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Post n°385 pubblicato il 28 Febbraio 2023 da Vasilissaskunk
Dove è il mio posto in questo mondo ? Ich frage immer mich ,,, tit tac scorre il tempo ... tac gira la ruota si incastra un ingranaggio ... dove sta il mio posto ... di certo dove non è stato ...il passato è passato il presente è un mercato ? Anche il mio papà se ne andato... tic tac ..dimmi dimmi tu il mio posto dove sta ... fisicaMENTE tuto si discerne ed è differente ... occupo uno spazio temporale con il peso della gravità della mia esistenza ...mentre la mente proietta altrove la mia essenza ... quando si assaggia qualcuno è difficile scordarsene ...corre corre il tempo incessante e meno è di qualità piu veloce va... vieni vieni anche tu nell'armata dei tristi ... accogli dolore e sofferenza aprendo le braccia la cielo.... dove è il mio posto ? ... io non so , forse nelle correnti fresche di un fiume ...o tra le calda braccia dell'amore ...nella note di una canzone ...nel soffio del vento ...tra ile braci di cio' che è stato ... nel presente che ho creato ...io posso stare ovunque ...ovunque le mie voglie mi portano ... ovvunque le mie lacrime scorrendo mi trasportano furiose... vieni con me ? Vieni con me a cercare il mio posto ? .... sempre avanti ...sempre sempre ... a volte penso a quanto io sia stupida nello struggermi negli accadimenti quotidiani ...perchè vedi ,quando spariro' tutti i mie futili patetici movimenti sulla terra si riuniranno all'oblio eterno e il senso ne rimarrà sconosciuto ... sono solo un granello di polevre che si sposta in qua e in la ... finche il fato' vorrà ... e un posto che non si puo' trovar va a cercar ... KOMM MICH! Dove è il mio posto ? Io brucio nel dolore viva piu' che mai ...io sono tutta la mia preziosa tristezza https://youtu.be/t-NUBR2kufw
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.