Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
« i magi son partiti e noi... | giocare, a volte, serve » |
- Statte bbuono - rimurginò, mentre la diligenza s'inerpicava ancora. - Statte bbuono. |
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A pagina 13 è scritto:
Il Monitore napoletano è un giornale squisitamente politico: ed infatti, i problemi che tocca, nel breve arco della esistenza della Repubblica, sono tutti i problemi, nessuno escluso, affrontati e, troppo spesso non risolti, dalla classe politica napoletana.
A pagina 237 del Monitore napoletano (N. 8 del 26 febbraio 1799) è scritto:
Con legge de' 26 Piovoso, considerandosi quanto importi mettere di nuovo in vigore le Scienze; in un Paese, dove il dispotismo ne avea da lungo tempo impediti i progressi; e riflettendosi inoltre, che le distinzioni, e considerazione personale, che si attirano i talenti, producono emulazione, divengono così stimoli più efficaci da spingere lo spirito umano a sublimi scoperte, si decreta.
Art. I. Sarà formato un Istituto Nazionale composto di Membri scelti fra i soggetti i più conosciuti per gli loro talenti nella Repubblica Napoletana.
Art. II. Questo Istituto terrà la sua sede a Napoli in un luogo, che gli sarà destinato dal Governo. Esso sarà diviso in quattro Sezioni, cioè:
1. Classe: Le Scienze Mattematiche.
2. Classe: Fisica, Istoria naturale, e Chimica.
3. Classe: Economia Politica, Legislazione.
4. Classe: Belle Lettere, ed Arti.
Eleonora Pimentel Fonseca è una delle donne di più straordinaria intelligenza che il nostro Paese abbia mai avuto! Di origine portoghese si era così calata dentro le vicende italiane - come la citazione vuol dimostrare - da essere parte viva degli anni di fine Settecento nel Regno di Napoli.
Aveva capito, prima e più dei suoi compagni di ideali e battaglie, che la "rivoluzione" avrebbe avuto successo solo se il "popolo" vi avesse partecipato attivamente. Invece qui da noi fu tutta una vicenda di intellettuali e i risultati si videro ben presto con le forche in azione e i francesi in fuga... (non gli conveniva più rimanere!). Eleonora dirigeva il "Monitore" e si chiedeva: "Ma quanti sono in grado di leggere le cose che scriviamo se il popolo tutto resta nell'analfabetismo più assoluto!" Perciò si appassionò all'idea che i cantastorie popolari, con le loro marionette, potessero, per i vicoli di Napoli, "tradurre" in lingua comprensibile gli ideali di libertà, di uguaglianza e di fratellanza... Tristissima sorte! Fu messa al patibolo col "popolo" che sguaiatamente assisteva allo spettacolo della sua gonna svolazzante... lei che aveva chiesto - pudicamente - che fosse tenuta ferma a non rivelare la sua... intimità.
In giorni, come questi - ennesimamente sguaiati -, mi è sembrato giusto rendere omaggio ad Eleonora... al cui sacrificio dobbiamo un po' della nostra odierna felicità distratta .
"Il resto di niente" è anche un bellissimo film di Antonietta De Lillo. Troppo bello perché potesse circolare a lungo nelle nostre sale, of course!
La De Lillo in una intervista: Credo che oggi giorno, purtroppo, gli italiani e l'umanità tutta abbiano smarrito sè stessi e sento fortemente che questo personaggio, trasportato dal senso etico e romantico della vita, può insegnarci e mostrarci qualcosa che oggi dovremmo riscoprire anche noi... Nel film ho cercato di immettere le emozioni dei personaggi, ma in un modo quasi documentaristico. Credo che c'è qualcosa che, pur se cambiano le epoche, il cinema ha il dovere e può far emergere. Posso dire che il mio film è una critica all'Italia di oggi… poi c'è la città di Napoli, la mia città che è eterna arte e cronaca. Ritengo che il film sia un'istanza che diviene modernissima poiché c'è sempre, anche oggi, chi è sempre più povero e chi è sempre più ricco. Oggi, nel nostro paese, c'è una profonda crisi culturale di cui nessuno parla: per vincerla dobbiamo ripartire da un senso etico e sentimentale e spero che i personaggi storici del mio film possano essere oggi uno stimolo per noi."