Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Post n°108 pubblicato il 03 Gennaio 2007 da odio_via_col_vento
Abbiamo quasi traghettato le feste. Le più dure, le più difficili se ne sono andate: Adesso resta, sola e spesso negletta, l'Epifania: anzi, la Befana. Io amo questo momento dell'anno: sembra quasi che il dio benevolo del calendario ci riservi una caletta di bonaccia tra il dilagare delle smanie festive e l'incombente onda anomala del nuovo inizio. Si dovrebbe vivere il fremito delle novità, l'alacrità delle buone intenzioni riversate a fiumi dagli argini fragili di quelle notti passate. E invece il calendario, benigno, ci riserva ancora una pausa: ricaricate le batterie, ritemprate le membra, riposate stanchi guerrieri in vista delle future battaglie! Stiamo qui, allungati pigramente, leggendo, annusando il calduccio mattutino dei letti, godendo colazioni di panettone razziato nei centri commerciali (ora deserti) a 1 euro l'uno. Cominciano gli inevitabili funerali di stagione: il gran freddo, come il gran caldo, fa cadere a manciate gli ultimi amici dei genitori ormai già morti, il vecchio vicino di casa di chissà quante case addietro; di qualcuno nemmeno lo sai in tempo, lo leggi un pomeriggio sul giornale di giorni fa. C'è però spazio per i ricordi: non più annegati nel rimpiano e nel dolore pungente che si prova durante le feste: adesso è quasi un viaggio di scoperta. Ti ricordi? e parte la catena delle memorie, si aprono cassetti, saltano fuori vecchie foto, cartoline, si telefona a qualche vecchio cugino tanto per chiedere un nome, un luogo, una data. Si cerca un nuovo spazio ai regali di Natale: a quelli di cui ci siamo innamorati, a quelli che abbiamo odiato a prima vista - lontano dagli occhi, perché sia anche un lontano dal cuore. A quelli che certamente ricicleremo: ma quando? ce ne ricorderemo? oppure torneranno a ripparire, di anno in anno, inutili, sempre più brutti, sempre più improbabili?
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tantissimi auguri a te, per la salute oltreché per l'anno nuovo.
e poi ti facevo più raffinato in fatto di conoscenza del catalogo della Borghese. capisco che Paolina Bonaparte la conoscano tutti (all'epoca, probabilmente, anche in senso biblico). Ma appunto per questo è un po' come citare le spogliarelliste dei calendari. un uomo di cultura avrebbe dovuto cercare di stupirmi citando la sensualità della Proserpina del Bernini; o l'Amor Sacro e l'Amor profano di Tizano, con l'eterno dilemma se sia più erotico il nudo manifesto o il nudo sottinteso; o la impudica Danae del Correggio....
tsk: studiare, caro, studiare, applicarsi di più!
quanto alla linea editoriale, dopo aver a lungo esitato incerta tra un nero alla FrancoMariaRicci e un bianco alla Sottass, ho deciso di tenere in non cale anche quello, dal momento che il nostro gestore di spazio, libero (ma si chiamerà così per via della testata dell'omonimo giornale? lei che dice?) è così povero nella tavolozza.
(avrei gradito un grigio argenteo alla Natalini, o un crema Calatrava, o un marmo marezzato alla Gae Aulenti. ma pare che questi nomi siano qui ignoti. il massimo che ci è concesso è un rosa Lecciso o un verde Marisa Laurito).
quanto alla Annunciazione del Dauphin, che dire? forse ella farebbe meglio a pascersi di stilemi meno acclaratamente voluttuosi. provi a comparare lo stesso soggetto nella splendida drammaticità compressa di Caravaggio, o nella ieratica compostezza del Gentileschi: per rimanere nel secolo che lei pare prediligere. e poi ne riparliamo.