Scivolando

 

La persona che ti vive accanto non va mai data per scontata.

A volte si puo’ pensare che si vivrebbe bene anche senza,
se non addirittura meglio.

Piccoli contrasti, dissapori, spesso portano questi pensieri.

Il mio compagno sta attraversando un periodo buio per la sua salute.

E’ costretto ad assumere farmaci per il dolore
che gli tolgono ogni energia e vitalità.

Lui che è sempre stato attivo, assertivo, dinamico.

Malgrado i 9 anni che ci dividono,
lui era la mia “trazione anteriore”.

Vederlo così, di riflesso

toglie anche a me la voglia di fare.

Sono sempre chiusa in casa, se non per lavoro o necessità.

Sto vivendo il mio ‘lockdown’ personale.

Spero solo che entrambi riusciamo a guarire presto.

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L’ho fatto di nuovo

L’altra mattina andando a lavoro

in macchina da sola

appena partita, alle 7,30.

Già ero di pessimo umore pensando a ciò che mi aspettava.

E allora ho cominciato a dar voce ai pensieri.

Certa di non essere sentita

ho inveito verso me stessa (soprattutto)

verso qualche automobilista fantasioso

verso quell’inizio di giornata per niente promettente.

E poi di nuovo verso me stessa

dedicandomi parole irripetibili.

Perchè sì…… alla resa dei conti

di chi altri è la colpa, se non mia?

 

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(foto non attinente, ma carina)

Spinte

Farsi trascinare.

Non sembra bello.

Dà l’idea di poca intraprendenza.

Ma ne ho bisogno.

Non mi importa cosa sembra.

Da quando non ho chi mi trascina

ho smesso di prendere iniziative.

Le idee non mancano,

manca la spinta a realizzarle.

E da dentro non viene niente.

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Delirio

Sono confusa.

 

Ho un turbinio di particelle dentro di me.

Pensieri, immagini, emozioni.

Qualche ricordo, osservazioni sul presente.

Considerazioni.

Niente di consistente, di accessibile ai sensi.

Si sciolgono come schegge di ghiaccio al sole.

Giusto il tempo di un’occhiata e poi via.

Ascolto le vite degli altri, quelle vere (poco) e quelle finte.

Provo interesse verso certi tipi umani che si raccontano

da un podcast. Finzione.

Ma non riesco ad interessarmi alle vite reali.

Sarà quest’atmosfera di catastrofe imminente che si respira da troppo tempo.

Questa rabbia che arriva minacciosa da ogni direzione.

Questi progetti mai abbastanza piccoli per essere realizzati.

Tutto scorre nella totale monotonia quotidiana.

Niente fuori dai binari.
Solo pensieri, osservazioni, concetti.

Tutto nell’astratto, nella mente.

Di concreto, niente.

E poi?

Preoccupazione, dolore,  dispiacere.

 

Impotenza.

 

Ripeto a me stessa che devo andare avanti.

In qualche modo.

Devo.

 

solitudine-dei-risvegliati

Stress


Il ritorno alla ‘normalità’, che per me è da intendersi ‘lavoro’,

non è stato proprio una passeggiata.

Non so se dipenda dal mese di clausura e
dai ritmi blandi che lo hanno caratterizzato.

O magari da qualche strascico che il virus può avermi lasciato.

Sta di fatto che mi ha comportato in pochi giorni
un notevole accumulo di stress tanto da togliermi il sonno.

Di notte nella mia mente insonne è un turbinio di pensieri,
per lo più relativi al lavoro e ai personaggi con i quali mi devo rapportare,
non senza patemi.

Ne consegue che sto apprezzando ancora di più il silenzio.

Soprattutto nel primo pomeriggio, al ritorno dal lavoro,
con la casa vuota e i rumori esterni che giungono ovattati.

Sento solo il ticchettio della tastiera e poco altro.

Sperando in una pennichella che tarda comunque ad arrivare.

 

 

Silenzi