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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Post N° 83

Post n°83 pubblicato il 28 Gennaio 2006 da betulla64
 

Gennaio 1988

Mia nonna è stata certamente il grande amore della mia vita, non vi è giorno che non mi manchi.
Donna timida, semplice, molto attaccata alla famiglia, ci ha ricoperti d’amore e dolcezza e lo ha fatto così bene che nessuno di noi si è mai accorto che ci teneva stretti in pugno senza possibilità di scampo.
C’è qualcosa di peggio dell’amore totale per renderci asserviti?
Il ricordo è legato alla sua malattia. Non ricordo una nonna sana, mai. Non usciva di casa da sola, era preda dell’ansia; la folla, i luoghi caotici le provocavano malessere. Noi ci burlavamo un po’ di questa cosa e per tutta la vita ha avuto attorno persone che la massacravano dicendo:“devi sforzarti”. Rammento la frase che pronunciava spesso:”Se sabesià…” se sapeste….
Passavo le mie giornate con lei, che ormai viveva nell’albergo e scandiva il tempo con i giornali radio le riviste delle Edizioni Paoline.
La mattina alle nove scendeva nel salottino che la zia aveva sistemato per lei e il nonno, io prendevo il pettine d’osso e cominciavo a pettinarla: aveva capelli stupendi, di un grigio argenteo, i riccioli permanentati che io fermavo con delle mollette, accarezzandola piano sulle guance incredibilmente lisce, ascoltando le sue chiacchiere sul tempo e sui turisti e raccontandole sciocchezze che la facevano ridere.

Una sera arrivai al lavoro e mia zia mi disse che la nonna non si sentiva bene e avrebbe cenato in camera, così preparai un vassoio con un po’ di brodo, il suo tovagliolo, le posate, i grissini che adorava e che avevano da anni sostituito il pane e salii la scala verso la sua camera. La trovai a letto con l’immancabile Famiglia Cristiana sulle ginocchia, la aiutai a bere il brodo, giocai un po’ con le sue mani di seta, la accarezzai e mi feci accarezzare…l’unico essere al mondo con cui potevo passare ore in effusioni fisiche senza sentirmi in imbarazzo, la bacia e tornai al mio lavoro.
La mattina seguente arrivai all’albergo come sempre alle otto e vi trovai l’ambulanza.
La nonna stava male, andava ricoverata d’urgenza e mia zia mi chiese di salire sul mezzo di soccorso mentre lei ci avrebbe seguito con la macchina. E qui il dramma. Io ormai da due mesi ero preda di quegli strani malesseri, di quei mancamenti e la sola idea di salire sull’ambulanza mi faceva morire.
Non potevo addurre come scusa una cosa che nemmeno io capivo, così dissi semplicemente di no.
Quel no semplice semplice sarebbe stata la mia condanna all’inferno per gli anni a venire e forse lo è ancora. Ricordo bene lo sguardo di disprezzo negli occhi di mia zia, il dolore, la preoccupazione e io lì, immobile statua di cera a scrollare il capo e pronunciare quel no.
La nonna fu portata via e mai più la rividi cosciente.
Lo stesso pomeriggio la riportarono a casa per permetterle di morire tra le cose familiari.
Passai il mio tempo a vegliarla, accarezzando quelle mani dolci, scrutando il viso immobile, spiando il respiro che si spezzava a tratti e la guardai morire.
Come si fa a lasciar morire l’amore della vita quando si sa che quell’amore è stato tradito? Che cosa avrebbe potuto dirmi ancora quella donna nel tragitto da casa all’ospedale?
Credetti di dover in qualche modo pagare la mia vigliaccheria e feci la cosa più incredibile, più grandiosa, più distruttiva che potessi fare: mi appropriai della sua psiche nel momento in cui spirava e decisi che per espiare dovevo essere lei.
Freud dice che le eredità noi ce le scegliamo.
Io scelsi di ereditare la malattia di mia nonna, che per tutti è sempre stato “esaurimento nervoso”, per me donna del 2000 si chiamava pomposamente “Sindrome da attacchi di panico”.


 
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Commenti al Post:
guardians41
guardians41 il 28/01/06 alle 11:23 via WEB
BUONGIORNOOOO CARA BETULLA! TI HO MAI DETTO CHE LA BETULLA AL PARI DELLA QUERCIA E' IL ALBERO PREFERITO! ANCHE DA ME NEVICA MOLTO! COMUNQUE TI AUGURO UN BUON FINE SETTIMAMA CHE SIA MERAVIGLIOSO COME MERAVIGLIOSA SEI TU BACIOTTO STREGATO :)ROB TVTB MA TANTO TANTO
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 11:27 via WEB
:) no, non me lo avevi detto. Ciao Rob!
(Rispondi)
kerovak
kerovak il 28/01/06 alle 12:15 via WEB
ti abbraccio
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 14:39 via WEB
ti sento
(Rispondi)
VOGLIOFARE_LAMORE
VOGLIOFARE_LAMORE il 28/01/06 alle 13:39 via WEB
Sai cara betulla ogni tuo scritto e' per me un pezzo di cuore..per anni ho rifuggito l'idea che io "potessi essere come"...e sono scappata in ogni modo possibile,fino al punto di scappare anche da me stessa...senza volerlo hai rimesso in moto una miriade di ricordi,simili ai tuoi legati al (triste) bagaglio culturale familiare che credo,pesante come una zavorra,TUTTI noi ci portiamo appresso.Per tanti anni sono sempre stata con "le valigie in mano..",nel momento in cui le ho disfatte mi sono ritrovata in quel vicolo cieco.Grazie,ricordare con il senno di poi ,aiuta a togliere la polvere ;)un beso
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 14:44 via WEB
Non so se il mio bagaglio familiare sia triste. Siamo contadini, abituati a lavorare seguendo i cicli naturali. Pensare è come perdere tempo e perdere le stagioni. Io sono stata costretta al pensiero e così ho scoperto come certe eredità siano tremende. Ma la mia famiglia mi ha voluto dare amore, solo e sempre amore. Magari senza pensarci troppo, ma era amore. Voglio credere che sia stato così anche per te. Un abbraccio.
(Rispondi)
otherwise1
otherwise1 il 28/01/06 alle 15:12 via WEB
toccante...commovente...lascia senza parole la tua sensibilita'...lullaby
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 15:48 via WEB
Grazie, ma è solo vita... Un sorriso a te
(Rispondi)
 
