Creato da christie_malry il 25/07/2013
Empire Of slack
Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso
Post n°214 pubblicato il 17 Gennaio 2017 da christie_malry
Il grano dal lòglio "Mai bere a stomaco vuoto". "Lo dice anche mia madre." "Al massimo potrei essere tuo fratello." "Hai già un fratello...non ti basta?" Phil capì che i nodi stavano arrivando al pettine, ma davvero non riusciva a decifrare l'espressione languida di Costanza. "Non mangi? Non hai fame?" "Più tardi. Forse qualcosa..." "Senti, mi dispiace per quello che sta capitando con Lawrence." "Cosa significa? Mi compatisci. non ho bisogno di stronzate mielose." Phil sentì le dita magre di Costanza sfiorargli la coscia sinistra mentre arrivava la vodka doppia per la ragazza. Lei ne vuotò metà in un sorso, poi insistette a toccarlo sul tessuto dei pantaloni sempre più verso il centro. Il giovane uomo sentì la mente entrare improvvisamente in un black-out, il cervello farsi gelatina e le gambe iniziare a tremare. "Che significa tutto questo?" Biascicò, ma fece fatica a riconoscere la propria voce talmente si era ridotta a un'esile e sottilissimo falsetto. Costanza tolse improvvisamente la mano e sorrise. Poi vuotò il rimanente del superalcolico. "Ti ripeto: mi stavi seguendo? Cosa vuoi da me?" Lui aveva ripreso forza non appena lei si era staccata e nell'istante che arrivava la sua portata. Sorseggiò la birra, pesante e scura come le sue riflessioni, mentre lei si era improvvisamente alzata spingendo indietro la sedia: "Conta di più la tua integrità o la passione?" "Qui ci deve essere una trappola..." Disse sottovoce Phil, inorridito. "Una trappola? Beh, fratello, sai dove abito e adesso tornerò proprio là. Oggi attacco tardi il lavoro, se vuoi passare a farti un drink sai che ci sono, fino alle sei. Io e te abbiamo bisogno di parlare." Poi si diresse con la falcata precisa delle sue lunghe gambe verso la porta d'ingresso del locale. In un attimo era sparita lasciando solo il lievissimo eco dei vetri e lo stupore a mezza bocca di Phil. Lo stomaco gli si era chiuso e masticava la salsiccia come fosse un pezzetto di plastica rosa. Comunque si impose di non dare nell'occhio e, con grande sforzo, prese a terminare il pranzo. Quando fu alla cassa per saldare il conto si rese conto che la dunkel nera gli aveva ammorbidito le ginocchia e ottuso i sensi di colpa. Ordinò al banco una vodka Cossack e la ingurgitò d'un colpo solo. Poi salutò i gentili tenutari e prese la strada. Un tiepido sole stava spuntando dopo il rimescolio dei fiocchi sottili e gli ferì per un attimo le pupille grazie al riflesso sul ghiaccio. Stando attendo a non scivolare cercò di orientarsi con i pensieri ma fu solo in grado di accendersi una sigaretta e osservare gli anelli di fumo uscirgli dalla bocca. Un brivido lo stava percorrendo tutto: era paura ma anche esaltazione; era a un tiro di schioppo da Oranienstrasse e Costanza lo stava attendendo, per fare cosa Dio solo lo sapeva. Scopare? Impossibile pensò. Una situazione troppo perversa e intricata. Eppure quelle dita sulla coscia...fantasie! tagliò corto...Era sempre stata una provocatrice e una tipa acidamente scherzosa. Era il suo modo di fare...anche quello che era avvenuto al Curry 36. Si accorse che il mozzicone di cicca gli stava bruciando le dita e lo scaraventò a terra sibilando una bestemmia. Il casino si era impadronito della sua vita ordinaria e felice e lo stava mordendo all'orecchio versandovi, al contempo, parole viziose. Gli venne la voglia di urlare forte ma invece si incamminò verso Oranienstrasse. (Continua)
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Post n°213 pubblicato il 16 Gennaio 2017 da christie_malry
