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Fatica e grandezza

Post n°237 pubblicato il 07 Aprile 2008 da odio_via_col_vento

William Chase, Il vivaio

Be not afraid of greatness:
some are born great,
some achieve greatness,
and some have greatness thrust upon them.

-William Shakespeare,  "Twelfth Night", Atto II, Scena V 


Però: che fatica!
Comunque.

Fatica di essere benedetti dalla sorte, da intelligenza, determinazione, lucidità, visione.
Fatica di osare sempre e comunque, di volere, di perseguire, di farsi largo tra la folla anonima per essere.
Fatica di essere quelli cui successo e grandezza sono riversati a piene mani da cieca fortuna, combinazioni senza significato e concatenazione, apparizioni e quadrifogli, numeri magici e giochi.

Fatica di essere i predestinati. Fatica di vivere all'altezza dei propri talenti.
Fatica di lavorare, indefessamente. Fatica di desiderare e  vivere la vita seguendo un sogno spesso crudele.
Fatica di essere sempre invidiati e insieme sottostimati, per il solo essere stati al posto giusto nel momento giusto.

La pazza lucidità di Einstein. Il genio di Mozart. La costante, caparbia, tragica determinazione di Napoleone. Il dono di Raffaello.

Se solo in giro si sapesse la fatica che sta dietro ad essere così. Grandi.

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Commenti al Post:
ilmondodiAle
ilmondodiAle il 08/04/08 alle 00:01 via WEB
Già! La fatica, il sacrificio, la rinuncia che è dietro ogni impegno, grande o piccolo che sia...se solo si considerasse questo quanta cattiveria in meno, quanta ammirazione, anzichè invidia, per chi, lavorando duramente, ha raggiunto i suoi obiettivi. Solo che, si sà, nella vita è più facile sparlare che apprezzare...Ciao Ody, ti auguro una serena notte, Ale.-))
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:34 via WEB
augurami una serena giornata, piuttosto, che le notti non vanno poi tanto male, ma le giornate, quelle sì che sono una fatica!:)
 
   
lupopezzato
lupopezzato il 10/04/08 alle 15:30 via WEB
ahahah, grande! Come dico io allora, sogni di carta e giorni d'oro. :o))
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/04/08 alle 02:29 via WEB
Conoscendoti (ma ti conosco?) potrei anche pensare che tu quella fatica la conosci bene. Non starai mica pensando di riposarti?
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:35 via WEB
bisognerebbe che tu capissi in quale delle tre categorie io rappresenti me stessa (ammesso che la "grandezza" sia un mio appannaggio:)
 
d_dap
d_dap il 08/04/08 alle 09:23 via WEB
tralasciando il discorso che ogni essere umano è nato col proprio destino e bla bla bla bla questa fatica di diventare grande la vivrei meglio se non dovessi ogni giorno pararmi il di dietro da mille e più subdole fregature ... che poi si diventa grandi lo stesso ma disincantati e con un tantino di dente avvelenato.... ecco io penso che bello sarebbe essere grandi stupendosi ogni giorno delle cose belle della vita .....ma pare che raramente succeda!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:39 via WEB
sono d'accordissimo. è per questo che ho scelto l'immagine del riposo nella serra, fatica di coltivare fiori: mi volevo consolare anche io di questa fatica di difendersi dalle cattiverie!:)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/04/08 alle 09:48 via WEB
.... sapessi che fatica faccio io ad essere mediocre...:-P ciao Ody!! la tua Mag
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:41 via WEB
nessuno è grande o mediocre in assoluto. lo siamo tutti, in misura diversa, a seconda delle situazioni e delle persone. se poi compensiamo i punti di vista.... per esempio io risulto certo una mediocre madre (pessima dal punto di vista dei figli, grabde dal mio.:))
 
calipso81
calipso81 il 08/04/08 alle 10:50 via WEB
Chi brilla offusca gli altri...e gli altri di conseguenza dicono che il luccichio è finto, un falso. E allora non si è proprio bravi, ma "fortunati". Una fortuna che ti fa brillare ancora di più. Insomma si tende a sminuire e, come si dice a Napoli, "ti mettono gli occhi addosso"! ;) Ai grandi consiglierei corni di corallo. Per la serie non ci credo.. ma non si può mai sapere.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:43 via WEB
una certa dose di fortuna, caso e destino c'è. io ne sono certa. ma è anche bravura saper cavalcare la piccola fortuna: nessuno può essere veramente grande basandosi solo sulla fortuna. cade di sella subito.
e d'altro canto a coloro che invocano sempre la cattiva sorte io domanderei quanta sia invece frutto della loro maldestra attività, della loro personale incapacità a tenere i rapporti, ecc.
 
