Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)
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"Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango,
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino.
Siccome - ripeto - sono ambizioso,
volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti:
"Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là".
(Cesare Pavese)
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Oroscopo
"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)
Blo(g)cco Note
Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
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Messaggi del 13/08/2006
Ogni sera ascolto passare l'aereo delle 23 e 27.
Chissà da dove parte e dove è diretto. L'unica cosa certa è che è di una puntualità impressionante. Resto così ad aspettare che il sonno arrivi, mentre il rombo si spegne tra le nuvole. Quando riguardo l'ora proiettata sul muro, in genere sono le 3 e 25 e mi chiedo il perchè di questa mia insana precisione nell'interrompere l'agitarsi dei miei sonni, ma tant'è, ogni notte è così. Allora mi alzo vengo qui in cucina ad accarezzare il gatto, a bere un sorso di acqua, a controllare che davvero sia quest'ora impossibile, poi mi rimetto a letto finchè l'alba mi coglie ancora insonne e arrabbiata, stanca di rivoltarmi (nel letto o al letto?) mi alzo e preparo il caffè. Sono le 6 e si fa chiaro su un paese raggelato dalle piogge; chiudo la finestra sui sette gradi scarsi che spifferano sulle mie caviglie nude e inizio l'ennesima giornata storta di questa estate infinita e tragica di guerre lontane e paci armate domestiche.
Sì, davvero strana questa estate. La prima interamente trascorsa qui in cucina. Niente montagna, niente passeggio, niente di niente. Solo l'attesa e l'insonnia. E la rabbia. Verso chi, verso cosa, non si sa; so che è distruttiva. Attacco per difendermi senza curarmi di chi o cosa faccio a pezzi. L'ho già sentita al TG questa, solo che qui da me non verranno forze di interposizione, anzi, andando avanti così credo che mi ritroverò sola per davvero.
Sono le 6 e 18. Il mondo non vuole saperne di svegliarsi. Forse perchè è domenica, nessun rumore, nessuna luce accesa oltre la mia. Il gatto reclama una seconda colazione mentre il mio stomaco si contorce sull'unico caffè e sul terrore per questo ennesimo giorno da far passare.
Chissà da dove parte e dove è diretto. L'unica cosa certa è che è di una puntualità impressionante. Resto così ad aspettare che il sonno arrivi, mentre il rombo si spegne tra le nuvole. Quando riguardo l'ora proiettata sul muro, in genere sono le 3 e 25 e mi chiedo il perchè di questa mia insana precisione nell'interrompere l'agitarsi dei miei sonni, ma tant'è, ogni notte è così. Allora mi alzo vengo qui in cucina ad accarezzare il gatto, a bere un sorso di acqua, a controllare che davvero sia quest'ora impossibile, poi mi rimetto a letto finchè l'alba mi coglie ancora insonne e arrabbiata, stanca di rivoltarmi (nel letto o al letto?) mi alzo e preparo il caffè. Sono le 6 e si fa chiaro su un paese raggelato dalle piogge; chiudo la finestra sui sette gradi scarsi che spifferano sulle mie caviglie nude e inizio l'ennesima giornata storta di questa estate infinita e tragica di guerre lontane e paci armate domestiche.
Sì, davvero strana questa estate. La prima interamente trascorsa qui in cucina. Niente montagna, niente passeggio, niente di niente. Solo l'attesa e l'insonnia. E la rabbia. Verso chi, verso cosa, non si sa; so che è distruttiva. Attacco per difendermi senza curarmi di chi o cosa faccio a pezzi. L'ho già sentita al TG questa, solo che qui da me non verranno forze di interposizione, anzi, andando avanti così credo che mi ritroverò sola per davvero.
Sono le 6 e 18. Il mondo non vuole saperne di svegliarsi. Forse perchè è domenica, nessun rumore, nessuna luce accesa oltre la mia. Il gatto reclama una seconda colazione mentre il mio stomaco si contorce sull'unico caffè e sul terrore per questo ennesimo giorno da far passare.
E vieniti a coprire, vieniti a riscaldare,
su questa poltroncina a forma di fiore.
Questo tempo che viene non darà dolore,
questo tempo passerà, senza farci del male.
Questo tempo passerà o lo faremo passare.
su questa poltroncina a forma di fiore.
Questo tempo che viene non darà dolore,
questo tempo passerà, senza farci del male.
Questo tempo passerà o lo faremo passare.
(Francesco De Gregori)
(Foto: Gustav Klimt - La fattoria delle betulle)
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E se non c'è più religione
andremo a casa un'ora prima...
(Alessandro Bergonzoni)
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Grazie a Quotidianamente H.
...Il capitano arrivò, lesse il biglietto, squadrò l'uomo da capo a piedi, e gli rivolse la domanda che il re aveva dimenticato di fare, Sapete navigare, avete la patente nautica, al che l'uomo rispose, Imparerò dal mare....
(Josè Saramago, Racconto dell'Isola sconosciuta)
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Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante non hay camino; se hace el camino al andar.
(Antonio Machado)
Parole al vento...
"Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
cun tucte le tue creature..."
"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."
da "La coscienza di Zeno"
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