Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

« entropiaIncontinenza_EMOTIVA »

ICHbrenneMICH

Post n°221 pubblicato il 30 Gennaio 2017 da Vasilissaskunk

Da i diari " Vasilissa e i racconti del bosco "

“Cosa temi piccola Vasilissa ? “ “ Ecco, io non ho paura di seguire il mio cuore … ne di cosa alla fine troverà ..ho paura che si fermi e non mi dia piu’  possibilità. Ho camminato spesso nel vento …a volte pero’ mi è capitato di sentirlo diverso,  piu’ intenso ..  spinge mi urla dietro le spalle ulula nelle mie orecchie incomprensibili vagiti … vuole rompere le sconfinate voragini del  silenzio ma io non lo comprendo.Lascio allora che mi scorra attorno a frastagliarmi i contorni “

Mai come ora, in questo tempo sdrucito e colmo di calore creativo, si era sentita così dolorosamente viva  .. certo,  forse era troppo rigurgitante di  sogni e non rigogliosa in ambizioni ... 

“A cosa ambisci piccola ?” “ Ad un attimo di profonda , sincera emozione rivoluzionaria….chiamala pure amore se vuoi proprio definirla …. Io ci  ho rinunciato da un po’ ….”

>><< 

Visione _close your eyes Vasy and dream_ una casa nel bosco, un tetto di paglia … una luce di un focolare che  si scorge dai vetri appannati. Dentro pochi mobili,  una poltrona vicino al fuoco del grande camino; lui seduto e lei in ginocchio braccia piegate e la testolina appoggiate sopra le sue gambe. Lei è persa nello scintillio delle fiamme del focolare che mutano, di secondo in secondo,  ipnoticamente forma e sono scomposte come la sua ragione perduta … sorride, mentre lui delicatamente le carezza il cranio e lo massaggia dolcemente ..ogni tanto Vasilissa  chiude gli occhi per odorare quella scena perfetta ..per percepirla ancora di piu’ e portarla giu’ nel suo  profondo scrigno,  attraverso il semplice respirare  _ MA CHI E’ CHE OSA DEFINIRE LE ETA’ ASSOLUTE ? altro vi fu… e ci sarà …..chissà quando e in quale forma …._ vuota e,   conseguentemente del tutto stabile, si sentiva Vasilissa in una sorta di dolce estasi umida e crogiolante _ ascoltava in eco il ripetersi, come il suono di una campana tibetana  “ Tu sei la mia piccola donna bambina “ ..parole che andavano a disperdersi nell’aria per concentrarsi in vibrazioni vitali nell’anima .

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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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