 
d_dap
d_dap il 28/01/06 alle 16:06 via WEB
un bacio grande ..tiè... e basta! ;o)
(Rispondi)
 
 
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 17:01 via WEB
Ma sai che sei proprio simpatica? :D
(Rispondi)
ariel63m
ariel63m il 28/01/06 alle 17:18 via WEB
mi domando come ti senti ora che lo hai scritto.ti leggo da pochissimo ,ma credo che scrivere certi episodi così intimi sia talmente difficile , che quando riesci è come sciogliessi un nodo...a me capita così ...i miei grandi nodi dell'anima...un abbraccio grande , marivana
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 17:27 via WEB
Questa cosa la scrissi molti anni fa e ricordo il lungo pianto notturno, un misto di malinconia e di sollievo. Ora a rileggerlo provo tenerezza per la ragazza che ero e per le speranze che nutrivo in quello scavare nell'anima. Grazie per essere così partecipe. Un abbraccio
(Rispondi)
 
 
ProfRysaliti
ProfRysaliti il 28/01/06 alle 17:50 via WEB
Questo Blog è incredibilmente bello. Sento la sincerità di un cuore che batte e che trasforma in parole il suo sentimento. Non lasciare i tuoi amici, vecchi e nuovi senza queste piccole emozioni.
(Rispondi)
 
 
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 18:24 via WEB
Grazie Prof. troppa grazia :)
(Rispondi)
almaysabor
almaysabor il 28/01/06 alle 17:53 via WEB
I tuoi post hanno un effetto curioso su di me...non appena arriverò ad indentificarlo te ne parlerò, frattanto continuo a leggerti con ammmirazione. Buona giornata, un bacio. Ita
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 18:26 via WEB
Spero non ti ispirino ulteriori massacri sul tuo corpo ... Grazie :-*
(Rispondi)
 
 
almaysabor
almaysabor il 28/01/06 alle 18:30 via WEB
Non sono massacri...sono piccole pietre miliari della mia esistenza ;) Ne manca solo una e poi per un po' abbiamo finito, tieni duro ;)
(Rispondi)
alexisdg10
alexisdg10 il 28/01/06 alle 17:58 via WEB
Delicato, come sempre, il racconto. Ma io questa volta faccio il tifo per la parte "sana"di te e non per tua nonna, per quanto tu possa volerle bene. Coraggio! Se ce l'ho fatta io! abbraccio solidale
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 18:23 via WEB
Sono certa che anche mia nonna tifa per me, là dove sta ora. Grazie per la tua solidarietà e per gli abbracci.
(Rispondi)
sera_nera
sera_nera il 28/01/06 alle 19:06 via WEB
Hai ereditato anke la sua dolcezza...Non scordarti di questo. Smack
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 21:23 via WEB
Vorrei farti sentire le sue mani.... la dolcezza non esisteva prima del loro tocco :)
(Rispondi)
elnaza
elnaza il 28/01/06 alle 19:43 via WEB
Che bel messaggio hai scritto!! Non ho parole betulla...
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 21:20 via WEB
Grazie... non esiste la faccina arrossente...fai conto che ci sia.
(Rispondi)
ascaso1974
ascaso1974 il 28/01/06 alle 20:44 via WEB
Conosco una persona che un po' come te ha scelto, ad un certo punto della propria vita, il proprio male...Una malattia con un nome, per te, una scelta scellerata per quell'altra persona, persecutoria nei propri stessi confronti. Due mali dell'anima. E' lì che siamo tutti soli di fronte a noi stessi, è lì che dobbiamo guardarci in faccia, ammetterci. E riconoscerci, con tutto il dolore che questo può darci. Per quanto possa costare, forse è proprio così che si arriva a se stessi: scavandosi nell’anima, come dici tu. Per quanto faccia male, per quanto si corra il rischio di sfiancarsi per la fatica, per quanto ci sporchi la terra di cui ci eravamo ricoperti. E’ un sacrificio, ma il premio siamo noi.
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 28/01/06 alle 21:22 via WEB
Non ri-commento... è perfetto così. Grazie ascaso
(Rispondi)
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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