Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
tiene la fe que alucina,

la voluntad colectiva,
puede ser ola en el mar"

(Josè Seves)


 
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Messaggi del 13/03/2006

Post n°178 pubblicato il 13 Marzo 2006 da betulla64
 
Tag: Parole
Foto di betulla64

Dentro l'acqua di questo torrente
così limpida e veloce scenderò
fino a quando la mia montagna
fino a dove questa montagna
si farà pianura
molto lontano da questo cielo
così vicino che lo puoi toccare
fino al punto esatto
fino al punto dove
il fiume accarezza il mare

Ma chissà
dove il fiume incontra il mare

Tutte le stelle di questa montagna
così piccole e vicine saluterò
fino a quando dalla pianura
fino a quando non potranno
più sentire
e sarò lontano da questo cielo
così lontano da non poterci tornare
molto vicino al punto
al punto esatto dove
il fiume accarezza il mare
Molto vicino al punto
molto vicino a dove
il fiume incontra il mare

Ma chissà
dove il fiume incontra il mare

(Gian Maria Testa - Il viaggio)


Io viaggio, viaggio....

Stasera non dimentichiamoci dei quelle migliaia di esseri umani accampati nel gelo italico, in coda per la speranza.

(Foto: betulla64)


 
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Post n°177 pubblicato il 13 Marzo 2006 da betulla64
 
Tag: dap
Foto di betulla64

Nella mia lunga carriera di dappista, credo di aver fatto di tutto per rendermi il più possibile irresponsabile. Dal momento in cui mi resi conto che dalla responsabilità derivava tutta una serie di oneri, decisi che una non-esistenza fosse più adatta allo stile di vita ignavo che mi ero prefigurata. Cominciai a premunirmi per tempo: niente studi superiori, poichè sarebbero stati uno stimolo all'impegno lavorativo e sociale e un inizio di responsabilizzazione alla vita. Niente auto: chi ha un'auto è reponsabile per se e per gli altri. E poi un bel matrimonio sterile, perchè se si sta male, se non si riesce a badare a se stessi, se si è dipendenti, come si può pensare di prendersi cura dei figli che, millantando chissà quale fede, avevo giurato di accogliere se Dio li avesse mandati? Chiedermi se il mio star male non fosse solo il primo anello della catena, ha richiesto lacrime e sangue e quando ci sono arrivata ormai era tardi, il danno era stato fatto e metà della mia vita se ne era andata. Comunque, alla fine, sono riuscita a mantenermi sul filo della minima responsabilità e a credermi serena: in fondo, a quel punto, avrei dovuto preoccuparmi solo per me e per mio marito e se pure fosse cascato il mondo su di noi, l'evento non mi avrebbe spezzato il cuore. E lì sta forse il nocciolo della questione: la certezza che il meccanismo si sia inceppato nel momento in cui ho realizzato che la responsabilità è soprattutto disponiblità a soffrire per gli altri ed è per questo che ho cercato di disilludermi escludendomi dal mondo e da ogni pericolo di coinvolgimento emotivo. Non avevo calcolato due sorelle impavide, che a dispetto di tutte le mie paure hanno messo al mondo tre bei frugoletti, che crescono, vivono, vanno nel mondo ed è come se fossero figli miei. E sono loro, quei tre strafottentissimi maleducati ragazzini moderni, che fanno sì che io non mi arrenda alla disillusione e pretenda, incazzandomi, di poter cambiare il mondo seduta a questo tavolo, usando null'altro che il cervello e le dita.

(Foto: Henri de Toulouse Lautrec - Lavandaia)

 
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"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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