Fajr
Fajr il 08/04/08 alle 11:52 via WEB
Mmmm... ciao... Mmmmm... :o)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:48 via WEB
è comunque Shakespeare: prendiamolo anche poeticamente, mi rccomando.:)
 
piccodgl
piccodgl il 08/04/08 alle 12:11 via WEB
Beh...sì. La fortuna aiuta; la determinazione anche. Ma la fatica, il sudore (metaforico, non metaforico...) sono fondamentali. E non ce ne ricordiamo mai; viviamo di espedienti seguendo la regola "aurea" del maggior risultato col minimo sforzo. Bisognerebbe rifletterci ancora un poco. Un bacio
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:49 via WEB
componenti dioverse, in un mix di percentuali diverse. poi, tra Einstein e la velina di turno, vedrei una certa differenza!:) anche perché il problema è cosa in epoche diverse si considera "grandezza"
 
MacRaiser
MacRaiser il 08/04/08 alle 13:01 via WEB
Se i primi fanno tanta fatica, pensa gli ultimi, Ody. Mh.. ma, ma.. primi.. ultimi..? Mi sovviene il ricordo di qualcosa.. ;)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 13:33 via WEB
uhm, il paragone è appropriato (se ti riferisci a parabole evangeliche e affini). infatti nella parabola dei lavoratori della vigna (Matteo 20,1-16) si parla proprio di lavoratori della prima e dell'ultima ora. hanno mercede uguale: e in fondo Shakespeare evidenzia proprio quello che nella parabola non è così esplicito, vale a dire che uguale, sia pur diversa, è la fatica di ognuna delle "categorie".:)
 
il_presidente77
il_presidente77 il 08/04/08 alle 15:04 via WEB
La fatica c'è sempre indipendentemente dalla categoria a cui appartieni o cui ambisci appartenere, senza la fatica e l'impegno noi riesci a fare nulla, neppure a vivere la quotidianità.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 20:10 via WEB
tantomeno far crescere fiori, come nel dipinto, infatti:)
 
   
il_presidente77
il_presidente77 il 10/04/08 alle 09:54 via WEB
ma i fiori molte volte non ne volgiono sapere di crescere neppure se doni a loro la tua fatica... dannati tulipani olandesi... ;-)
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 10/04/08 alle 11:23 via WEB
il mio "pollice marrone" ti capisce molto bene...:)
 
adoroilmare57
adoroilmare57 il 08/04/08 alle 17:21 via WEB
..'a fatica..in napoletano = lavoro..perdona se mi distacco per un attimo da Shakespeare ma ora come ora vorrei davvero tanto 'faticare'e prego perchè questo succeda in fretta..ma visti i tempi che corrono..chissà!! Alla grandezza invece non ho mai dato tanto peso anche se non nego che qualche partecipazione da protagonista l'ho avuta..a te Grande..voglio lasciare un caro saluto :)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 20:12 via WEB
ma siamo tutti, nel nostro mondo, piccoli, mediocri, grandi, a seconda dei momenti, delle relazioni, dei punti di vita.:)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/04/08 alle 20:29 via WEB
Che fatica anche nella banalità della vita di ogni giorno.
E, ormai, quando leggo Napoleone mi torna in mente il dirigente di Telecom e penso a lui, povero Napoleone, che si rivolta nella sua tomba. Deve essere faticoso anche quello. Scusa questa nota irriverente. (Quoti)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/04/08 alle 21:18 via WEB
penso che ormai sia faticoso tutto. abbiamo uno stile di vita troppo stressante. (meglio sorriderne, ogni tanto:)
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 10/04/08 alle 23:56 via WEB
Un sorriso te lo lascio qui...
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 08/04/08 alle 21:40 via WEB
Achieve or not achieve ... this is the question! La grandezza è saper sopportare la vita quotidiana con tutti i suoi problemi, con tutte le sue fatiche. E che fatica!!!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 09/04/08 alle 11:25 via WEB
ma anche i fiori costano fatica (vedi immagine): e sono simbolo di bellezza. così come il quotidiano è, io penso, alla fin fine, la vita vera!
 
lilith_0404
lilith_0404 il 09/04/08 alle 08:36 via WEB
dici che la grandezza dipende anche dal saper 'cogliere l'occasione quando si presenta'... ma questa 'capacità' di saper cogliere l'occasione, cioé l'intelligenza di saper vedere l'occasione da cogliere, e la determinazione di volerla cogliere, e la tencia di saper lavorare duro per coglierla, chi ce la dà? dipende da noi, o di nuovo é un dono, anch'esso, della fortuna? e se così fosse, che merito avremmo del nostro successo, e che colpa del nostro fallimento?
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 09/04/08 alle 11:27 via WEB
è così tutta la vita. una sapiente (o terribile) miscela di caso e volontà, di occasioni e scelte, provvidenza e caso. un po' merito e un po' colpa: dipende. valueremo e qualcun altro, al nostro posto o fuori dalla nostar cerchia, valuterà.
 
