Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Post n°217 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Vasilissaskunk

Dal diario " Valissa e i racconti del pozzo al limitar del bosco "

Aveva camminato abbastanza per sentirsi stanca …. Per arrivare ad un dunque … erano passati in fondo altri nove anni ..e tutto aveva preso un binario ..voluto ma anche inaspettato …. Certo avrebbe potuto rifiutare quel riproporsi dal passato ..ma vedete,  Vasilissa, nonostante la maturamezzaetà era ancora capace di sognare e di credere che quella fosse davvero una cosa speciale …

La posta in gioco ..già, elemento non facile da sottovalutare … eppure aveva bisogno di sapere se anche questa ultima pulsione poteva essere rinchiusa per sempre nel cassetto del dimenticatoio .. nessuno poteva capirla,  solo con un’ unica persona avrebbe potuto condividere questa cosa … ma era stanca veramente stanca e decise allora di sdraiarsi nella neve  e guardare per un attimo quel cielo plumbeo che sembrava formare una cupola soffice sui suoi sentimenti. … apri braccia e gambe e comincio a fare l’angelo il freddo umido della neve sciolta pentrava fino alle ossa …..

Non sapeva .. non voleva comprendere … si sentiva follemente dilaniata in oscillazione tra parametri di bene e male che variavano a seconda dei suoi desideri  di volta e in volta … e per sentirsi viva e vivida  stringeva la neve nella mano fino a sentire il forte dolore dell'assideramento  assideramento … avrebbe voluto avere un cuore assiderato … un cuore maturo, corazzato e stabile alla ragione …. E invece no il suo era rimasto piccino ..e lei altro non era che una donna bambina..

Eppure cio’ che sentiva, cio’ che la faceva piangere era qualcosa di profondo che veniva da chissà quale ancestrale e passaggio  ………. Tutto era in discussione, se vogliamo in rivoluzione ….ma… era poi sbagliato il volerlo riguardar in faccia ?

(continua …)

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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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