Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
Messaggi di Giugno 2008
Post n°205 pubblicato il 09 Giugno 2008 da Fajr
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Post n°204 pubblicato il 08 Giugno 2008 da Fajr
La corte costituzionale turca ha annullato la setimana scorsa un emendamento che avrebbe permesso alle donne di indossare il velo nelle università. Ne avevo parlato qui. La proposta era passata al Parlamento con una maggioranza dell'80 per cento e la decisione del tribunale ha scatenato le accuse di interferenza negli affari di stato da parte della magistratura. Tra i più critici, gli esponenti dell'Akp, il partito conservatore di ispirazione islamica. La corte costituzionale deve decidere alla fine di quest'anno se bandire il partito per tendenze anti-secolari e contrarie al principio della laicità dello stato. Per approfondire >>> Come dire, ogni mondo è paese... o, forse, ogni paese è mondo... o se è un mondo è pure un paese... no, se sei un paese sei anche un mondo... cappero, non mi ricordo la versione giusta! Non disturbare il conducente! Cinque anni di galera non ve li leva nessuno. |
Post n°203 pubblicato il 07 Giugno 2008 da Fajr
dei tempi non ancora maturi Dopo 17 mesi di tenace campagna elettorale oggi Hillary Clinton dichiarerà formalmente il suo sostegno per Barack Obama. L'appuntamento è per mezzoggiorno (le 18 in Italia) al National Building Museum di Washington. Qui la diretta sul web. Qui e qui e qui e qui un po' di riflessioni su queste primarie e i candidati democratici, sugli errori. ... e la speranza che ci siano tempo e volontà per ricucire. |
Post n°202 pubblicato il 06 Giugno 2008 da Fajr
tremo all'idea che chi siede tra i banchi di cui al post precedente possa un giorno dover "decidere" anche su questo. |
A veces, me sorprendo triste y que hare yo con mi vida lo que debo hacer, con lo que quiero lo que quiero tener, con lo que tengo. Vete tristeza, tu no me interesas esta sonando la rumba y me llama me llama a bailar La vida te da, presion, y no es de garrafa, no es de sifon. La vida te da, preocupacion, deja la preocupa y pasa a la accion Que sera de la preocupacion, que sera. A veces, creo que no pasa nada y algo afecta a mi alma Me siento mal, conmigo misma, me siento mal, no encuentro salida. Ay la vida con sus penas, con sus alegrias te da pasion, te regalala sonrisas ay la vida, ay tu vida, ay mi vida vive, vive, vive tu vida Amparanoia "La vida te da" |
Post n°198 pubblicato il 02 Giugno 2008 da Fajr
clicca sull'immagine per ingrandire «Per la prima volta nella storia, tutti i popoli della terra hanno un presente comune. Ogni paese è diventato il vicino quasi immediato di ogni altro e ogni uomo avverte lo sconvolgimento di eventi che si verificano all'altro capo del pianeta.»
Mi aveva fatto riflettere, stamane, questa frase di Hannah Arendt citata nell'articolo dedicato al Dalai Lama nell'ultimo numero di Internazionale. L'autore, Pankaj Mishra, precisa: «Arendt temeva che la nuova "unità del mondo" potesse rivelarsi un fenomeno negativo se non fosse stata accompagnata dalla rinuncia "alle proprie tradizioni e al proprio passato nazionale, ma soprattutto all'autorità vincolante e alla validità universale a cui aspirano da sempre la tradizione e il passato". Con queste parole ancora in testa, ho seguito il tg e la parata ai Fori Imperiali. L'assenza di Maroni mi è parsa come la rappresentazione "plastica" prodotta dalla lettura distorta di passato e tradizione "made in nonsense Padania". Poi nella mia testa è entrata la conversazione con Miti, il suo racconto di "cose viste all'altro capo del modo" e dell'inadeguatezza nostrana nell'affrontare i frutti della globalizzazione. L'articolo di Slavoj Zizek, scritto qui e ripreso nello stesso numero di Internazionale, mi ha fornito altre coordinate, non solo per il riferimento a Dahrendorf, ma soprattutto a Fareed Zakaria, per il quale la democrazia attecchirebbe solo nei paesi economicamente sviluppati, poiché «se i paesi in via di sviluppo vengono "democratizzati prematuramente" il risultato è un populismo che sfocia nella catastrofe economica e nel dispotismo politico.» Ho ripensato al "bagno di folla" che si è concesso il nostro premier prima di lasciare i Fori Imperiali. E la domanda posta da Zizek alla fine del suo articolo non mi è piaciuta per niente. «Cosa succederebbe se scoprissimo che la democrazia, come noi la intendiamo, non è più una condizione e un motore per lo sviluppo economico, ma un ostacolo?» Non si fa, ma ho risposto con un'altra domanda: ci siamo democratizzati in anticipo, perciò - da incapaci ed incauti - andiamo verso la catasfrofe economica e al dispotismo politico? e/o non abbiamo alcuna voglia di rinunciare alla tradizione e al passato, perciò - da colpevoli e ottusi - resteremo tagliati fuori dalla comprensione e compartecipazione alla "rise of the rest"? La giornata non è finita. Ho dovuto fare i conti anche con le dichiarazioni di Ahmadinejad su Israele e il "nein" tedesco al 5+1, la condanna dell'Alto Commissario ai Diritti Umani dell'Onu espressa nei confronti dell'Italia per le iniziative del governo in tema di sicurezza contro i clandestini e l'ennesimo cadavere clandestino ritrovato sulla spiaggia di Lampedusa, l'attentato all'ambasciata danese in Pakistan e l'anticipazione del Rapporto Fao che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere discusso a partire da domani al Vertice di Roma. In realtà è che sono ancora sotto "effetto Gomorra", visto ieri sera la cinema. |
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