Un blog creato da principe69_9 il 31/08/2008

Le ragioni del mare

...l'orizzonte è lontano soltanto se si guarda con gli occhi e non con il cuore.

 
 
 
 
 
 

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MareVela.jpg

Onda del mare
di Tenir

Onda del mare
che rasenti la riva
silenziosa vieni a me
a sfiorarmi
a sussurrarmi
di gioia divisa
poi ti ritrai

di silenzio mi circondi
il tuo silenzio
io ascolto (fuggo)
evanescente
accarezzi la riva
trascinando sabbia
di infiniti granelli

mi bagni le labbra
ti stringo tra le mani
ma sfuggi
su tremule onde
che nascondono (verità)
silenziosi
battiti di cuore

dall'orizzonte
ritorni a riva
nuovamente
e silenziosa
aspetti
passi lontani

il sole
incuriosito
si china
su indifesi volti
lambiti dall'onda
che cancella
i ritrosi passi
bramosi di sabbia
bramosi dell'onda di mare.

Punto dove le onde si infrangono
dal web

Mi guarda impacciata
io ci riprovo di nuovo
mi volto verso la riva e mi spingo con le braccia
perdo l'equilibrio e giù ancora una volta sott'acqua
"non prendi il tempo giusto"
"c'è un punto in cui le onde si infrangono,
in quel momento devi partire e non devi mai smettere di spingerti"
si avvicina un'altra onda, questa è piu' grande
"vai, adesso, adesso"
non lo vedo piu'
mi sento leggerissima
non so quanto l'onda sia vicina
ma sento la brezza negli occhi.

gabbiani.jpg

Areati voli
di Tenir

Un bellicoso filo di luce pervade lise fenditure solcate dal tempo

e gli occhi si ritraggono smarriti e predati da luci acuminanti.

In vento impalpabile tramuto le vesti del cuore
quando l'inerte pietra del tempo

bracca l'inafferrabile mio essere.

Traiettorie libere compio su beffarede incertezze ma brada,
dissolvente è la mia anima.

 
 
 
 
 
 
 

INARTE

Wassily Kandinskt:
Quando l'astratto diventa sublime
Sinestesi: si ascolta con gli occhi, si guarda con le orecchie.
"Sentivo a volte il chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano:
era un'esperienza misteriosa; sorpresa nella misteriosa cucina di un alchimista"
Kandinskycomps6.jpg
Compenetrazione: E se l'insostenibile ti sopraffacesse d'un tratto fermati,
ascolta il pulsare fremente degli odori e dei colori,
tocca la plasticità dei suoni. Nella loro armonia Compenetrati.
Il contatto dell'anglo acuto di un triangolo con un cerchio
non ha minore effetto di quello del dito di Dio con le dita di Adamo in Michelangelo.
kandinskycomps8.jpg
Quadrato nero: un gran rettangolo nero all'interno del quale è inscritto un altro bianco più piccolo e delle figure geometriche colorate, linee verticali, orizzontali, oblique ed ondulate. Kandinsky vuole presentare opere in un involucro gelato, che avessero un contenuto ardente. In effetti, notiamo in questo quadro una rigorosa organizzazione geometrica (circoli, triangoli, rettangoli e frammenti di essi) in accordo con la sua collocazione: la linea orizzontale emana un senso caldo; quella verticale,freddo; il punto, silenzio e immobilità. La linea, successione di punti, è dinamica; la curva è materialmente instabile per poterla fissare, però è la più stabile spiritualmente come spazio circoscritto. Il giallo è caldo ed irritante e si relazione col triangolo e l'angolo acuto; l'azzurro è freddo, severo e si relaziona col circolo e con l'angolo ottuso; il bianco è silenzio che racchiude potere, mentre il nero è silenzio senza futuro.Corrientes Pictóricas de los siglos XIX e XX, del prof. Giancarlo Nacher Malvaioli.
KandinskyQuadratonero1.jpg

 
 
 
 
 
 
 

ESTATE

Poesia di Claude Clement
Madama Estate

Madama Estate gira per il mondo
e ritorna una volta all 'anno,
dopo aver percorso il mappamondo,
per festeggiare il suo compleanno.
Sulla testa ha un cappello color del cielo,
a punta come quello di una fata,

indossa un abito leggero come un velo,
fatto di sole e di sabbia dorata.

Quando lei viene, io sono contento
e ho sempre tanta voglia di giocare,
nuoto nell'acqua, corro come il vento,
e gioco con la sabbia in riva al mare.

 Vasto, il mio mare.

http://digilander.libero.it/principe69_9/ImmagineEstate2%20copia.jpg

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Edoardo Sanguineti

Post n°404 pubblicato il 18 Maggio 2010 da principe69_9
 

"La morte improvvisa di Edoardo Sanguineti ci priva di un grande intellettuale. Fu poeta, saggista, autore teatrale, docente di Letteratura italiana, critico, un protagonista del dibattito culturale del Novecento e soprattutto fu un teorico della neoavanguardia e esponente di spicco del gruppo '63.

