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« El equipaje del destierro  »

Il bagaglio dell'esilio

Post n°127 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da betulla64
 
Tag: Parole

Premessa: Grazie a elnaza per avermi dato il coraggio di tediarvi con questa traduzione :) Innanzitutto una spiegazione: Il Poeta gioca con le parole altrernando maschile e femminile, cosa che non si può rendere in italiano. Le parole intraducibili sono messe tra virgolette... Questi versi sono stati scritti da Patricio Manns, Poeta chileno e cantati da lui e dagli Inti-Illimani (vale la pena ascoltarne la versione accompagnata dal Coro del Collegio di Viña del mar) e parla di esilio e di esilianti. E' quindi un canto "politico" (io lo giudico "umano"), ma io ho sempre letto questo esilio e questa lotta contro l'esiliante, come qualcosa di mio: il mio esilio dal mondo e il bagaglio che mi porto appresso.

Tu mi chiedi com'era
quell'assedio che ho subito
ficchi il naso nella mia testa,
nel mio pensare, nel mio qualcosa
e allora ti lascio credere
di aver abbandonato il mio paese
di essere fuggito
rompendo la cruda soglia come un puma spaventato

Però io ti assicuro che non mi hanno tolto niente
visto che da questa terra
non mi potranno allontanare

Infatti, come potranno cancellare
il mio vulcano con la sua "vulcana"
deviare dalla mia anima
l'imboccatura del fiume con la sua foce
scalfire dal mio paesaggio
l'albero con la sua alberatura
uccidere nelle mie tempie
il rude pidocchio con la sua "pidocchia"
Bruciare con un rogo consueto
il mio libro e la sua livrea
unire la daga con il mio dolore e la sua pena
fare affondare nel temporale
la mia barca col suo fusto
far scappare in ritiratail mio scongiuro
con la loro congiura
far vibrare la corda del mio solfeggio
con la sua solfeggiata

Tu mi chiedi come era l'assedio che ho subito
ti metti a spiare nella stazione della mia memoria
ebbene, ammetto che alla fine
hanno vinto la battaglia
ma che ancora non si conosce il risultato della guerra

Però confesso che non ho smarrito
nemmeno un granello di polline
dato che da questa terra
non mi potranno allontanare

Infatti come potranno
snervare il mio caso con la sua casa
assottigliare il sacco con il loro saccheggio
far tacere il mio canto universale di grillo
con i loro grilletti
svuotare di contenuto il mio araucano e la sua araucania

Scavare con funebre piacere
il mio loculo con la loro tomba
frenare la turbolenza delle mie gesta
con il loro gesto
l'impatto di coloro che mi attendono
con la loro attesa ostinata
Il bagaglio dell'esilio è la mia valigia di fumo

Dato che da questa terra
non mi potranno allontanare

 
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Commenti al Post:
falcopellegrino0
falcopellegrino0 il 15/02/06 alle 10:28 via WEB
buongiorno, hai proprio una bella intelligenza. non lo dico per rendermi meno "esplosivo", constato ciò che è
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 15/02/06 alle 10:37 via WEB
Grazie!
(Rispondi)
elnaza
elnaza il 15/02/06 alle 11:22 via WEB
Ciao Betulla... è una bella poesia!! Io non ho mai finito la scuola nello stesso posto dove la ho iniziata!?!?! Esiliato fino a un decennio fa mi ci sono sempre sentito... o forse un "senza terra" è il termine più esatto!!! Mhh... ti aspetto sul mio sito per un saluto e due risate... ciaooooooo
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 15/02/06 alle 11:25 via WEB
senza terra = destierrado..... mo' arivo
(Rispondi)
almaysabor
almaysabor il 15/02/06 alle 13:18 via WEB
Ciao Bet, come avevo già scritto non mi sento di appartenere ad un luogo e quindi mi manca qualcosa per poter capire in pieno quanto hai scritto. Nonostante ciò è bello da leggere e male non può fare...un po' di cultura casuale non guasta mai. Grazoie e un abbraccio.
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 15/02/06 alle 13:28 via WEB
Comincio a capire tua moglie..... a volte ti esprimi da prenderti a schiaffi:-P
(Rispondi)
ariel63m
ariel63m il 15/02/06 alle 13:50 via WEB
ma dai betulita!come me lo tratti il mio alma! è in stato confusione postintrotraumatico...un minimo di gentilezza , già ci penso io a bastonarlo ben bene :))) oggi sono in coma , mi sono svegliata alle 5 per terminare le schede , che dovrò consegnare nel pomeriggio .vado un attimo in branda .ci leggiamo , non so quando , ma torno .beso , arielita ( ma come mi piace!!!)
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 15/02/06 alle 13:53 via WEB
Definire una poesia "cultura casuale" è come definire la prima notte di Nozze un "rapporto occasionale" ... e poi lui lo sa che ho un carattere di cacca ;) buena siesta arielita
(Rispondi)
unlumedaunnume
unlumedaunnume il 15/02/06 alle 14:06 via WEB
Fantastico carattere di cacca bet, stamattina ti ho messo alla prova anch'io:o) Nessumo potrà togliermi dal naso l'odore dell'erba falciata e l'immagine di mio padre con la falce in pugno, nessuno la sensazione che dà l'acqua fresca del fontanone in estate, nessuno l'emozione dei regali che la mia finestra mi fa aprendola. Io ho radici profonde nella mia terra, conosco la sua durezza e la sua generosità...la mia terra attaccata alle mie radici. Per tutto il resto...c'è stato il terremoto, devo ricostruire, poi sarà dolce, adesso è acre, ma voglio. Abbbbbrrrracci. Questo mi fa pensare alla casa diroccata e ...qualche messaggio fa:o)
(Rispondi)
d_dap
d_dap il 15/02/06 alle 14:10 via WEB
una carezza betulla bella ;o)
(Rispondi)
 
betulla64
betulla64 il 15/02/06 alle 17:13 via WEB
un abbraccio dap :)
(Rispondi)
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