Non è più giusto vivere con i vecchi paradigmi.

Noi siamo delle impercettibili gocce del Creatore, immersi o meno nello sterminato Oceano dell’Infinito Intelligente.

Noi siamo la stessa Vita. L’unica, inesauribile, Vita.

Qualsiasi conoscenza inizia da qui, e deve sempre riportarci qui, per quanto possiamo presumere di essercene allontanati.

Identificati con una qualche sovrastruttura, o tutt’al più con una qualche struttura, avendo aderito in un qualche modo ad un qualche folle piano, viviamo dimentichi di questa peculiare e sola realtà degna di nota per il lato manifesto.

E questo ci rende miseri, vulnerabili, alla mercé di energie che essendo alla fine Uno anche con noi, potremmo tranquillamente controllare e gestire in maniera molto semplice, e nel senso più favorevole possibile per tutti i partecipanti al gioco.

Non siamo soli in questo Universo, non siamo soli in questo Pianeta, e in tutti quelli circostanti, e in tutti i sistemi e le galassie circostanti.

Non siamo soli, ma siamo tutti, nessuno escluso, parte dello stesso Essere, che è prima di ogni creatore mai concepito.

Quindi, alla fine, l’Esistenza è sempre e solo una. Un solo essere che è, o diviene, in una eterna e interminabile sequenza di forme, la stessa Vita.

Per tale motivo, guardandoci dentro, e attorno, e scorgendo ciò che siamo costretti apparentemente ad intravvedere – i bulli, i dimentichi della propria regalità, e della regalità di ciascun altro, e della regalità della Vita alla quale prima ci si riferiva – non possiamo non sentirci costernati dai risultati di quella proiezione, e dalle conclusioni dei vari meccanismi che in un modo o nell’altro sono stati messi insieme per il funzionamento di questo specifico sistema.

Perché non è giusto vivere così. Non è giusto per chi ama la Vita, per chi ama la Libertà, per chi ama Dio, qualsiasi cosa si pensi che quest’Ultimo possa alla fine essere, o il Creatore. Non è giusto per chi ama il Chiarore.

In realtà, non è giusto per chi ama e basta. E anche per chi non ama, o riesce ad accorgersi solo di se stesso.

Perché, quanto potrà durare? Alla fine del sonno, e del sogno, vi sarà comunque un’alba. E l’alba serba sempre in se la Luce, la possibilità che tutto diventi trasparente, e luminoso.

E non dovrebbe questa cosa un po’ spaventarci, se dovessimo aver vissuto distanti dalle vere e nobili qualità di un creatore?

Una madre – che è veramente tale – potrebbe permettere che il proprio figlio venga brutalizzato, bullizzato,  o che venga mandato a morire in guerra? E una madre non percepirebbe in maniera istintiva il dolore delle altre madri, quando e se i rispettivi figli dovessero essere usati per finalità poco onorevoli?

Così, forse, non appare veramente giusto vivere così. E se questo tipo di vita che potremmo anche aver scelto, per qualche attimo e per qualche motivo, è conseguenza di determinate opzioni, allora è forse arrivato il momento di vagliare altro.

E la prima opzione deve riguardare soprattutto noi, nel rispetto di ciascun altro e dell’altrui regalità. E non perché dobbiamo prediligere il servizio “a se stessi”, e non “agli altri”. Anzi, dobbiamo servire gli altri, optando per il meglio per tutti. Di ciò che renda tutti ugualmente sovrani, tutti ugualmente liberi.

Perché dobbiamo creare quella norma, quel valore, quel modello, in modo che altri possano utilizzarlo, secondo le proprie volontà e predilezioni.

E anche se sarà sempre possibile che qualcuno possa manifestare la necessità di scegliere altrimenti, con la nostra benedizione, dovremo garantire loro un posto nell’universo dove potranno farlo senza danno per altri. Nell’attesa che possano anche loro rivivere quell’Amore per la Vita che è Diritto di Essenza di ciascuno.

Alla fine è questo che significa essere un Gruppo di Luce. E l’Universo è un Unico Gruppo di Luce

Perché non è necessario essere tutti allo stesso posto, o vestirsi allo stesso modo, o mangiare le stesse cose, o intonare canti agli stessi dei.

È già sufficiente amare la Vita.

O, per meglio dire, è appena sufficiente Amare.

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia, un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Namasté.

Marius L.