Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
Messaggi di Gennaio 2010
Post n°486 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da Fajr
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Post n°485 pubblicato il 28 Gennaio 2010 da Fajr
a che(i) serve la tragedia se dopo il 27 segue il 28?
Route 181
Siamo in viaggio, a volte con lo stomaco in gola, quando la tempesta è violenta; altre volte cullati dalle onde, quando la brezza accarezza il mare. Come tutti dipendiamo molto dal vento, dalle onde e dalla tempesta non prevista. La paura del nuovo ci rende prigionieri di realtà imperfette, stagnanti e svuota la vita del midollo che ci tiene in piedi. Dobbiamo tornare a navigare col coraggio di smarrirci e poi ritrovare la meta, raccapezzarci per non smarrirci di nuovo. Prendere il largo, consapevoli che, in viaggio, l’inatteso è sempre dietro l’angolo e che il non crederci ha il potere di farci trovare impreparati quando arriva. I nostri sogni e desideri di fraternità sono solo polline, che spesso non riesce a fiorire, ma è capace almeno di profumare l’aria. |
... ci sono personaggi che non si fan scrupolo di sporcare tutto ciò che toccano... persino un semplice pezzo di pane cotto in un comune forno può diventare un'immagine fastidiosa. |
Post n°483 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da Fajr
... poi ci sono quelli che sono proprio fuori una bella giornata!
la salvezza è sempre fuori le mura |
Post n°482 pubblicato il 20 Gennaio 2010 da Fajr
Tag: cecità, di noi distratti, futuro, hutton, inganno, politica che non c'è, reset, scego, società, vendola, vivere il mare Se un bambino non ha labbra e proverbio somalo
Oggi ho fatto buone letture. Un po' amare, certo. Ma il cambiamento inizia quando non si ha più timore di chiamare le cose col loro nome. Ho incrociato il proverbio somalo, citato dalla scrittrice somala Igiaba Scego sull'ultimo numero di Internazionale, con la riflessione di Will Hutton appena due pagine dopo sullo stesso (prezioso!) giornale. Hutton sotiene che le classi sociali contano ancora! Accipicchia, non mi par vero!!! Il suo articolo (in versione inglese sul Guardian) fa riferimento alla società britannica, ma le sue riflessioni sono ben valide anche per il nostro Paese. «La fortuna di essere nati nella famiglia giusta è fondamentale. Due ricercatori statunitensi, Betty Hart e Todd Risley, hanno dimostrato che i figli dei professionisti sentono in media 2.153 parole all'ora rispetto alle 616 dei bambini poveri, quindi all'età di tre anni tra loro c'è già un divario di 30 milioni di parole. Senza contare il fatto che i bambini poveri sentono frasi scoraggianti due volte più spesso che frasi d'incoraggiamento, mentre i figli dei professionisti sono incoraggiati dieci volte più spesso di quanto non siano scoraggiati. (...) Lo sconsolante rapporto di Alan Milburn sulla mobilità sociale ha dimostrato che, anche se solo il 7 per cento dei bambini britannici frequenta le scuole private, il 75 per cento dei giudici, il 70 per cento dei finanzieri, il 45 per cento degli alti funzionari e il 32 per cento dei parlamentari è stato educato in scuole private. E se la tendenza attuale continuerà, i professionisti di domani verranno tutti dal 30 per cento delle famiglie più ricche del paese.»
Sullo stesso giornale leggo anche la storia di questo giovane-adulto italiano... e te pareva, appunto... senza labbra e senza seni.
Un motivo in più per volere la riconferma di Vendola alla guida della mia regione... :o)
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Post n°481 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da Fajr
- 6 alle primarie in Puglia
Belle spiagge, buona cucina, la dolce vita… perché fuggire dal Belpaese? La malattia da espatrio che colpisce due giovani italiani su tre ha le sue radici in un sistema clientelare che impedisce di avanzare per merito, di avere retribuzioni adeguate alla media europea e di beneficiare di cuscinetti economici di base per affrontare le esigenze di un mercato del lavoro flessibilmente precario. continua su Cafébabel >>> La Fuga dei Talenti - blog di Sergio Nava
Tre buoni motivi per confermare Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia BOLLENTI SPIRITI - PRINCIPI ATTIVI - RITORNO AL FUTURO
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Post n°480 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Fajr
In Italia abbiamo il più alto numero assoluto di cause e i tempi della giustizia più lunghi d'Europa. Anche il numero degli avvocati è letteralmente esploso negli ultimi venti anni. E se non c'è competizione sulle tariffe, alcuni di loro possono pensare di sfruttare il vantaggio informativo nei confronti del cliente, inducendolo a ricorrere al tribunale anche nei casi in cui non sarebbe necessario né efficace. Per questo preoccupa che nel progetto di riordino della professione forense compaia la reintroduzione delle tariffe minime.
Fonte: lavoce.info continua >>>
mi pare che il ragionamento non faccia una piega e, magari, potrebbe essere applicato anche a psicologi, sociologi, economisti, etc. etc. etc.... |
Post n°479 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da Fajr
Il mostro ce lo siamo allevati in grembo ed oggi lo abbiamo partorito!
tutta la mia compassione per l'ovile a lui affidato |
Post n°477 pubblicato il 03 Gennaio 2010 da Fajr
L'ultima uscita di Brunetta mi ha fatto venire in mente il ciclo di foto di Greta Pratt, "Using History", esposte fino al 16 gennaio al Beirut Art Center. Interessante la sua ricerca per capire come ricordiamo la storia, come cultura e moralità odierne siano riflesse in ciò che com-memoriamo (ricordiamo insieme) del passato.
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È così chiamata la prima delle cinque preghiere giornaliere del musulmano praticante.
È considerata la più accetta a Dio perchè recitata al sorgere del sole mentre tutti gli altri ancora dormono.
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