Il grano dal lòglio Phil decise di sortire dal suo guscio di casa anche perché la neve si era fatta più sottile. Aveva deciso di spostarsi verso Kreuzberg per una ragione imprecisa e di lasciare Lawrence impelagato nella sua battaglia interiore. Scese ad Hallesches Tor e cominciò a bighellonare guardando le facciate dei palazzi. Percorse Gitschiner Strasse, poi prese a destra su Baerwald e camminò per un bel pezzo impregnandosi della fresca sanità dell'aria sgomberata dai residui dello smog. Era stranamente eccitato, in senso fisico. Era un periodo così. Marta gli stava dando tutto e lo portava verso sommità di piacere solido mentre un'energia a fare, a compiere delle azioni importanti gli correva per le arterie. Era una strana mescolanza di sensualità e decisione: tutto gli sembrava decisamente troppo stretto per la sua personalità in espansione. Era come una locomotiva in piena corsa. Avrebbe già voluto rivedere la sua ragazza, prenderla con fantasia e rabbia sul divano, accrescere le ore del piacere. Invece stava svoltando su Gneisenau e imboccando la grande via con i muscoli tesi e l'esasperazione a mille. Pensò addirittura di tornare a casa e masturbarsi. Poi, grazie al cielo, il freddo gli vinse la pelle e pensieri più ordinari vennero ad affollargli il cervello. Sentiva il bisogno di esaurirsi, di stancarsi, di annullarsi. Le sue riflessioni erano una fricassea di morte e vita, lavoro ed erotismo, esaltazione e rabbia. Senza accorgersene era arrivato davanti al Curry 36, un ristorante ben piazzato e altrettanto affidabile. Aveva fame e decise di fermarsi per godere di un boccone. Entrò e venne accolto affettuosamente da un cameriere guercio da un occhio ma bravissimo. Venne portato a un tavolino e iniziò a sfogliare il menù ordinando in anticipo una grossa birra dunkel. L'atmosfera gli piaceva e lo pizzicava amorevolmente. Fuori la solita pioggerellina di fiocchi smagliava l'aria fresca. Ordinò delle salsicce con patate e allungò le gambe sotto al tavolo. Si sentiva grintoso e cominciò a pensare a suo fratello, sentimentalmente baraccato, spiazzato, confuso e congestionato dai sensi di colpa. Lui, almeno, era felice e soddisfatto e si sentiva appagato dall'esistenza che menava. La sua ragazza era stabile e tutt'altro che ambigua, schietta e specchiata si tirava fuori dal casino in cui stavano intrecciati Lawrence e Costanza. Già, Costanza...Ma non era lei che gli stava di fianco, in piedi, proprio in quel momento? Si grattò il pomo di Adamo, si raschiò la gola e si passò le mani sugli occhi ma Costanza era proprio lì, alta come Marta, bella e finemente sciupata come Marta, affascinante come Marta. "Che succede? Mi stai seguendo?" Fece lui. Lei nemmeno sorrise ma prese una sedia accomodandosi al suo fianco e ordinando una vodka Cossack doppia. "La ragione?" Fece lui. "Mi riscalda e mi fa la punta ai pensieri." Fece lei, improvvisamente ammiccante e con lo sguardo torbido. (Continua) |
Post n°212 pubblicato il 13 Gennaio 2017 da christie_malry
Il grano dal lòglio Phil si era posto in attesa senza ulteriori cerimonie. Sapeva che sarebbe giunta una telefonata. E infatti arrivò. Dall'altro capo Lawrence singhiozzava pesantemente e non riusciva a terminare una frase decente. "Vuoi vedermi?" Fece il fratello saggio. "Non lo so. Adesso come adesso non ho voglia di incontrare nessuno, tranne me stesso in uno specchio." "Dovresti essere al settimo cielo: due donne e un lavoro di executive alla Volkswagen. Cosa ti manca?" "Non prendermi per il culo. Sai bene che è la situazione peggiore che possa esistere. Voglio bene a Costanza." "Ma non puoi mollare la bimba. Non è che vuoi vendicarti della tua fidanzata per il suo successo, non è che ti fa sentire meno uomo?" "Non capisci. Non puoi capire. Greta mi dona qualcosa che Costanza ha dimenticato. Mi ha messo nel carrello degli articoli usurati e dimenticati." "Una ragazzina di diciannove anni?" "Definiscila come vuoi, ma è brillante, socievole, colta e ipersensibile alle cazzate altrui. Mi ha gettato un salvagente." "E cosa pensi di fare? Entrambe sanno l'una dell'altra e potrebbe scaturirne un casino micidiale. Poi non voglio che chiazzi il rapporto fra me e Marta, ed è quello che sta succedendo." "State litigando per causa mia?" "Non ancora ma è probabile che lo faremo molto presto." "Non capisci, non posso mettermi con Greta per quanto mi