Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
« Ironie di oggi e di ieri... | Un pizzico di follia ogn... » |
Un amore che nasce sui banchi di liceo, prima confuso, una cotta in piena regola, si sa, come è tipico degli adolescenti. Questo ha voluto dire crescere. E poi le lunghissime cacce al tesoro per campagne, strade sterrate bordate di cipressi, pievi sui crinali di ulivi: sarà aperta? Le notti passate a scrivere, i giorni interi in una biblioteca, splendida, tutta per noi. Silenzio, penombra che poi si trasformava nel riverbero del giorno, luminoso e tentatore dietro le persiane di legno accostate; i bambini che giocavano fuori, nel cortile ombroso. Sembrava la visita al carcerato: venivate a mangiare con me, tanto per stare insieme almeno un po'. E poi questo lungo ADESSO: un oggi che dura da tanti anni, un oggi che non è mai definitivo, ma tutti i giorni si conquista, si costruisce, si aggiunge. |
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grazie della condivisione. credo che questo senso della passione del proprio lavoro sia un grandissimo dono, una fortuna con tutte le lettere maiuscole. qualcosa che illumina la vita e rende giovani per sempre.
grazie della tua condivisione. quanto alla tua domanda, posso dirti che io ho avuto un maestro che viveva questa purezza e questa passione del suo lavoro, che è riuscito a trasmetterla a tanti di noi. e che questo, come un sasso che crea cerchi nell'acqua, contrubuisce a cambiare il mondo.
di lui ho parlato , qui e qui .
ma tu vai avanti come stai facendo: mi pare che tu abbia le idee chiare e sia disposta, per amor di praticità e di "vita vera" ad accettare di sporcarti le mani con del lavoro vero, riservando un po' di tempo libero al perseguire i tuoi sogni.
ti auguro di farcela, come ce l'ho fatta io.
Tutto il post è bellissimo e luminoso però.... :-)
poi penso che la qualità di opere d'arte che noi abbiamo "sottomano" è inversamente proporzionale agli stipendi e che non farei mai il cambio con il loro lavoro, da questo punto di vista...e cerco di consolarmi...:).
dico sempre ai miei figli che l'importante, alla fin fine, è avere avuto la possibilità di provare (e provare sul serio) a realizzare i propri sogni. non avere rimpianti di non avere potuto nemmeno tentare.
il COME andrà, poi, dipende da una infinità di fattori. ma il solo provarci è già vincere una sfida con se stessi.
grazie, Nancy, forse sono un po' patetica, ingenua ed appassionata, ma è colpa dell'estasi del primo amore.:)
è così per tutti, all'inizio. poi, tragicamente, ci si abitua.
ps: ma "ragazza innamorata, è un appellativo per me, o una firma?:)