Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
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Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Marzo 2006
Quizá porque mi niñez
sigue jugando en tu playa,
y escondido tras las cañas
duerme mi primer amor,
llevo tu luz y tu olor
por donde quiera que vaya,
y amontonado en tu arena
guardo amor, juegos y penas.
Yo,
que en la piel tengo el sabor
amargo del llanto eterno,
que han vertido en ti cien pueblos
de Algeciras a Estambul,
para que pintes de azul
sus largas noches de invierno.
A fuerza de desventuras,
tu alma es profunda y oscura.
A tus atardeceres rojos
se acostumbraron mis ojos
como el recodo al camino...
Soy cantor, soy embustero,
me gusta el juego y el vino,
Tengo alma de marinero...
¿Qué le voy a hacer, si yo
nací en el Mediterráneo?
Y te acercas, y te vas
después de besar mi aldea.
Jugando con la marea
te vas, pensando en volver.
Eres como una mujer
perfumadita de brea
que se añora y que se quiere
que se conoce y se teme.
Ay...
si un día para mi mal
viene a buscarme la parca.
Empujad al mar mi barca
con un levante otoñal
y dejad que el temporal
desguace sus alas blancas.
Y a mí enterradme sin duelo
entre la playa y el cielo...
En la ladera de un monte,
más alto que el horizonte.
Quiero tener buena vista.
Mi cuerpo será camino,
le daré verde a los pinos
y amarillo a la genista...
Cerca del mar. Porque yo
nací en el Mediterráneo...
(Joan Manuel Serrat - Mediterràneo)
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Sono cresciuta accanto ad una nonna provvista di un gran senso dell'horror e del tragico. Ha iniziato la sua opera di terrorismo psicologico raccontandomi di Remì e della sua cara mamma perduta, proseguendo poi con i racconti a sfondo demoniaco, in cui il diavolo sprofonda nella cima della Bisalta o fa sprofondare malcapitati pastorelli con tanto di gregge al seguito. Ho passato le mie notti d'infanzia (e non solo) tra l'angelo custode sul comodino e il demonio sotto al letto. Non dovrei quindi stupirmi se spesso nei miei sogni spunta fuori il diavolo.
La notte passata è stata una notte di incubi. Sogni infernali, di donne squartate e fatte a pezzi, di ragazzotti dagli sguardi assatanati e dai capelli scompigliati, per poi scivolare nel personale, con sequenze sanguinolente di gole tagliate. Il risveglio è stato liberatorio ma angosciato. Si è visto da subito che la giornata nasceva storta e già ingoiando la colazione ho sentito la morsa del panico chiudermi la gola e subito dopo lo stomaco. Sono uscita pensierosa, forzando la mia volontà e maledicendo tutto e tutti. Camminando, dalle scarpe mi uscivano medici, bisturi, letti d'ospedale e camici verdi. E usciva la paura, quella umana a cui non si rimedia con una pillola azzurra; quella che ti fa pensare alle cose più assurde e anche a quelle meno assurde, come la morte. Così, guardando il torrente, mi sono chiesta quanto valesse la pena alzarsi, uscire, caminare.
Poi la mia vita ha incrociato quella di uno scoiattolo, le nostre paure si sono guardate e riconosciute e nella sua si è placata la mia.
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Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono a Gesù alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?”. Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: “Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda”. Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. Gli risposero: “Di Cesare”. Gesù disse loro: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. E rimasero ammirati di lui.
Parola del Signore
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Una trentina di anni fa, un giorno il professore di applicazioni tecniche decise di farci una lezione di genetica. Cosa c'entrasse la genetica con lo studio di arti e mestieri devo scopriro ancora ora, ma è certo che per lui l'incongruenza non fosse tale.
Cominciò spaziando tra la varia umanità del paese, citando nome e cognome delle persone interessate e mostrando con diligente precisione di conoscere perfettamente il villaggio dove insegnava, ma dove mai e poi mai si sarebbe sognato di vivere.
