Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

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« IL VIAGGIOL'ANGELO AZZURRO »

GRAZIA

Post n°281 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da lorifu
 

 

Grazia, nome di fantasia, ormai non c’è più.

Non la conoscevo di persona ma sapevo di lei e della sua vita.

In macchina o a piedi,  attraversando la città, facendo sempre quella strada era impossibile non vederla o non  incrociarla.

Aveva una casa, una bella casa ma lei era sempre là, sulla strada.

La vita non era stata generosa con lei ma lei voleva bene a tutti e sorrideva.

La sua solitudine e i comportamenti bizzarri  l’avevano isolata  e fatta oggetto di compassione ma il suo sguardo era fiero e non chiedeva niente.

Da un giorno all’altro non la vidi più.

 

 

Non l’ho mai dimenticata e le voglio rendere omaggio dedicandole questa poesia che ho chiamato Grazia perché è la prima cosa che mi è venuta in mente pensando a lei.

 


                                                                 Fernando Botero

 

 

Avanzo con passo incerto,

traballante un po’

per l’enorme peso

da sempre trascinato

come l’anima spezzata.

Passo accanto alle persone

occhi vuoti, assenti

persi in inutili sogni,

fantasmi del passato.

Papà, mamma, dove siete?

io non sono, non sono più,

c’è il mio ingombrante guscio,

il cappellino fucsia,

a coprire il crespo

di indomabili capelli,

il rossetto in tinta,

sbavato un po'

tanto più intenso

quanto più infelice il mio nuovo giorno

che si apre con una me stonata,

lucida quel tanto per capire

l’abisso in cui sono  sprofondata,

folle quel tanto per coprire

le devastanti voci

in tutta la loro

inconsapevole ferocia.

E intanto presento al mondo

il mio enorme corpo

il mio grande  viso

gli occhi, a nascondere lacrime  
ormai prosciugate.

E questo tic

costante, ossessivo, impietoso

a cancellare ogni residuo di dignità.

E così vado,

vado incontro al mondo

che non mi incontra

ma mi deride

per quelle calze smagliate

lungo gambe affaticate,

quelle scarpe incrudite

dalle troppe camminate,

quelle vesti sgargianti

casualmente abbinate.

E io cammino

mani incrociate sulla schiena

a equilibrare il peso del mio corpo,

la mia anima

spenta, illeggibile, confusa

percepita nei brevi sprazzi di lucidità

è lì che libra,
nell’immenso cielo della libertà.

 loretta

 
 
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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