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Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
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Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi di Giugno 2006
Non conoscevo nessuno dei colleghi di mio marito e tanto meno le colleghe, sapevo dunque che mi sarei sentita un pesce fuor d'acqua, ma l'entusiasmo del mio uomo era tanto, così strinsi i pugni e partimmo. Uno dei miei problemi più grandi e fonte inesauribile di panico è sempre stato il senso di inadeguatezza: mi sento sempre troppo poco bella, troppo poco magra, troppo poco elegante, o troppo poco sportiva; insomma, non sono mai a mio agio nelle situazioni che mi si prospettano. Quella sera di quell'estate caldissima arrivammo alla cascina dove si doveva tenere la festa e scoprimmo che a causa di un disguido avevano confuso le date, però, di fatto, molta gente era arrivata, così che gli organizzatori dovettero inventarsi la serata di sana pianta, cous cous compreso. In mezzo a tutta quella confusione di gente nera e incazzata non scorgemmo nessuno di conosciuto, quindi ci sedemmo su una panca in attesa degli eventi. Ricordo che tenevo gli occhi bassi nel tentativo di estraniarmi da tutto ciò, maledicendo l'africa, gli africani e quella scema che aveva convinto mio marito a portarmi lì. Dopo due ore buone fu pronta la cena. Non avevo mai mangiato cous cous e devo dire la verità, difficilmente ripeterò l'esperienza. Ricordo ancora con raccapriccio un pezzo di montone gigantesco, grondante grasso e cartilaggini varie, affondato tra semola e verdure di origine sconosciuta, servitomi in malo modo da persone chiaramente e giustamente scazzatissime.
Poi d'improvviso l'urlo.
Il nome di mio marito sparato oltre ogni decibel consentito e, al mio voltarmi, una figuretta sinuosa di cui lì per lì distinsi una cascata invidiabile di capelli biondi e un'altrettanto invidiabile silhouette avvolta in una cosa che non si poteva chiamare abito; era una sexy minisottoveste di seta verde smeraldo che frusciava ad ogni passo, segnandole il seno libero da costrizioni e i fianchi sprizzanti promesse che io mai avrei osato fare e che ad ogni fruscio abbassava di mezzo metro la mia autostima.
La scema era rumorosamente arrivata.
Fino a quella sera mi ero vantata di non essere gelosa, ma improvvisamente mi vidi con gli occhi di un uomo: bianca come un cencio, vestita come una zitellona acida, capello spento e occhio vivace come quello di una triglia. Il confronto con la bellezza al bagno che si stava gettando tra le braccia di mio marito non era sostenibile. Avevamo tutte e due ben meno di trent'anni, ma mentre lei sprizzava gioia di vivere e sensualità da tutti i pori, io ero semplicemente una moglie abulica e spenta.
La serata finì in qualche modo che non rammento, la fanciulla svolazzò di fiore in fiore per tutto il tempo e noi ce ne tornammo a casa, mio marito allibito dalla prima ed unica scenata di gelosia della mia vita e io disperatamente consapevole che nessun vestitino di seta avrebbe potuto farmi brillare gli occhi di vita così come avevo visto in quella donna.
Da tempo ripenso a questi 20 anni di vita passati. La sofferenza che giorno per giorno mi ha accompagnata la sento tutta nel cuore e a volte la rabbia per quello che ho perso e che non tornerà mai più è così forte da farmi urlare. Però ora so cosa voglia dire essere donna, so come una sottoveste di seta possa cambiarmi lo sguardo e so che quel luccichìo me lo sono guadagnato con sudore e sangue, l'ho voluto, cercato, rubato dove ho potuto. La fanciulla che quella sera abusò incosciente di una sua dote innata, è ora una signorina di 42 anni, un poco inacidita. Chiedo scusa se, cercando il riscatto da quell'umiliazione e peccando di superbia, mi riguardo come quella sera con gli occhi di un uomo: oggi vinco io.
(Foto: Gustave Klimt)
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Sono lontani quei momenti
quando uno sguardo provocava turbamenti
quando la vita era più facile
e si potevano mangiare anche le fragole
perché la vita è un brivido che vola via
è tutt'un equilibrio sopra la follia
..........sopra la follia!
(Vasco Rossi)
Per Helena, che ha capito al volo i miei equilibrismi...
Non ti conosco, ma profumi di terra buona
(Foto: La fragola che un mese fa era in fiore)
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Comunicazione di servizio:
- Siccome sono stufa di trovare la segreteria piena di scempiaggini (e sì che che il mio "profilo" è chiaro: non sono di tacchinaggio nella Community)
- Siccome sono pigra, e dimentico sistematicamente di cancellare i messaggi mettendo a rischio esplosione la suddetta messaggeria (Madonnina che stress!!)