Parlò del piromane che campava facendo l'uomo sandwich durante la stagione turistica e dell'abigeante per diletto, dell'alcolizzato che cantava serenate sotto le finestre delle belle signore maritate e del folle che insieme alle bellezze naturalistiche locali, amava mostrare ai turisti i suoi gioielli di famiglia spaparanzati sulla pubblica piazza all'ora giusta dell'uscita da Messa.
Proseguì spiegandoci che tutta quella gente era frutto del mancato scambio genetico, essendo noto che nelle nostre valli ci si sposava tra parenti e mai si dava in sposa la propria figliola ad un forestiero. Mi trattenni a stento dal raccontare all'esimio, che mio nonno sposò una forestiera e che la cugina di mio nonno sposò uno scalpellino milanese e una mia prozia si maritò con un coltivatore di ulivi della riviera francese. Ora so che tacqui non per timidezza ma perchè già conscia di quento possa essere inutile e stancante combattere contro l'ottusità.
Una cosa sola del discorso del professore rispondeva a verità: effettivamente in quegli anni il paese pullulava di gente strana, "residui" mai realmente tornati della campagna di Russia e dei Campi di prigionia in Germania, o semplici anime cresciute prive di un minimo nutrimento. Se fossi nata 50 anni prima, magari avrei fatto parte di quella schiera di strampalati, ma io vivo nell'era del Prozac...
Ci pensavo stamattina camminando, a tutti i matti della mia infanzia: quelli che mi incutevano timore e quelli che mi facevano ridere e anche quelli che matti non erano, ma avevano quello sguardo incantato, quello che io ho sempre associato ai poveri di spirito dei Vangeli. Guarda caso erano quelli che vivevano nelle solitarie baite in montagna, in quei luoghi dove, come ti giri ti giri, non vedi altro che l'incanto.
* * *
Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore né al cielo.
(Fabrizio De André)
(Foto: betulla64)
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Alla fine ce l'ho fatta. (Foto: betulla64)
Sono stata accompagnata nel cammino da un dolce ricordo. Non so da dove sia nato, forse il passeggio mattutino, forse il dio delle piccole cose che ha voluto distrarmi per darmi sollievo. Vorrei scriverne, ma non posso imbrattare di parole banali un pezzo di cuore.
Intanto è scoppiata la primavera e, pur con tanta neve ancora nei prati e sui monti, il disgelo sta ingrossando il torrente,così che il fragore delle acque copre ormai quasi del tutto i suoni che sempre ho in cuffia mentre cammino.
Sarà questa esplosione di vita, sarà l'eclissi, ma io oggi mi sento malinconica e romantica, tanto da sapere bene cosa barattare col piatto di lenticchie che mi sono concessa per pranzo.
Nel frattempo, i larici pennellano il cielo.
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Colazione:
caffè, merendina
Pranzo:
350 gr di lenticchie
3 gallette di riso
Merenda:
1 mela
Cena:
60 gr di fettuccine al pomodoro
Insalata mista
2 gallette di riso
Tot. 1135 Kcal
In una settimana ho perso 1,9 kg
Non male se calcoliamo che la maledetta ghiandola rema contro
(Foto: betulla64)
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Ieri guardavo lassù, quel disastro affascinante e per un poco col binocolo ho cercato tracce di sci, per essere certa che non fosse stato qualche essere umano incosciente a tagliare il costone e far staccare la neve. Succede sempre più sovente, come se la tecnologia e la comodità delle attrezzature, autorizzasero a dimenticare le nozioni base del muoversi in montagna.
Quando ero piccola io, a fare sci alpinismo si andava in primavera e si partiva che era ancora buio. Lo si faceva solo su neve assestata e si badava di scendere a valle prima che il sole fosse troppo alto. Si stava attenti al vento e se era vento di "Marin", quello caldo da sud, allora si stava a casa. Si guardava ogni piccolo particolare del manto nevoso e il colore delle rocce: se erano scure e umide non ci si pensava nemmeno ad affrontare la montagna.
Eppure adesso, da dicembre in poi li si vede partire, con le loro attrezzature high tech, sentendosi sicuri magari perchè nella giacca hanno il dispositivo per il ritrovamento in caso di valanga.
