Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

Messaggi del 26/09/2016

BI_sogNo

Post n°134 pubblicato il 26 Settembre 2016 da Vasilissaskunk

 

Mi ripeto perpetua che è una necessità perdente … che arde fatua nella mente .. eppure è un qualcosa di piu’ che sognare due volte ..la sento montare nelle viscere, farmi aprire gli occhi così come a sognare un ipotetico sogno che quasi mai si potra’ avverare… e la bocca si spalanca come a voler pronunciar parole che pero’ rimangono appiccicate alla gola e faticano e soffocano ….come avere un pugno in bocca che spinge giu’ per i bronchi a strapparli

Meglio chiudere gli occhi e immaginare…li la situazione si fa nitida ricca di colori in armonia con le mie voglie… ricca della luce di sorrisi …bi-sogno di contatto …calore al tatto e vibrazione ...vampe ....vampe

Fremo… e non si puo'  far altro che sublimare in un languido mare di sogni mai fatti di desideri compatti ….sento una forte tensione verticale, mi incatena pensante  le budella al centro della terra … non c’è sollievo nemmeno piu’ al  buio  perché di giorno in giorno il mio bisogno diventa impellente ---repellente alla ragione striscia ambiguo sulla pelle ..e percepisco scariche elettriche che dettano aritmie cardiache …chiudo gli occhi ne ho Bi_sogno …chiudo gli occhi perché è solo nell’incoscienza che prende forma il sogno

Odora di te

 
 
 

ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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