Creatori della propria realtà.

Noi siamo lo stesso Creatore. Siamo in verità un’infinitesima particella di esso, come una goccia dell’oceano. Ma la parte è uguale al tutto, senza che possa registrarsi alcuna essenziale differenza. E quando immersa nell’oceano, anche quell’illusione di differenza, e di separazione, scompariranno del tutto e definitivamente.

Almeno fino alla eventuale successiva avventura.

Il creatore di ogni specifico mondo, di ogni insieme di complessi che chiamiamo comunemente Universo, è in effetti quel primo segno di consapevolezza, dalla quale origina poi – ma per ogni realtà il conto potrà essere diverso – la Luce, l’Amore, il libero arbitrio, e le varie leggi che regoleranno quello specifico sistema, dalla risonanza, all’attrazione, alla confusione, secondo le coordinate e le frequenze di riferimento.

Pertanto, noi siamo lo stesso Creatore, e, per il suo tramite, per semplice diritto di origine, lo stesso Primo Creatore, quel primo accenno dal quale, ammesso che si possa abbozzare una qualche definizione, tutto ha avuto un ipotetico avvio.

Ne abbiamo tutte le caratteristiche, ne condividiamo la genesi, e siamo in essenza ciò che vi era prima di quell’inizio che abbiamo in qualche modo, pur osando, sintetizzato.

Ma ritornando all’esempio della goccia dell’oceano, noi siamo gocce tra illimitate altre gocce, e condividiamo specifiche realtà, allo stesso potenziale titolo, dove operiamo, o siamo liberi di farlo, osservando delle regole poste dal Logos, il Creatore.

Sulla base di queste norme di base, creiamo quanto vogliamo sperimentare, arricchendo in tal modo l’intera realtà, che è lo stesso creatore, che in tal modo conosce le varie e indefinite sfaccettature di se stesso, in quella particolare e autoimposta limitazione.

In verità, affermare che noi siamo lo stesso Creatore, o la Fonte/Sorgente, o Dio, se con questi termini intendiamo quell’Inizio al quale abbiamo accennato, è come minimo imprudente. Non tanto perché non sia vero, quanto perché si tratta di verità che, per essere afferrata nella sua complessità e globalità, richiederebbe un livello di conoscenza, e relativa coscienza, non certo tipico, né tantomeno comune, in questa densità.

Anche affermare che noi siamo i creatori della nostra realtà richiede già un lavoro di comprensione in grado di estendersi per gli infiniti stati che ne compongono già la semplice struttura di sostegno. Perché dovremmo conoscere le connesse, impercettibili e allo stesso tempo mastodontiche modalità operative.

Dovremmo cioè sapere in maniera corretta come le cose esattamente funzionino, di come, e dove, le cose si concretizzino, dall’idea al pensiero a qualsiasi altra movenze e battito, e quali, e chi, siano gli esatti attivatori dei processi, oltre, infine, a quali parti di noi risultino interessate e il grado di consapevolezza presente nelle varie evoluzioni e andamenti.

Dire che tutto è deciso da noi è pertanto, pur con il massimo onore tributato ad ogni essere, e all’innata maestà di tutti, da ingenui. Sarebbe come dire, in estrema e comunque a tratti errata esemplificazione, che ogni bambino decide qualunque cosa della propria vita, senza che i suoi genitori, e i mentori, e altri insegnanti, oltre alle infinite suggestioni e a tutta una serie di elementi più o meno condizionanti, abbiano avuto un qualche ruolo nell’indirizzare le sue scelte, le sue emozioni, e quant’altro lo riguardi, nell’una o nelle altre svariate direzioni.

Il libero arbitrio è una delle prime “distorsioni” del Creatore. È un diritto di origine per tutti, e ciascuno può esercitarlo. Chi è più esperto di altri, nei piani della polarizzazione, e per agevolare quest’ultima, può andare a volte anche oltre, addirittura anche in danno ad altri, i quali, in un qualche modo, e per un qualche loro motivo, agevolato ad altri livelli dai propri Sé superiori, se da questi ultimi dovesse essere ritenuta una buona esperienza formativa/evolutiva, in questo senso hanno deciso. È anche ovvio che la decisione possa essere attivata in molti modi. Ad esempio, lasciando che altri decidano al proprio posto, perché non ci si ritiene in un certo senso adeguati alle responsabilità – o si disprezzano queste ultime, magari – che si è chiamati ad assumere. O, sempre ad esempio, rispondendo ad un qualche stimolo di paura, che è uno dei più potenti attivatori e catalizzatori del processo creativo su questo piano, che porti a chiedere magari più “protezione” [si pensi a quello che accade nel mondo. Chi gestisce crea momenti infiniti di terrore per giustificare un maggiore controllo, e far crescere nella popolazione una più forte domanda di “sicurezza], rinunciando in tal modo alla propria sovranità e relativo potere.

Tutto questo fa comunque parte del processo di crescita. Come quando un genitore permette che il proprio figlio si bruci, appena appena, al fine di apprendere bene le caratteristiche e gli effetti del fuoco.

In ogni caso, nella misura in cui nella creazione dovesse realizzarsi uno squilibrio, non sarà mai permesso che esso possa perdurare all’infinito – seppur tutte le opzioni siano accettabili e praticabili nella mente dell’iniziatore – visto che la stessa creazione ne potrebbe risentire in maniera rovinosa. Così è lo stesso Universo, in osservanza alle stesse sue leggi, che adotterà delle risoluzioni per riportare nuovamente Armonia ed equilibrio, e il collegato perfetto estrinsecarsi della libertà per tutti i partecipanti al gioco.

È chiaro che quanto sopra abbozzato è solo una misera esemplificazione del processo che interessa le attività del Primo Creatore e di tutti i Co-creatori. Processo che solo man mano che cresceremo in saggezza e conoscenza, accedendo a frequenze sempre più raffinate, potremo avere ben chiaro nella nostra intelligenza percettiva, qualsiasi essa sia, lungo il percorso che porterà al nostro finale e totale reintegro nella Realtà Prima e Suprema. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.