Ne abbiamo persi due quest'anno. Due che in montagna erano primi fra i primi.
Due che insegnavano agli altri cosa sia "Montagna" e che ora non ci sono più perchè un mattino di febbraio dopo che per tre giorni la neve era scesa da far paura, hanno deciso che sarebbe stato bello fare un giro. A dispetto della prudenza, del buon senso e dell'altrui dolore.
Ieri guardavo quella ferita e mi sono resa conto che, perchè si formasse, è bastato il tempo di due miei respiri, e allora ho ricordato e ringraziato chi, con pazienza, mi ha insegnato il rispetto per la montagna, e il timore, tanto paurosa può diventare.
Passeggiata rapidissima, perchè piove e tira vento. Insomma, tipico tempo Marzolino...
Menù odierno:
Colazione:
Caffè - merendina - yogurt
Pranzo:
100 gr di riso con 3 cucchiai di piselli. un cucchiaino di olio e un cucchiaino di grana.
Merenda:
1 mela
Cena:
120 gr di nasello e 150 gr di cipolle (tutto bollito)
3 gallette di riso
Tot Kcal. 1124 ..... e domani ci si pesa :)
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Adunque...... 3 chilometri percorsi in 40 minuti.
Caffè + merendina + yogurt
Pranzo:
4 gallette di riso spalmate con 120 gr di ricotta
1 pomodoro con sale e origano
Merenda:
1 mela
Cena:
100 gr di fior di latte
140 gr di melanzane grigliate
3 gallette di riso
Totale kcal 1.041
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Verità vuole
che lei, colpo di vento
stesse al suo balcone
nel suo corpo
salivando e attendendo
ed io per parte mia
con un'orchestra
come sola buona compagnia
salissi per un bacio deflorato
per un tempo
neanche ben pagato
eh, io sì
io sì
sì
L'amore dura
quel che deve durare
consacrato e misurato
da un orologio elementare
ma io che ho caro quel che è mio
e la domanda come la risposta
vivevo tutto questo
come dietro ad una porta
solo un po' discosta
Perché è così che la gente vive
perché è questo che la gente fa
perché è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso
di un orologio falsoamericano
che misura il tempo e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu
Verità vuole
che lei, labbra grosse
restasse impigliata alla mia bocca
più di quanto volesse
di questo mi ricordo
e poco d'altro
del suo sguardo
lampeggiante a ore
e che svanì dentro al mondo
sorridendo
come ricevuta dal Signore
La rabbia e l'amore
s'imparano gratis
se proprio non c'è niente altro
da dividersi
e noi
immobili nel cielo
lucidochimico
di una fotografia
perché niente è come niente
niente è un'orgia dolorosa
è tempo squadernato
e via
Ma è così che la gente vive
è questo che la gente fa
è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso
di un orologio falsoamericano
che misura il tempo e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu.
(Vi voglio scrivere una lettera ancora per farvi sapere
che forse tra qualche tempo sarò più tranquilla.
Ho dimenticato ogni piacere e dolore
e mi ricordo infine di voi quando voglio ricordarmene)
(Ivano Fossati - L'orologio Americano)
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Ho fotografato un fiore di nocciolo. Mi pare di essere come lui, infreddolita e sola, fingendo di essere un fiore, pur se fuori stagione.
(Foto: betulla64)
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(oggi mi strafogo un pochino dai!)
- Insalatina julienne (fa figo) all'aceto balsamico e sale di provenza (l'olio me lo riservo per la cena)
- Acqua di montagna iposodica ipocalorica iposbronzica
- Gallette di riso (financo tre!) e mais
Tot. calorie : 555
Decisamente troppe lo so.... domani digiuno :)
(Foto: betulla64)
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Argentina
24 Marzo 1976 - 24 Marzo 2006
De nuevo quieren manchar
mi tierra con sangre obrera
los que hablan de libertad
y tienen las manos negras.
Los que quieren dividir
a la madre de sus hijos
y quieren reconstruir
la cruz que arrastrara Cristo.
