Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Messaggi del 15/02/2006

 

Post n°128 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da betulla64
 
Tag: dap
Foto di betulla64

L'ho già scritto da qualche parte, di quando non facevo altro che sorridere e dare ragione a tutti.
Poi il meccanismo si inceppò, o meglio, mi accorsi che era un meccanismo fallato, così cercai di aggiustarlo e in questo iniziai a ragionare, comprendendo come fosse il caso di ridere quando mi si faceva ridere e di dare ragione quando il mio ragionamento e non il desiderio di compiacere, mi suggeriva di dare ragione.
Tutto questo non è successo senza lasciare traccia, anzi: sono diventata un'orsa, difficile da avvicinare, ancor più difficile da addomesticare.
Sono orgogliosa, testarda e permalosa e spesso dò più importanza al pensiero che alle persone, e nel pensiero mi perdo.
Qui sono perchè è un mondo possibile. Non per apparire o compiacere. Qui sto perchè non ho altro luogo.
Vi prego di perdonare se il carattere uniti alla cattività mi portano a volte a risposte poco educate.
Cercherò di pensare di più prima di muovere le falangi. Non garantisco che le meningi siano altrettanto
governabili.

(Foto: betulla64)

 
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Il bagaglio dell'esilio

Post n°127 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da betulla64
 
Tag: Parole
Foto di betulla64

Premessa: Grazie a elnaza per avermi dato il coraggio di tediarvi con questa traduzione :) Innanzitutto una spiegazione: Il Poeta gioca con le parole altrernando maschile e femminile, cosa che non si può rendere in italiano. Le parole intraducibili sono messe tra virgolette... Questi versi sono stati scritti da Patricio Manns, Poeta chileno e cantati da lui e dagli Inti-Illimani (vale la pena ascoltarne la versione accompagnata dal Coro del Collegio di Viña del mar) e parla di esilio e di esilianti. E' quindi un canto "politico" (io lo giudico "umano"), ma io ho sempre letto questo esilio e questa lotta contro l'esiliante, come qualcosa di mio: il mio esilio dal mondo e il bagaglio che mi porto appresso.

Tu mi chiedi com'era
quell'assedio che ho subito
ficchi il naso nella mia testa,
nel mio pensare, nel mio qualcosa
e allora ti lascio credere
di aver abbandonato il mio paese
di essere fuggito
rompendo la cruda soglia come un puma spaventato

Però io ti assicuro che non mi hanno tolto niente
visto che da questa terra
non mi potranno allontanare

Infatti, come potranno cancellare
il mio vulcano con la sua "vulcana"
deviare dalla mia anima
l'imboccatura del fiume con la sua foce
scalfire dal mio paesaggio
l'albero con la sua alberatura
uccidere nelle mie tempie
il rude pidocchio con la sua "pidocchia"
Bruciare con un rogo consueto
il mio libro e la sua livrea
unire la daga con il mio dolore e la sua pena
fare affondare nel temporale
la mia barca col suo fusto
far scappare in ritiratail mio scongiuro
con la loro congiura
far vibrare la corda del mio solfeggio
con la sua solfeggiata

Tu mi chiedi come era l'assedio che ho subito
ti metti a spiare nella stazione della mia memoria
ebbene, ammetto che alla fine
hanno vinto la battaglia
ma che ancora non si conosce il risultato della guerra

Però confesso che non ho smarrito
nemmeno un granello di polline
dato che da questa terra
non mi potranno allontanare

Infatti come potranno
snervare il mio caso con la sua casa
assottigliare il sacco con il loro saccheggio
far tacere il mio canto universale di grillo
con i loro grilletti
svuotare di contenuto il mio araucano e la sua araucania

Scavare con funebre piacere
il mio loculo con la loro tomba
frenare la turbolenza delle mie gesta
con il loro gesto
l'impatto di coloro che mi attendono
con la loro attesa ostinata
Il bagaglio dell'esilio è la mia valigia di fumo

Dato che da questa terra
non mi potranno allontanare

 
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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