cateviola
cateviola il 09/04/08 alle 12:21 via WEB
mah?! Penso invece che facciano più fatica i mediocri aspiranti grandi. O i secondi, offuscati dal genio... pensi che Salieri faticasse meno di Mozart? Il genio è anche leggerezza, non assenza di impegno, volontà, fatica, sofferenza anche, sofferenza estrema, anche. Ma non conosce la penosa fatica per arrivare che consuma i mediocri e li porta all'invidia per i grandi
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 10/04/08 alle 20:36 via WEB
non ne dubito, della fatica del mediocre. penso solo che Shakespeare, qui, volesse sottolineare che anche nella grandezza c'è fatica. tutti noi siamo pronti a dare per scontata la facilità dell'eccezionalità, del successo. quello che esprime questa sublime terzina, invece, è come ci sia un "lavoro" anche dietro di essi. e come sia faticoso anche ai tre diversi livelli: non solo per chi se la deve conquistare, ma anche, in modo diverso, per chi di questa grandezza pare ricevere solo benefici gratuiti.
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 10/04/08 alle 14:20 via WEB
Anch'io come Cate , penso che la fatica maggiore venga fatta dai tanti che non sono stati baciati dalla sorte. La fatica di non riuscire a vivere la propria vita, perché inseguono miti irrangiungibili. La fatica di farsi spazio pur essendo mediocri, nonostante loro si considerino eccezionali. I predestinati, invece, non hanno la consapevolezza della propria genialità. Sono innocenti, perché per loro è del tutto naturale avere quel tipo di pensiero, oppure saper dipingere, suonare o scrivere in quel particolare modo.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 10/04/08 alle 15:38 via WEB
Shakespeare parla, mi sembra, anche della fatica-responsabilità del vivere sentendosi baciati dalla grandezza. che esiste, almeno a leggere dalle loro autobiografie, lettere, ecc.
 
lupopezzato
lupopezzato il 10/04/08 alle 18:54 via WEB
Non credo nelle doti innate così come non credo esistano utopie. Essendo individui è evidente che pur di non mortificare noi stessi diremo che il nostro compagno di studi Mozart è un genio con doti innate eccezionali e sarà solo questo il motivo per il quale noi invece non siamo arrivati dove è arrivato lui. Così, può sembrare, che tutti vivranno felici e contenti e invece non è così perché, come secondo me intende Shakespeare, da un lato giustifichiamo noi e dall’altro chiamiamo talento quello che invece è il sudore degli altri. Secondo me il talento è solo voglia, dedizione, sacrificio e ricerca metodica (forse ossessiva) del perfezionismo. Non saprei nemmeno dire se la voglia di arrivare al successo sia maggiore o minore della voglia di arrivare alla perfezione dell’opera a cui si lavora. Forse le due voglie coincidono.
Ecco perché penso che le doti innate e le utopie siano solo parole inventate dall’individuo per giustificare la sua incapacità a soffrire per realizzare il massimo. Se annusassimo il talento scopriremmo che puzza di tanto sudore.
:o)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 11/04/08 alle 00:06 via WEB
certo, 'Nemo immortalis ignavia factus est'... e tuttavia...se perfino la generosità sembra che abbia origine in una particolare conformazione genetica, a maggior ragione la determinazione e la forza di volontà che ti fa perseguire un risultato perfetto non saranno da ricondurre a un dono di natura, oltre che all'influenza dell'educazione e delle esperienze che si sono vissute?
 
