Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
Messaggi di Gennaio 2013
Valerie Patterson, Arrival
Com'è quel detto? Nudi alla meta? Ed è così, in molti sensi. La nudità della novità, dell'essersi spogliati del passato, della libertà. E la nudità dello stupore. Il mondo nuovo, nuovi le strade, i paesaggio, i volti. Nuova la lingua, la cultura, nuove le abitudini, nuovi i sapori e gli odori. Nudi come bambini. Pronti a ricominciare da capo. E ti accorgi che non è tanto il mondo ad essere nuovo: sei tu, una nuova persona. E come per ogni essere che viene al mondo, si nasce nudi.
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Henry Bacon, The Departure (particolare)
Il quotidiano e lo speciale; l'abito bello e la tuta di pile per la casa; guanti e occhiali da sole, stivali e sandali. Al necessario credo di aver pensato, di averlo incluso nella lista (che si fa sempre più lunga). Aiutatemi voi: aspetto un consiglio speciale, unico, non ovvio.
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Marcello Dudovich
Ci siamo. Indietro non si torna. Tutt'altro! Eppure c'è lo stress: del cambio di stagione nei lunghi mesi che seguiranno. E, più di tutto, c'è lo stress di lasciare indietro una parte di me, tesa verso un'altra parte da recuperare, da far crescere, da gustare, quasi fuori tempo massimo, ma forse proprio per questo da non volersi far sfuggire ancora una volta. E la rabbia (tanta) delle opportunità dell'oltreoceano che qui non ti dà nessuno. Partire è un po' morire? Sai che si merita, questo mastodonte paleolitico che succhia il sangue della nostra storia e della nostra bellezza e la schiaccia sotto il peso della burocrazia? E ringrazi il fatto che, nonostante tutto, sono ancora una signora. |
Hope Gangloff
Tornare a casa la sera, lasciando che la macchina guidi da sola; cercare un parcheggio da esperta di piccoli sotterfugi, ritagliando spazi dove nessun altro li troverebbe. E la mattina, immancabilmente, domandarsi dove sia, tanto il gesto è quotidiano, ripetitivo, uguale, indistinguibile da quello di ieri o di un mese fa. Prendere le medicine del giorno, pillole piccole e grandi, rosa e bianche e rosse, quelle che lasciano l'amaro in bocca e quelle che scivolano via leggere, così, sempre nello stesso ordine, allo stesso orario, riconoscendole a tatto. E se una sera lo fai sopra pensiero, ti domandi se le hai prese o no, tanta è l'abitudine. Così come salare l'acqua per la pasta: l'avrò fatto o no? Quante volte ti tocca assaggiare, per verificare? Ma peggio: farsi passare la fermata usuale del treno, incantata dietro un pensiero cullato dalla monotonia, oltre il finestrino, di un paesaggio noto. Perdere la fase conclusiva di un film, per rimuginare sulla magia di scene, colori e fotogrammi; o persa nel rimando di una eco visiva che le immagini ti hanno richiamato alla mente. Accorgerti che della pagina che hai davanti, un libro, un giornale, hai capito assai poco: la mente vagava lungo una catena illogica e labirintica, dietro un filo di Arianna che si dipanava da chissà quale parola, da chissà quale analogia. Ventiquattr'ore sono poche per tutto quello che affolla la tua esistenza, che occupa spazio emotivo, pensiero logico e illogico, riflessione e sogno. Libri che leggi, film che vedi, echi delle persone incontrate, dei discorsi fatti, programmi per il domani e rincorse del tempo passato. Le piccole routine quotidiane che fanno la vita, finiscono per essere respinte ai margini, per diventare una azione meccanica del retro pensiero. O sarà così che comincia l'alzheimer?
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Gentile signor "Conferencemaster" Che poi questa accozzaglia di nicknames buffi, assurdi o mielosi, queste pagin virtuali, queste ombre che spesso nemmeno si conoscono fra loro, possano chiamarsi "comunità" è un puro auspicio, meglio, forse, un parlare sopra le righe, un modo di dire un po' nerd, che fa certo trendy e che bisogna inventarsi, per far sì che le i blogger puntino a frequentare ognuno gli spazi dell'altro, facendo numeri, commenti, creando audience, ecc. ecc. Vabbè, veniamo al dunque. C'è una utente della vostra piattaforma, la blogger LACHOUETTE, autrice del blog CIVETTERIE, cui è capitato un disastro colossale proprio prima di Natale: la sua casa è andata a fuoco.
(questo è l'articolo del giornale locale che riportava la notizia)
Molti blogger si sono mossi con una catena di solidarietà. Chi la conosceva, chi no, non importa. E' nato anche un blog che raccoglie tutti gli interventi sparsi: Io aiuto Chiara Cosa chiediamo a Lei, magifico Conferencemaster? Parliamoci chiaro, signor Conferencemaster: Insomma, fare GOLD il blog di Chiara è un riconoscimento forse dovuto al blog in se stesso, al di là dell'evento tragico. Signor Conferencemaster: le stiamo offrendo su un piatto d'argento l'occasione della sua carriera, dimostrare che lei è davvero un capo (master?) che sa fare "community". E offrire un aiuto vero, professionale e non caritativo, ad una sua utente. Ci pensi. Vuol vedere che, niente niente, passa alla storia come un desposta illuminato?!
Le informazioni dettagliate le trova dall'anima dell'iniziativa, dalla signora Magdalene57, del blog DAGHERROTIPI. E nel blog La Rete per Chiara
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Spesso qui non c'è posto per il mio personale rapporto tra pensiero e immagine.
E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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