Parole in cammino

tutti noi, giovani negli anni 60, abbiamo avuto la certezza di cambiare il mondo, accorgendoci, troppo tempo dopo, che il mondo aveva cambiato una gran parte di noi. ho vissuto drammaticamente la stagione del terrorismo, delle gambizzazioni, del colpirne uno per educarne cento e mai come adesso sono convinto che quel terrorismo è stato sconfitto sopratutto dalla mobilitazione e dall'indignazione di quanti, allora, si resero conto del pericolo che correva la nostra democrazia. queste cosiddette brigate rosse di oggi sono diverse, sono, come diceva croce del fascismo, degli icsos: un popolo senza storia che, fortunatamente, non lascerà alcuna traccia del loro passaggio. ma si può davvero pensare che un gruppo terroristico possa addestrarsi all'uso delle armi nella bassa padana, una delle zone agricole più abitate d'italia? questi sono solo delle schegge impazzite, sono icsos.

anche io ho ripensato ai giorni di Moro, ricordando il senso di freddo e di paura che avevo addosso per tutto il tempo della sua prigionia. la paura, dopo, che il mio mondo potesse crollare e ci ritrovassimo in un grande deserto freddo.
e anche io ho la tua stessa sensazione. pochi si turbano, pochi si sdegnano. tutti mettono la testa sotto la sabbia. dove sono i rpclami, anche qui, sui blog che sono sempre prontissimi a proclamare, a sdegnarsi, a stracciarsi le vesti ?

Ho letto tre volte questo tuo post, e sempre mi viene la stessa immagine. Io ragazzina che guardavo il telegiornale con mio padre. Erano giorni che il telegiornale apriva con il numero di giorno dal rapimento di Aldo Moro. Ero poco più che una ragazzina, forse sapevo dove stava l’Italia ma di più di questo paese non sapevo. E ogni volta, mi chiedevo perché dovevamo sentire quella informazione. Poi, arrivò la terribile notizia, ed io, ricordo bene, dissi a mio padre: “finalmente non ci sarà più quella foto e la conta dei giorni”. E lui, si girò appena verso di me e mi mollò un sonoro schiaffone. Non capii, lui mi spiegò, mi spiegò prima di tutto di portare rispetto verso la vita umana. Poi, provò a spiegarmi altro.
Ovviamente, arrivando in Italia mi sono informata o, quanto meno, ho provato ad informarmi. E non va dimenticato. Nulla va dimenticato. E sinceramente, non credo che il disincanto faccia un favore a qualcuno.
Sul concetto di piazza mi tornano in mente le parole di Gaber.

che balzo all'indietro...!!! Moro...i miei gestivano un circolo ricreativo a quel tempo....e credo di avere vissuto abbastanza coscientemente quel periodo...! Hai ragione, leggendo i giornali di questi giorni..la disillusione è davvero tanta...ed io ho avuto l'impressione che tutto vada a perdersi nel caos e che a nessuno importi più veramente di niente...che tutto si perda nella follia di un quotidiano che non riusciamo più a vivere in maniera consapevole.... Gli Intillimani...beh lì è tutta un'altra storia....ma gli LP li ho tutti ancora lì...a ricordarmi chi ero...( e anche chi era...)....!!!!