   
lupopezzato
lupopezzato il 11/04/08 alle 01:56 via WEB
Ciao Anna, riferitamene alla generosità dici “sembra” mentre “a maggior ragione” vuoi ricondurre la forza di volontà ad un dono di natura. Se la volontà fosse un dono di natura sarebbe un razzismo naturale non pensi? Escludo che la natura possa commettere errori del genere. Sarebbe umana. Anche la violenza qualcuno vorrebbe farla passare per fattore genetico così da un lato ci si sente meno colpevoli ma da un altro lato, se fosse vero, bisognerebbe rivedere tutto il codice penale. Preferisco continuare a pensare invece che la natura non fa raccomandazioni e sconti a nessuno e che Mozart non fosse migliore di me ma sono io ad essere peggio di lui. Però, se mi impegno... :o)))
Ciao, buona notte.
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 11/04/08 alle 09:19 via WEB
Riguardo alla generosità ho usato 'dovrebbe', perché mi riferisco ad un articolo che ho letto in questi giorni, in cui si parla di un esperimento condotto in una università, in base al quale sembrerebbe che le persone che dimostrano attitudine alla generosità hanno un gene con delle particolarità diverse da quello delle persone che invece non si dimostrano generose. E' solo un primo esperimento, da quello che ho capito, e per questo ho usato il condizionale. Sul fatto del razzismo naturale... beh, a me sembra di tutta evidenza che le persone nascono con 'dotazioni' di base molto diverse e che da queste doti di natura ne derivino risultati possibili e altri impossibili: chi nasce alto due metri per quanto si alleni non diventerà un campione come fantino, chi nasce muto, può impegnarsi allo spasimo, ma non sarà mai un grande cantante lirico, non occorre scomodare Leopardi per capire che la natura 'madre é di parto, e di voler matrigna'. Per quanto riguarda la violenza, io credo che sia giusto cercare id mettere chi ha comportamenti pericolosi in condizione di non nuocere, ma non so davvero dire fino a che punto i comportamenti violenti siano un fatto genetico e fino a che punto siano invece il risultato di educazione ed esperienze vissute, e quanto possano essere modificati da scelte di volontà... io non lo so davvero, e mi fa solo piacere che tu invece possa avere tante certezze...
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 11/04/08 alle 12:22 via WEB
Ciao Anna, scusami ma ho omesso di dire che mi riferivo al software della macchina individuo. Sull'hardware so che è genetico il nascere biondi o alti o muti e così via perchè è un dato scientificamente acclarato. Quelle che tu chiami certezze sono solo le mie opinioni. Diventeranno certezze quando la scienza mi darà ragione o diventeranno sciocchezze quando la scienza mi dimostrerà il contrario. Ovviamente non condivido il di voler matrigna che rimane un'opinione del Leopardi. Penso che se la genetica incidesse anche nel nostro software avremmo generazioni di ragionieri, di chirurghi, di pianisti, di pittori, di idraulici, di idioti e così via. No, non mi piacerebbe scoprire che è la natura a decidere i nostri destini. Non mi piacerebbe pensare che Einstein o Bocelli sono persone che non devono nulla a se stessi. Ciao. (Chiedo scusa alla padrona di casa per lo spazio). :o)
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 11/04/08 alle 13:42 via WEB
ma tu mi insegni che i software sono in funzione degli hardware: i programmi che stiamo usando oggi sui nostri pc non avrebbero mai potuto girare sui pc di dieci o quindici anni fa... hardware e software sono interdipendenti, così nelle macchine, e così nelle persone, io credo :-)
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/04/08 alle 14:53 via WEB
la "padrona di casa" è felice di uno spazio ben speso.:)
 
     
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/04/08 alle 14:57 via WEB
aggiungo qualche ovvietà: che riconoscere la dominanza, spesso, della genetica non è di per sé razzismo. ovviamente razzismo è far discendere dalla genetica principi di dominio sociale o politico, etiche, religioni.
altra ovvietà è la mia affermazione che la genetica da sola non basta. pare che la sorella di Mozart forse dotata quanto e forse più di lui. ma il padre scelse di investire su Amadeus (per ovvi motivi, dati i tempi). esempio lampante dell'importanza (in negativo) dei condizionamenti culturali e sociali.
così come gemelli identici (con uguale patrimonio genetico) ma separati alla nascita, crescono diversi e hanno risultati diversi. ma anche gemelli identici che crescono insieme.
costanza, fatica, applicazione, perseveranza, si possono imparare e non è vero che non fanno la differenza.
comunque al fatto che qualcuno nasca con gli occhi azzurri o con la voce di Pavarotti e altri no, bisognerà arrendersi (poi, come ben si vede vivendo, un Pavarotti butta via la sua voce e non tutti quelli con gli occhi azzurri diventano Paul Newman:)
 
ildiariodellalinda
ildiariodellalinda il 11/04/08 alle 14:15 via WEB
L'ignorante e lo stupido non altro che l'arma del pettegolezzo e dell'invidia e se anche questi, invece di essere stupidi fossero intelligenti, allora vuol dire che sono st....zi. Non so perchè c'è tutto questa cattiveria in giro, non capisco come si faccia a non essere ammirati per le persone brave. "Non ti curar di loro, ma guarda e passa" Un abbraccione e buon fine settimana. Ilaria
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/04/08 alle 16:06 via WEB
il verso dantesco era il commento preferito dal mio maestro quando gli riferivo piccinerie e cattiverie del mondo. bello che tu me lo abbia ricordato. lui sì che era un grande: uno che aveva perfettamente coniugato il primo e il secondo tipo: dono e perseveranza.
 
sillylamb
sillylamb il 18/04/08 alle 10:12 via WEB
Ma tu ti senti così? Io ti potrei parlare della fatica di essere dall'altra parte, sempre a inseguire aspirazioni tue e degli altri, sentendosi sempre un po' inadeguate. E la gioia dei piccoli risultati.
 
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