Silena DalFinestrino

dal sertao a cachoeira

Visualizzazione ingrandita della mappaLa strada da Morro do Chapeu verso Feira de Santana non è delle migliori, almeno tutta la prima parte, lavori di sistemazione, viene tolto l'asfalto e scavata la terra rossa per assestare, penso, la strada e per togliere le buche causate dal traffico pesante.

Le aree di sosta sono sempre interessanti ovunque, luogo di cibo e di riposo.
A Feira de Santana, che dai cartelli è chiamata la princesa do sertao, ha una rodoviaria come una galleria, dove le varie compagnie smistano il traffico. Mi informo per la corsa verso Cachoeira e mi indicano la compagnia Santana, chiedo a quello che dirige il movimento di questa compagnia e mi dice che parte alle nove. Chiedo ancora ad un autista e mi dice che parte alle diciannove, eppure non mi sembrava che avesse detto alle diciannove il primo. Forse ho sentito male io, meno male, così ho solo poco più di un'ora da aspettare!

L'autobus fa decine e decine di frazioni e paesini, si ferma su richiesta dove i passeggeri devono scendere.

Arrivo a Cachoeira che sono passate le nove, giro per cercare una pousada. La prima che incontro, busso ma non risponde nessuno. Proseguo e ne trovo una: Pousada do guerriero. Prendo la camera e immediatamente scendo a prendere qualcosa da mangiare e una bottiglia d'acqua da bere.

Quando risalgo, avendo prima chiuso la finestra che dava su una tettoia, sento un puzzo. Mi addormento e la mattina dopo aver fatto colazione acquisto una bottiglia di candeggina: agua sanitaria, uno straccio e una spugnetta, pulisco lavandino, wc e doccia e tutto il pavimento. Così posso anche girare a piedi nudi.

Il caldo è travolgente, la città comunque è piccola e posso far ritorno numerose volte in camera per fare una doccia. L'acqua calda non c'è, ma con questo caldo posso farne a meno.

Per pranzo mi concedo un lusso, c'è un padiglione su una passerella sul fiume e mangio lì della carne del sol arrostita e patate fritte. Una bottiglia di acqua con gaz e una caipirinha. La brezza che si leva dal fiume è calda, ma tanto ma tanto piacevole.

La città è del 1900 o fine 1800, molti edifici sono datati, la stanno ricostruendo, lo stato di Bahia, l'ha dichiarata città monumento nazionale e molti edifici sono in via di restauro. Dà sul fiume, al di là c'è un altra prefettura, provincia da noi, si chiama Sao Felix. Per andarci bisogna passare un ponte sul fiume. C'è una corsia a lato per i pedoni e le bici a mano e al centro passano a senso unico alternato camion, autobus e automobili, entrambi i sensi di marcia ogni tanto si alternano con un treno merci, ci sono anche le rotaie. Per me che soffro di vertigini è stato un supplizio percorrere quel ponte. Poi le assi di legno spesso sono sconnesse e questo mi recava maggior paura.

Mi sono informata per il candomblè e forse riesco ad andarci, mi ha contattato una guida. Fidarsi?
Mi fiderò!
Girando per il lungo fiume c'erano dei ragazzi, quelli di strada che intrecciano braccialetti brasiliani di cotone o di rafia, con pietre o con semi. Ne ho acquistati quattro per i miei ragazzi e ragazze e abbiamo parlato cinque minuti. Un argentino e un brasiliano. Dicevano Cachoeira è tranquilla, niente a che vedere con Salvador. Non mi piace Salvador, diceva l'argentino di Mar de la Plata, troppa violenza, furti, scippi.

Finora è andato tutto perfettamente bene, mi piacerebbe concludere altrettanto bene questo magnifico viaggio...

 anche se la paura e' sempre in agguato

un abbraccio immenso a tutte le amiche e amici di blog...

sempre il mio cuore vicino al vostro

sempre vostra angela