Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

Blo(g)cco Note

Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
tiene la fe que alucina,

la voluntad colectiva,
puede ser ola en el mar"

(Josè Seves)


 
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Messaggi del 30/03/2006

 

Post n°215 pubblicato il 30 Marzo 2006 da betulla64
 
Tag: Parole
Foto di betulla64

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono a Gesù alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?”. Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: “Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda”. Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. Gli risposero: “Di Cesare”. Gesù disse loro: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore

 
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Post n°214 pubblicato il 30 Marzo 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Una trentina di anni fa, un giorno il professore di applicazioni tecniche decise di farci una lezione di genetica. Cosa c'entrasse la genetica con lo studio di arti e mestieri devo scopriro ancora ora, ma è certo che per lui l'incongruenza non fosse tale.
Cominciò spaziando tra la varia umanità del paese, citando nome e cognome delle persone interessate e mostrando con diligente precisione di conoscere perfettamente il villaggio dove insegnava, ma dove mai e poi mai si sarebbe sognato di vivere.
Parlò del piromane che campava facendo l'uomo sandwich durante la stagione turistica e dell'abigeante per diletto, dell'alcolizzato che cantava serenate sotto le finestre delle belle signore maritate e del folle che insieme alle bellezze naturalistiche locali, amava mostrare ai turisti i suoi gioielli di famiglia spaparanzati sulla pubblica piazza all'ora giusta dell'uscita da Messa.
Proseguì spiegandoci che tutta quella gente era frutto del mancato scambio genetico, essendo noto che nelle nostre valli ci si sposava tra parenti e mai si dava in sposa la propria figliola ad un forestiero. Mi trattenni a stento dal raccontare all'esimio, che mio nonno sposò una forestiera e che la cugina di mio nonno sposò uno scalpellino milanese e una mia prozia si maritò con un coltivatore di ulivi della riviera francese. Ora so che tacqui non per timidezza ma perchè già conscia di quento possa essere inutile e stancante combattere contro l'ottusità.
Una cosa sola del discorso del professore rispondeva a verità: effettivamente in quegli anni il paese pullulava di gente strana, "residui" mai realmente tornati della campagna di Russia e dei Campi di prigionia in Germania, o semplici anime cresciute prive di un minimo nutrimento. Se fossi nata 50 anni prima, magari avrei fatto parte di quella schiera di strampalati, ma io vivo nell'era del Prozac...

Ci pensavo stamattina camminando, a tutti i matti della mia infanzia: quelli che mi incutevano timore e quelli che mi facevano ridere e anche quelli che matti non erano, ma avevano quello sguardo incantato, quello che io ho sempre associato ai poveri di spirito dei Vangeli. Guarda caso erano quelli che vivevano nelle solitarie baite in montagna, in quei luoghi dove, come ti giri ti giri, non vedi altro che l'incanto.

* * *

Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.

Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore né al cielo.

(Fabrizio De André)

(Foto: betulla64)

 

 
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 "Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."


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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
 

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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