Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Der AUSBLICK ist nicht mehr egal

Post n°364 pubblicato il 10 Febbraio 2022 da Vasilissaskunk

„Noi non siamo esseri umani che vivono un'esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un'esperienza umana." - Pierre Teilhard De Chardin

 

E' tutta una questione di prospettiva esistenziale, comuqneu la si voglia guardare l'esperienza ci farà forse raggiungere un gradino evolutivo personale e collettivo superiore...

Ad Eunice Greenday poco importava del contesto intorno, diciamo che aveva percepito da subito i confini terreni in cui era ristretto il suo spirito, certo a tenpo determinato ...

Le piaceva un sacco andare al fiume, anche d'inverno perchè era immergendosi nell'acqua gelida che percepiva la sua vera natura...

Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 10/02/22 alle 11:00 via WEB
C'è un desiderio quasi sensuale di comunione con altri, che hanno una visione più ampia. L'immenso compimento delle amicizie tra coloro che sono impegnati a promuovere l'evoluzione della coscienza, ha una qualità quasi impossibile da descrivere.
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 14/02/22 alle 10:55 via WEB
ci si prova quantomeno a prender consapevolezza ... e non è mai abbastanza
 
misteropagano
misteropagano il 17/02/22 alle 10:54 via WEB
:ho provato una sensazione simile ma era sotto la cascata di un settembre alpino e me ne sono ritrovata a descriverne la natura come un mantra;...
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 18/02/22 alle 14:42 via WEB
la natura è un meraviglioso mantra
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 18/02/22 alle 14:43 via WEB
la natura è un meraviglioso mantra
 
alf.cosmos
alf.cosmos il 17/02/22 alle 21:08 via WEB
Si, siamo esseri spirituali che facciamo esperienze terrene. Per questo motivo non bisogna aver paura della morte, che è solo un passaggio....Un abbraccio cosmico :-) Alf
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 18/02/22 alle 14:41 via WEB
non l'avevo mai ribaltato il punto di vista e devo dire cambia molto ...abbraccio cosmico anche a te .. nemmeno degli accadimenti quitidiani :-)
 
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Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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Ciao cara Vasilissa. Ti leggo.
Inviato da: je_est_un_autre
il 01/03/2023 alle 18:18
 
 

CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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