piaccia. Il mio futuro prossimo è ancora insieme a Costanza, me ne rendo perfettamente conto. Siamo una coppia come si deve. Siamo presentabili insieme. Ho trentadue anni e lei mi completa perfettamente. è solo...un mio problema: Io e Costanza ci stiamo distanziando in maniera stupida e non v'è una ragione precisa, nemmeno il suo lavoro. Abbiamo affrontato di peggio in quattro anni. Debbo semplicemente crescere, Phil. Mi aggrappo a Greta come a una polizza contro gli infortuni della vita e gli urti del cambiamento. Sto regredendo, fratello; mi vedo con ragazzini, il lavoro mi sta sul gozzo, passo le serate a bere e nei club. è come se, improvvisamente, la possibilità di stabilizzare la mia posizione mi inquietasse e mi facesse scoprire nudo. Costanza non ha bisogno di me nella sua attività, è autonoma e cazzuta. Vorrei che condividesse un pezzo della sua esistenza con il sottoscritto: non possiamo camminare su linee parallele senza mai incrociarci." "Non pensi che lei soffra?" "Silenziosamente, ma sì. Soffre." "Sai benissimo che non si metterà con un altro uomo, non è la persona che farebbe questo malgrado il tuo comportamento da imbecille. Sembra che tu stia facendo di tutto per farle tirare i nervi! Fino a che punto vuoi portarla?" "Non sono in pari con me stesso, Phil. Non ho vissuto la mia adolescenza e ora la sto rincorrendo come un disperato. Il pensiero di una vita normale e piacevole mi terrorizza." "Quello che ti terrorizza, Lawrence, è il fatto di riuscire nella vita. La possibilità di inserirti in una Società, la realtà di essere un uomo con delle qualità, credi a me." Phil percepì il silenzio dall'altro capo, poi la telefonata si interruppe. (Continua)
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Post n°211 pubblicato il 12 Gennaio 2017 da christie_malry
Il grano dal lòglio Lì, pencolante sopra Oranienstrasse recuperò Costanza avvolta in una nuvola di hashish. Sua sorella la fece entrare senza nemmeno chiedere chi fosse. "Aspettavi lo spacciatore?" Fece lei severamente ma non durò che pochi istanti. Subito furono l'una nelle braccia del l'altra e lo scoppio di pianto deflagrò come un tuono improvviso in una giornata abbastanza becera. Quando terminarono le presentazioni Marta si sedette per terra, sopra un magnifico Tabriz. Costanza faceva fatica a parlare: non trovava le parole precise per esprimere la propria debolezza interiore. "Chi è la tipa?" fece la sua gemella. "Ah, una studentessa conosciuta dentro un bar trendy. Penso abbia 19 anni." "Che fai?" "Che debbo fare secondo te? non posso lasciarlo. Aspetto giusto che si liquefi da solo. Il lavoro gli sta andando male, non è persona da reggere due storie, forse dello stesso peso." "Sai bene quello che vorrei, e forse dovrei dirti..." Costanza si levò dalla sedia in vimini: " Certo. Che non mi merita, che potrei avere tutti gli uomini del mondo, bla, bla, bla..." Portava in giro per la stanza la sua canna vertiginosa e si preparava a dare battaglia. Marta la sogguardava con attenzione. Si era fatta bionda e aveva i capelli cortissimi ma, a parte quello, era veramente il suo ritratto. Stessi zigomi alti, occhi grandi e azzurri, mento appena accennato, pelle pallidissima, orecchie con una lieve sporgenza nei padiglioni alti, che la rendeva irresistibile. "Aspetti che crolli e che torni a casa con la coda tra le gambe? Non conosci abbastanza gli uomini: sono capaci di stare per secoli con il piede in due staffe. Sono melensi, capricciosi, frignoni, indecisi, malati di fica e squallidi. Lawrence, con tutte le sue arie, non fa eccezione; Probabilmente il vederti salire lo ha costretto a scendere." "In parole comprensibili?" "Stai sfondando, sorellina. Tutte le riviste cool ti vogliono, tutti ti cercano e ti propongono contratti. Cos'era l'ultima? La Lancome? Questo ha risvegliato il vittimismo nel tuo Lawrence e lo ha fatto rinculare. Cominciava a non sentirsi all'altezza e a cercare conferme proprio mentre tu prendevi il volo. Ha preso, per ricattarti, l'unica arma che aveva: l'Amore. E tu ci