Quieren ocultar la infamia
que legaron desde siglos,
pero el color de asesinos
no borrarán de su cara.
Ya fueron miles y miles
los que entregaron su sangre
y en caudales generosos
multiplicaron los panes.
Ahora quiero vivir
junto a mi hijo y mi hermano
la primavera que todos
vamos construyendo a diario.
No me asusta la amenaza,
patrones de la miseria,
la estrella de la esperanza
continuará siendo nuestra.
Vientos del pueblo me llaman,
vientos del pueblo me llevan,
me esparcen el corazón
y me aventan la garganta.
Así cantará el poeta
mientras el alma me suene
por los caminos del pueblo
desde ahora y para siempre.
(Victor Jara - Vientos del Pueblo - 1973)
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(Foto: betulla64 - oggi)
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Prima di uscire ho preso la pillolina azzurra, infilato in tasca le mentine col buco, il cellulare per fotografare le primule e il lettore musicale.
Mi è piaciuto percorrere la strada isolata che porta al paese, spiando il pigro spuntare di primule e viole e guardando le gocce di neve irrigare la terra.
Mi è piaciuto adeguare il passo alla musica risuonante nelle orecchie e mi è piaciuto attraversare la statale che separa la mia montagna dal paese, gettare uno sguardo distratto al mercato e tagliare per una viuzza secondaria, quella che porta direttamente al torrente, inerpicandosi poi sulla montagna, verso il confine.
Ho camminato escludendo il pensiero, fissando lo sguardo sui risvegli della natura, sulle cime dove l'inverno è ancora padrone e sulle sorgenti allegre che ancora si ostinano a diventare ghiaccio. Il passo inciampava a tratti nel fango e il respiro si mozzava a ricordarmi di non eccedere e che era tempo di riprendere la strada di casa. Bella anche la discesa, col passo cadenzato e il vento del nord in faccia. Ho incontrato due persone e le ho salutate. Non erano paesani e si sono stupiti. Ho sorriso: oggi ho salutato due sconosciuti che si sono stupiti del saluto di una sconosciuta. Oggi sono stata solo un essere tra gli esseri. Libera. E mi è piaciuto.
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(Foto: Betulla64 - Salvia, Rosmarino, Basilico)
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Oggi pomeriggio sono andata alla prima visita col chirurgo che mi taglierà la gola. Non intendo commentare qui l'incontro, ma raccontare di come il destino, il caso, Dio, a volte ci mettano lo zampino.
Ho scoperto, prenotando la visita chirurgica, che il medico in questione ha l'ambulatorio nello stesso stabile dove sono andata in terapia analitica per 13 anni. Lì per lì mi è venuto un groppo in gola, poi ho pensato che fosse un caso e amen.
Mi sono trovata alle 17.15 all'indirizzo così familiare e, mentre mio marito mi invitava a visitare un nuovo negozio di abbigliamento, io insistevo per salire subito all'ambulatorio, perchè ero in ansia e non mi andava di bighellonare.
La mia analista esercita all'ultimo piano e mai in 13 anni l'ho incontrata fuori dallo studio. Mai.
Ho fatto la prima rampa di scale col cuore in gola e gli occhi su quelle scale così amiche e poi ho alzato lo sguardo.
Era lì.
Forse per una pausa caffè, scendeva le scale.
Era lì a tre passi da me.
Le ho sorriso e lei ha avuto un momento di "ma chi è questa?" Poi ha detto "Ohhh!" e ha sorriso pure lei. E io, che per tredici anni non l'ho toccata se non per sporadiche strette di mano Natalizie, mi sono gettata tra le sue braccia e l'ho stretta a me e lei ha ricambiato l'abbraccio. Le frasi pronunciate sono state di circostanza. Non lo erano gli sguardi.
Ho davanti a me mesi difficili e ne sono terrorizzata, ma l'incontro con la madre delle mie consapevolezze è stata una benedizione che Dio, ne sono certa, ha voluto mandarmi.
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Radiobet
Pensieri e parole in un click
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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
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