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Post n°318 pubblicato il 13 Gennaio 2021 da Vasilissaskunk
>>>Flashback ESTAsi ESTAno canzone del Voltage Torremolinos 1992 afterparty
>> preSENTE (?) mi ritrovo non proprio irrequieta, ma... come dire ... sai come quando da bambini si è li e si vuol fare qualcosa ma non sai bene cosa ..e quindi ti muovi saltelli e balzi in qua e in la ma sempre sul posto ... Stringo le mani conserti e sbuffo li nel mio angolino di presente .... seDOVEVOstareFERMAnascevoALBERO ... seDOVEVOstareFERMAnascevoALBERO ... seDOVEVOstareFERMAnascevoALBERO... seDOVEVOstareFERMAnascevoALBERO Accetto visioni ...venghino ! Venghino .... guardo al cielo fiduciosa che una qual si voglia nuvola possa sorridermi e indicarmi gli strali delle possibilità ... non sto bene ... non sto male ... ma non so dove stare ( direbbe Lindo ) ... se ne conlude che E'stasi ...
Questa mattina sono uscita nel patio ... mattina, oddio non sembrava nemmeno tale le tenebre avvolgevano ancora l'orizzonte e ho toccato l'acqua della piscina(piscinetta ) era gelata in superficie .... ho rotto il ghiaccio coi pugni e in quel momento ho ricordato il sogno della notte appena passata .... In una serra con un fascio di luce dai lucernari a illuminarmi vedovo una scatolina con dentro degli uccellini uno di dimensioni normali e gli altri minuscoli e ahimè agonizzanti e ricoperti di fameliche formiche .... Prendevo in salvo quello di normal dimensioni ... cercavo di nutrirlo ... per farlo, lo poggiavo a terra ed ecco uscire dall'ombra un ragno enorme che tentava di mangiarlo ... stop
In quel momento ho sentito un nervo fremere anticipando un sentore di torcicollo ...nel dover essere ci sta un battito di ciglia così come un'esistenza intera ....
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.