sei cascata come una pera matura. In un certo senso è stato abile." "Dici che non voglia che faccia la mia strada? Apparentemente era d'accordo. Ne abbiamo discusso." "A chiacchiere, ma gli hai tolto il terreno sotto i piedi e adesso ti ha messo nelle condizioni sbagliate: quelle di essere costretta a fare il passo ulteriore." "Mollarlo, intendi? Sai che non lo farò mai." "No, cercarlo. Fare atto di prostrazione davanti alla sua figura, perdonarlo. Riaverlo con te solo dopo che lo avrai massaggiato per un po' ." "Vuole farsi compatire? Sa bene che non lo farò mai." "Ma lui sa bene che non sei in grado di attendere che si smantelli da solo. Sei troppo emotiva." "Allora non stiamo risolvendo nulla, che sei venuta a fare?" Fece Costanza dura." Marta sorrise sfuggente: "Innamorati del mio ragazzo, di suo fratello. O almeno così fagli credere. Vedrai come salterà in aria...Sarà la cosa più obbrobriosa e allucinante che lui riesca a concepire. Se c'è qualcuno che adora più di te forse è proprio Phil." Costanza rise istericamente; grossi lacrimoni le scendevano dalle ciglia mentre trovava che il piano della gemella non era poi così assurdo. (Continua) |
Post n°210 pubblicato il 11 Gennaio 2017 da christie_malry
Il grano dal lòglio Phil si voltò girò, vestito di sola pelle. "Intendo che se tutti i pensieri reconditi fossero rivelati saremmo felici o folli, o entrambe le cose. Non potremmo reggere una simile pressione anche se ci porterebbe il dono della sincerità. Esiste uno spazio nella tua psiche dove Io non potrò mai accedere, ed esistono cose che non potremo mai dirci. Quindi, amanti, uniti, fidanzati, ma mai fusi insieme." "è un peccato?" Fece lei. "è indispensabile." Rispose lui e si chiuse nella doccia. Fuori il ritmo della nevicata era fiacco e Marta pensò che Phil la stesse conducendo su sentieri impervi e dentro cubi di rubik con formule strane dipinte alle pareti. Era vero: Nessuno si compenetrava completamente sulla terra, ma era tanto un male? Si ripeté. Una vita senza segreti, parole non dette, una vita di esplorazione del proprio compagno era così negativa? Cosa sarebbe rimasto all'uomo e alla donna se non si fossero scoperti insieme, parzialmente? Udì scorrere l'acqua nel bagno e si alzò cominciando a vestirsi. Non voleva stare oltre in quel posto. Preferiva detergersi tranquilla a casa sua. A volte odiava il suo ragazzo per come si scorticasse con gusto e mettesse la coerenza e la scientificità alla sommità dei propri interessi. Ciò che la colpiva era che Phil ambiva all'esposizione totale, una rabbia feroce contro le ipocrisie e le distanze, il cavare da ogni anima la ghiandola pineale dell'oro. Ma era una mossa maldestra e disperata. Lo chiamava Lutero per la sua onestà graffiante e il suo scavalcare ostacoli alla ricerca della purezza assoluta. Forse questo l'aveva spinto fra le braccia di un'attrice pornografica. Lì non v'era nulla da celare. Il grande mistero dell'accoppiamento si sbrigava velocemente, senza morbosità o buchi cerebrali. Tutto ciò su cui costruivano gli uomini era ridotto a un'eiaculazione su un volto o una vagina spalancata. Phil cercava il segreto della nudità esistenziale e credeva d'averlo trovato in Marta; nella sua assenza di fronzoli, bugie, atteggiamenti. Forse aveva ragione ma il percorso era ancora lungo e ora lei stava avviandosi verso la porta dopo essersi ben coperta. Chiuse a chiave, tanto sapeva che l'uomo non ne avrebbe avuto a male: era avvolto dalle spire dei dolori e dei misteri del mondo e sarebbe stato in trance ancora per diversi minuti. Scese le scale fino a Bayerische strasse e ciondolò verso il corso principale. Avrebbe preso la metropolitana all'incrocio con Uhlandstrasse per sorbirsi cinque fermate fino a Kreuzberg. Lì avrebbe trovato sua sorella Costanza forse in lacrime, forse accesa come una torcia. Chi poteva dirlo? Pur essendo gemelle la personalità di Costanza alternava i chiari agli scuri e necessitava sempre di una sana fuga. (Continua) |
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