Essere finalmente Uno. [Meditazione dell’Unità, 21.8.2017]

Siamo gli infiniti creatori di questo universo, di tutti gli universi finora conosciuti, e di qualsiasi altro universo potrà venire in essere in qualsiasi tempo/spazio/dimensione.

Qualsiasi nostra azione, qualsiasi nostra movenza, qualsiasi cosa dovessimo immaginare, in qualsiasi direzione e senso, avrà degli effetti, e quegli effetti creeranno nuove possibilità, nuovi motivi, nuove modalità esistenziali.

Noi siamo illimitatezza, e non abbiamo né inizio né fine. Ma nella sostanza, la quale è a sua volta effetto di quella causa prima base di tutto, ogni cosa subisce continue trasformazioni, che possono essere considerate in base ai tempi, alle usanze, alle varie e indefinite interpretazioni della verità, fine/inizio, o qualsiasi altra definizione espressa.

Ciascuno di noi crea la propria realtà a proprio uso e consumo, e, senza giudizio, avrà alla fine arricchito il Creatore di tutta la tangibilità sperimentata e della relativa conoscenza acquisita.

Non vi è giudizio. Non può esserci giudizio. Tutto è Uno. Non c’è separazione, non c’è bene o male, non vi è giusto o sbagliato.

Quindi, nessun giudizio. Oltretutto, chi giudicherebbe chi?

Le decisioni che prendiamo, la strada che scegliamo e percorriamo, hanno a che fare solo con noi, e niente e nessuno potrà mettersi tra noi e la realtà che sempre siamo stati e sempre saremo. E che nessuno potrà mai usurparci.

Quindi ognuno sceglie il proprio gioco. E nella dualità, la partita vede sempre vari partecipanti intesi non tanto nel senso di identità dell’Uno che tutto è, ma di entità separate in perenne contrasto tra di loro.

Tutto nell’universo è limitato. È scelta obbligata del creatore. La creazione rimane condizionata. Seppur aperta a qualsiasi sperimentazione, in qualsiasi direzione, vi sono comunque delle leggi che in qualche modo stabiliscono dei confini, delle estremità oltre i quali, in qualche modo, non è possibile spingersi.

Risonanza, libero arbitrio, “garantiscono” che non ci si possa, in questa specifica manifestazione, inoltrare al di là di determinati margini di indagine. E che, dall’altra parte, assicurano, e lasciano presagire, precisi risultati.

Il pianeta Terra è in uno stato di quarantena. È per essere chiari, un pianeta “schiavo”. Tutta l’umanità, intendendo peraltro tutto quanto la concerne, minerali, vegetali, animali, [e ovviamente umani, che, per qualche motivo, non giustificato e neanche giustificabile, si sono innalzati a vertice della catena], è schiava, prigioniera di razze e specie che non nutrono alcun interesse per lei [umanità] se non per l’uso che possono farne [proprio nutrimento].

Si tratta di esseri che, pur anch’essi – come tutto e tutti – provenienti dalla stessa Fonte/Sorgente, hanno perso completamente la connessione con quest’ultima, e sono ciò che spesso noi appelliamo come “oscurità”, seppur abbiano denominazioni e titoli ancora più minuziosi.

Il loro “dominio”, da noi in qualche modo accettato – e, per come funzionano le cose nell’Universo, non potrebbe essere altrimenti – è alla fine ormai, in questa fase del tempo su questo spazio. Perché, come si è detto, nulla dura per sempre, e, ancora di più, ciò che pressa per il superamento dei principi, o per il raggiramento delle anime, facendosi beffa delle leggi del creatore.

Si rilevava prima “da noi in qualche modo accettato”. Ci sono tanti modi per “accettare” qualcosa, ad esempio un accordo, un contratto, uno stato, una situazione, un insieme di fasi e circostanze.

Possiamo prendervi parte ed essere soggetti attivi, o possiamo lasciare fare, ed essere in qualche modo passivi.

È come in politica o nell’amministrazione della cosa pubblica. Alcuni cercano di partecipare attivamente, cercando di fare del proprio meglio, altri cercano solo di ricavarci qualcosa, magari a danno dei propri simili che hanno accordato loro fiducia, mentre tantissimi lasciano fare, per un motivo o un altro, completamente disinteressati [e sono i preferiti di quelli tendenzialmente poco onesti].

Se si aggiunge che la vera amministrazione dei ” patrimoni ” pubblici concerne chi non compare neanche lontanamente nella lista che abbiamo prima elencato, abbiamo il quadro di ciò che con il nostro disinteresse, e con la nostra poca onestà, abbiamo provocato.

Se non prendiamo finalmente posizione, dicendo “no” o “basta” a ciò che non va più bene per una energia che ha a cuore l’interesse di tutti, che non può non essere contraddistinta dal rispetto e dall’onore di tutti, e per tutti, e che serve solo l’Uno che tutti siamo, se non [co-]creiamo immediatamente un mondo migliore, sublime, e il più grandioso che si possa immaginare, fondato sul benessere e l’abbondanza per tutti – tutti gli esseri indistintamente, di qualsiasi ordine, grado, appartenenza, specie e razza – allora meritiamo ciò che finora abbiamo accettato, l’essere cioè servi e schiavi, a dispregio della regalità della nostra origine, e della nostra indubbia e infinita sovranità.

Perché è anche così che finora abbiamo permesso che altri decidessero di questo bellissimo pianeta, e della sua distruzione, e del disfacimento della razza umana e dell’infinito dolore che ad essa è stato nei millenni procurato.

Chi sa che qualsiasi male, qualsiasi sofferenza, qualsiasi dolore a chiunque è impartito all’Uno, e quindi a tutti quanti che l’Uno sono,  non può permettere, quando finalmente riesce ad apprendere la vera verità sul reale svolgimento delle cose – che la decisione sulla propria sussistenza e su quella di tutti gli altri, competa ancora a chi non ha neanche lontanamente a cuore il bene di questa stessa esistenza. E se può agire, se è nella possibilità di dare una propria contribuzione alla fine risolutiva di questa sofferenza smisurata, qualsiasi cosa possa fare – anche una piccola meditazione, o un mantra, o un pensiero – del resto, a chi può fare del male meditare per qualche minuto, o recitare un qualche mantra, o cantare un qualche bhajan?, certamente non a chi lo fa, e neanche a chi è nel proprio cuore e vicinanze, sempre che l’intento sia puro e lo scopo nobile – cosa gli dovrebbe impedire di farlo [se non la programmazione e il condizionamento di quella parte di mondo fatta di non-luce e di non-amore che vuole solo che nulla cambi]?

E se si è uniti in questo, e la razza umana lo dovrebbe sempre essere, perché è Una nell’Uno, il risultato è assicurato, e l’effetto non potrà non essere che clamoroso e stupefacente.

Chi ha, da diversi millenni a questa parte, soggiogato e signoreggiato il pianeta e l’umanità, lo sa bene, visto che in pochi uniti hanno raggiunto risultati portentosi, seppur in contrasto con il cuore del creatore che vuole innanzitutto il rispetto di tutti gli esseri.

Adesso, è il momento che decidiamo di muoverci anche noi nella direzione dell’Unità. Ovviamente nel bene, nell’Unione e nell’Uno che tutto È, e che tutti noi siamo. Perché noi Siamo la Luce!. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Essere finalmente Uno. [Meditazione dell’Unità, 21.8.2017]ultima modifica: 2017-08-18T15:30:37+02:00da mariuslion