anch'io

Il Lessico Universale della (povera) Lingua Italiana la descrive come Condizione di nobiltà morale in cui l'uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità... .
Mi riferisco alla dignità, condizione che non tutti possiedono, poiché essa non è legata alla ricchezza materiale, ma a quella spirituale.
Possiede dignità chi ha consapevolezza della propria finitudine e, nello stesso tempo, coltiva il rispetto e l'amore per i valori assoluti.
Ho avuto modo di interagire con la Signora ben più di dieci anni fa, complice un programma di Rete 4.
Già allora si sarebbero potute fare le considerazioni che tu fai oggi. Ma cui prodest? direbbero i saggi latini. A che serve raccontare che in un certo ristorante si propini pasta scotta, carne buona per risuolare scarpe, pesce del quale si sarebbe potuto celebrare più di un trigesimo, e via di questo passo, se la gente si piglia a cazzotti per affollarlo?
Lascia che le cose vadano com'è giusto che sia, che seguano, voglio dire, il loro naturale decorso.
L'Italia è ammalata. E' un paese giovane. Quand'ero ragazzo di certe febbri inesplicabili si diceva fossero febbri di crescenza. Da quelle febbri, lo ricordo, uscivi un mattino, dopo una grande sudata, fresco, rinnovato e lucido, come rinato.
Ebbene io questo attendo. Attendo un nuovo Rinascimento che spazzi il luridume che tutto insozza in questa congiuntura. Aspetto che tutti ci facciamo carico della irrinunciabilità della dignità.