Angolo nascosto

Comunicazione di servizio

Il Covid è tornato a trovarmi. Dopo 2 anni dalla 'prima volta', quando ancora il vaccino era un'utopia e i tamponi si facevano nei drive in, stamattina la farmacia ha sentenziato la mia positività.

Ghosting

L'argomento è già stato affrontato in passato

da me e anche da altri.

Ma periodicamente salta fuori una considerazione.

Sono parecchi anni che 'abito' questo condominio.

Ho conosciuto virtualmente tante persone.

Parlo di persone, e non avatar, perchè mi piace pensare

di confrontarmi con esseri veri e reali, di là dallo schermo.

Con alcuni di essi è nato un dialogo più o meno assiduo.

Entrare qui dentro e leggere i post e/o i commenti di queste persone

è un piacevole appuntamento, quasi come quando ci si trova al bar a scambiare due chiacchiere.

Dove voglio andare a parare con questo discorso?

Come ho detto in premessa, un pensiero che ricorre.

Mi riferisco a coloro che sono improvvisamente scomparsi.

Chi ha diradato i post/commenti fino a sparire dai radar.

Ora, per carità, ognuno è libero di andare e venire a proprio piacimento.

Quello che lascia l'amaro in bocca è questa disparità di comportamento tra reale e virtuale.

Troppo spesso nel secondo caso le persone sono sparite senza una parola, un cenno, un vaffa... (meglio di niente!).

Nella vita reale si arriva a capire il motivo del 'ghosting'.  Uno screzio, un malinteso, interessi diversi ecc...

Il mio disappunto, con una punta di dispiacere, in alcuni casi, è proprio questo fenomeno tipico del mondo virtuale.

Questa consapevolezza talvolta mi rende diffidente nell'aprirmi alla confidenza.

Solo un po' eh!

Credere nell'essere umano

Ogni giorno succede qualcosa
per cui sento assottigliarsi la mia fiducia nell'essere umano.
Tante piccole prove "a carico", gesti, parole, cadute di stile, inciampi vari.

Allegria! (ironico)

La morte. Pensiero ricorrente.

Un po’ lugubre come argomento, ne convengo.

Ieri, in serata, un’ambulanza si è fermata nel palazzo di fronte al mio.

Inevitabile affacciarsi a guardare.

Ci siamo chiesti “Chi e cosa?”.

Ci si aspettava di vederla ripartire a sirene spiegate.

Ma visto che il tempo passava e niente succedeva,

si è pensato non fosse un buon segno.

Solo molto dopo mi è venuto un secondo pensiero.

“Magari l’hanno curato in casa e non ha avuto bisogno di altro”.

Non è irrilevante però che il primo pensiero sia corso alla morte.

Non posso negare che ci penso spesso.

Mi scopro ad ascoltare il mio corpo.

Come a captare segnali di imminente ‘guasto’.

Irrazionale? Sì, ma innegabile.

Ascolto anche il respiro di chi mi sta vicino, di notte.

A tratti con apprensione, anche se leggera.

“E se rimango sola cosa faccio?”

Indugio, sveglia, in simili immaginazioni.

Forse ho troppo ‘momenti morti’ nella mia giornata.

O forse va così e basta.

Si stava meglio quando...

Sfogliando miei vecchi post del famigerato periodo Covid e dintorni,

mi sono resa conto di come eravamo messi male negli anni 20/21.

Vita a zone, di vari colori.
Divieto di sconfinare, di assembramenti, un metro di distanza ecc...

Ma, come spesso succede, si dimentica in fretta.

La tanto agognata 'normalità', una volta ripristinata,
ha già ricominciato ad andarci stretta.

Dimentichi del fatto che non potevamo fare neanche una passeggiata a più di 500 mt da casa, adesso ci siamo ripresi tutto il pacchetto di fastidi e frustrazioni ben precedente agli ultimi 3 anni.

Certo, io parlo per me. Ma ho idea che sia un pensiero comune.