça arubaren, al fons d'aqueste viatge
I vilatges passen fito e la còsta nos atend,
A Niça arubaren, al fons d'aquesta nuech
Que es facha de uelhs e de silenci
Entre rivas, rochas e freit

Vielhs viatjaires s'i dralhas estremàas
Vielhs viatjiaires per lo chamin
Sonadors e contrabandiers
Quiet davalen ai derriers Festins

E da l'aute cant la valada corr
Sensa color al monde sec olivo e muralhets
Branchas de palmiers, s'i ondas pel e cana
Chanterem, frifre e timbala la morisca de la mar

Bram sarvatge de marinier
Que desplega velo e chançon
Joventura lo tìu bonur
Escapar d'escòlo e meison

Sus i marchiapes la vila vai per so cònte
Strambalhant ai primers rais s'aresta lo pantai
Lo jorn es trop clar
Mielh anar stremar-se dins un bar
E beure ancar dui Pastis dran de tornar

Paures de nos, sobem pus aguntar
L'abriviada choca che vai
Estrangero dins l'aire d'eici
Niça, noste viatge es finit

(Sergio Berardo)

Il viaggio - A Nizza arriveremo, alla fine di questo viaggio/ I villaggi passano in fretta e la costa ci attende/Arriveremo a Nizza in fondo a questa notte/Che è fatta di occhi e di silenzio/Tra rupi, rocce e freddo/ Vecchi viaggiatori su viottoli nascosti/Vecchi viaggiatori sul cammino/Suonatori e contrabbandieri /Silenziosi scendono alle ultime Feste/E dall'altra parte la valle corre/ senza un colore al mondo, brullo ulivi e muretti/Rami di palma, sulle onde pelle e canna/ canteremo, flauti e tamburi la moresca del mare/Grido selvaggio del marinaio/ che dispiega vela e canzone/ gioventù la tua fortuna/ scappare da scuola e casa/Sui marciapiedi la città va per proprio conto/ barcollando ai primi raggi si ferma il sogno/ il giorno è troppo chiaro/ maglio nascondersi in un bar/ e bere ancora due Pastis prima di tornare/ Poveri noi, non sappiamo più agguantare/ la cavalcata ubriaca che va/stranieri nell'aria di qua/ Nizza il nostro viaggio è finito.

 
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da "La coscienza di Zeno"
 
 

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