- Siccome sono pure nostalgica e spesso mi spiace cancellare i messaggi di alcune persone per bene che frequentano il mio blog
Avviso
Che da oggi la segreteria è colma e non verrà svuotata
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Guantanamo, tre detenuti si impiccano per protesta.
"Non è stato un atto di disperazione ma un atto di guerra", ha detto il contrammiraglio Harry Harris, comandante della base prigione nell'isola di Cuba che Amnesty International ha definito "un gulag del nostro tempo". (da Repubblica)
"Questa gente non ha alcun rispetto per la vita, nemmeno per la propria" (Sentita al TG1 delle 12,30)
"Tentativo concertato di martirio" (Ancora da Repubblica)
Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce.
[...]
Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso.
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O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
(Giacomo Leopardi - Alla luna)
(Foto: La luna stasera dal mio balcone)
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(Foto: il mio pesto)
Aggiornamento alle h. 14.00
Mi permetto di consigliare a chi passa di qui, la lettura dell'ultimo post (233) del nostro caro Alexis
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Copio e incollo direttamente da Repubblica.it
La valle delle bambole
Egregio direttore,
sono una studentessa di Lettere moderne dell'Università di Padova, ho vent'anni e sono di Vicenza.
Oggi, entrando nel sottopasso della stazione di Padova, un enorme cartellone mi diceva: "Non è vero che hai le ossa grosse". Non so come ho fatto a trattenere le lacrime. Sto uscendo ora da una patologia alimentare durata sette anni e sono indignata dai cartelloni pubblicitari appesi in questi giorni nella stazione di Padova. Sono stati sette anni all'insegna del controllo costante del mio corpo: mi provocavo il vomito, contavo le calorie che ingerivo, mi pesavo almeno tre volte al giorno, mi tagliavo e mi bruciavo quando non riuscivo a non mangiare il "giusto". In questi anni non facevo che ripetermi di essere enorme, impresentabile, mi sminuivo; meno parlavo del mio corpo, meno volte dovevo entrare in contatto, o meglio in collisione, con la mia fisicità meglio credevo di stare. Non augurerei a nessuno di vivere questi momenti, ma più mi guardo intorno e più mi rendo conto che sono tantissime le ragazze e i ragazzi che soffrono di disturbi nei confronti del cibo. In una società che fa del corpo il suo idolo e ci ha educato a ricercare in tutti gli ambiti la perfezione, non possono che aumentare le patologie, non possiamo che fare di tutto per rientrare all'interno del modello, anche arrivare a non accettarci per come siamo. Abituati a ritenere vero tutto ciò che ci viene detto tramite pubblicità, siamo sottoposti a un continuo confronto con corpi artificiali ritenuti perfetti, ma impossibili da ottenere senza ritocchi chirurgici o fotografici; ma per noi quei corpi diventano realtà, diventano ideali da seguire costantemente, diventano spettri che ci scrutano da dietro le spalle quando ci osserviamo allo specchio e ci sussurrano costantemente che noi non saremo mai come loro. E più ce lo sentiamo dire più cadiamo nel vortice del voler e dover essere ciò che non siamo. Purtroppo nella mia città, Vicenza, si vedono continuamente casi di problemi alimentari dovuti al confronto permanente con finti modelli: anoressiche gravi, volontà di autocontrollo portata all'esasperazione, ricerca di sicurezza attraverso canali pericolosi, soprattutto quello della droga, desiderio di essere apprezzati tramite la mercificazione del proprio corpo. Non ci entrerò di nuovo, non mi farò influenzare da chi vuole una malattia per vendere.
Forse il pubblicitario che ha ideato questa campagna non è mai entrato in una clinica dove curano anoressiche e anoressici gravi, non ha mai provato a vedere quanta fatica si fa per uscirne, quanto pericoloso sia entrarne. Forse non sa che si può arrivare a lasciarsi morire di fame, forse non sa che si può arrivare ad avere infarti, a svenire per strada, ad avere gravi problemi di salute. Spero che si possa fare qualcosa per interrompere all'istante questa campagna pubblicitaria, io di certo non mi fermo qui.
Spero Lei decida di pubblicare questa lettera e sono fiduciosa che il Suo giornale darà lo spazio necessario a questo problema, spesso tenuto nascosto da chi ne è affetto, e ignorato da chi gli sta intorno.
RingraziandoLa anticipatamente per il tempo concessomi Le porgo cordiali saluti.
Silvia Darteni
silviettolina@libero. it
* * *
....E se noi donne cominciassimo a ribellarci, rifiutando di acquistare i prodotti che con la loro pubblicità o altro, non rispettano il nostro corpo e la nostra salute? E se smettessimo di essere fonte di guadagno per gente che ha perso ogni etica e lucra sul nostro disagio?
Io comincio da oggi.
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Radiobet
Pensieri e parole in un click
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L'inizio del Blog
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
cun tucte le tue creature..."
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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
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