Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Messaggi del 13/01/2006

Utopìa

Post n°58 pubblicato il 13 Gennaio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Se echó al monte la utopía
perseguida por lebreles que se criaron
en sus rodillas
y que al no poder seguir su paso, la traicionaron;
y hoy, funcionarios
del negociado de sueños dentro de un orden
son partidarios
de capar al cochino para que engorde.

¡Ay! Utopía,
cabalgadura
que nos vuelve gigantes en miniatura.
¡Ay! ¡Ay, Utopía,
dulce como el pan nuestro
de cada día!

Quieren prender a la aurora
porque llena la cabeza de pajaritos;
embaucadora
que encandila a los ilusos y a los benditos;
por hechicera
que hace que el ciego vea y el mudo hable;
por subversiva
de lo que está mandado, mande quien mande.

¡Ay! Utopía,
incorregible
que no tiene bastante con lo posible.
¡Ay! ¡Ay, Utopía
que levanta huracanes
de rebeldía!

Quieren ponerle cadenas
Pero, ¿quién es quien le pone puertas al monte?
No pases pena,
que antes que lleguen los perros, será un buen hombre
el que la encuentre
y la cuide hasta que lleguen mejores días.
Sin utopía
la vida sería un ensayo para la muerte.

¡Ay! Utopía,
cómo te quiero
porque les alborotas el gallinero.
¡Ay! ¡Ay, Utopía,
que alumbras los candiles
del nuevo día!

(Joan Manuel Serrat)

(Foto: Escher - Alberi)

 
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Post n°56 pubblicato il 13 Gennaio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Mancano dodici giorni al compimento dei miei primi nove mesi senza tabacco.

Mi è tornato in mente stamattina presto, mentre insonne mi rigiravo nel letto sbadigliando, accorgendomi di come il respiro arrivi fino in fondo ai polmoni per poi uscirne con una naturalezza che credevo perduta per sempre.

Non appartengo alla schiera di ex fumatori che la tv sbandiera come grande vittoria della legge Sirchia: non frequentando locali pubblici, non mi ha tolto nulla il divieto di fumo e nemmeno credo sia stata la paura del cancro o dell'infarto a spingermi, poichè in fondo credo di essere abbastanza fatalista e abbastanza poco attaccata alla vita.

Due sono state le molle.

La prima sicuramente, il fatto di essere moglie di un metalmeccanico (in attesa di contratto n.d.r.) e di sentire come un macigno il senso di colpa per ogni sigaretta fumata, perchè, benchè tabagista anche lui, 1.200 euro annui di sigarette per la moglie disoccupata mi sembravano veramente un insulto a lui e alla sua fatica.
La seconda molla è stata la sensazione di ghettizzazione, che d'apprima mi ha fatto rabbia, poi la rabbia si è trasformata in disagio e per me disagio significa una sola cosa: panico a manetta.

Quindi la decisione di smettere, ma come?

Avevo provato altre volte, con la forza di volontò e con le gomme alla nicotina (orribili!), ma ogni volta un fallimento accompagnato da senso di colpa, frustrazione, depressione.
Questa volta ero decisa, sentivo dentro una spinta forte, così cominciai a documentarmi su internet. Trovai di tutto, dall'ipnosi, ai magneti, ai maghi.... Poi la recensione di un libro dove centinaia di persone testimoniavano come fosse stato semplice smettere di fumare. Non ci credevo. Non volevo crederci. Avevo paura di illudermi o peggio, di fare la figura della credulona, ma qualcosa mi spinse ad ordinare il libro. Arrivò dopo due giorni, lo lessi in un pomeriggio e la sera stessa spensi l'ultima sigaretta della mia vita, senza pena e senza rimpiato.

Il libro è stato scritto da un ex grande fumatore che si chiama Allen Carr e si intitola E' facile smettere di fumare se sai come farlo.

Non perchè fà male, non perchè disturba gli altri, non perchè è proibito... ma perchè è schiavitù.

 
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"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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