Ma cosa significa neo-avanguardia? Cosa rappresentò nell'Italia degli anni Sessanta, quelli del "boom economico", il Gruppo '63?

La definizione di avanguardia è del critico Barberi-Squarotti: "Termine che indica il fenomeno tipico dell'età contemporanea, del formarsi di gruppi più o meno ristretti di artisti e di movimenti che pongono come fondamento della loro azione la polemica radicale contro la tradizione, al tempo stesso, contro la situazione contemporanea delle varie arti, in nome di un rinnovamento radicale di strutture, di linguaggio, di tecnica, coinvolgendo nella loro azione eversiva la stessa società intesa come oppressione della libera espressione individuale, come conformismo, e anche come "figura" della ingiustizia sociale e politica". Anche nei primi anni del Novecento si parla di avanguardie artistiche. In Italia prende piede in pittura e letteratura il Futurismo. Il Manifesto di Marinetti è del 1909.

La neo-avanguardia nasce negli anni '60, quando il Paese è in via di trasformazione e si passa da un' economia di tipo prevalentemente agricolo ad una di tipo prevalentemente industriale. Ma la nuova realtà i è accompagnata da fenomeni che la sociologia anglo-americana aveva già messo in luce: il consumismo anche dei beni culturali. Anche l'editoria diventa un'industria. In quegli anni il filosofo Adorno scrive: "L'intera ‘praxis' dell'industria culturale non fa che applicare la motivazione del profitto agli autonomi prodotti dello spirito". E allora quale arte, quale il ruolo della letteratura e soprattutto quale linguaggio?

Nel 1956 esce Laborintus di Sanguineti: un esempio estremo in poesia di sperimentalismo espressivo e di "mistilinguismo". Nel 1961 l'antologia "I Novissimi, poesie per gli anni '60. Accanto a quelli di Sanguineti i testi di Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Antonio Porta. Scrive Giuliani nella prefazione dell'antologia: "Poiché tutta la lingua tende oggi a divenire una merce, non si può prendere per dati né una parola, né una forma grammaticale, né un solo sintagma.
L'asprezza e la sobrietà, la furia analitica, lo scatto irriverente, l'uso inopinato dei mezzi del discorso la "prosa", insomma quello che non si è abituati a trovare nelle altre poesie e che si trova invece nelle nostre va considerato in questa prospettiva". In seguito avrebbe precisato: "Sfidare la falsità delle frasi che si vanno dicendo e metterle alla prova: questo è neocontenuto". Nel '62 Umberto Eco, con la sua "Opera aperta" teorizza che l'opera d'arte, deve essere strutturata in forme consone al suo tempo, in opposizione a una tradizione che pretende di offrire una visione "vera" della realtà. E ancora Angelo Guglielmi, un altro grande esponente del Gruppo '63: "Oggi nessuna ideologia è in grado di offrire un'interpretazione esauriente del mondo e allorché si tenti di utilizzarle in questo senso non possono che produrre falsi significati... L'unica avanguardia oggi possibile è a-ideologica, disimpegnata, astorica, in una parola a- temporale...".

Nel '63 esce il romanzo "Capriccio italiano" di Sanguineti e a Palermo si tiene il primo convegno del Gruppo, da cui il nome Gruppo '63. E le polemiche infuriano. La stampa si interessa al dibattito sul ruolo della letteratura, dell'arte e dell'intellettuale. Intervengono su posizioni critiche Pasolini, Moravia, Montale, ma il dibattito sul disagio dell'artista nell'era contemporanea e sul suo ruolo è di nuovo al centro dell'attenzione. Il non senso per comunicare il caos, l'incomunicabilità, il "pastiche" linguistico e l'irrazionalismo, diventano emblematici di una situazione drammatica dell'uomo contemporaneo, anticipando forme artistiche di denuncia tipiche dei nostri giorni", di Rita Piccolini.

 

sanguineti.jpg


Siamo tutti politici (e animali)
Edoardo Sanguineti


Siamo tutti politici (e animali):
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
[catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare,
ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo, così, quella grande
[politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):

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Filippo Tommaso Marinetti

Post n°305 pubblicato il 22 Dicembre 2009 da principe69_9
 

Oggi puntata numero 12 sull'Architettura, oggi nasceva Filippo Tommaso Marinetti, 22 dicembre del 1876, Alessandria d'Egitto, ideatore del Futurismo di lui abbiamo detto quasi tutto per l'intero anno, parlando di "Architettura" .

L'Italia deve molto a lui, l'unica e l'ultima avanguardia di architettura italiana che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo.

Possiamo aggiungere che è stato anche uno scrittore di poesie e racconti, compone versi liberi di stampo simbolista, ma a detta di molti i suoi versi risentono dell'influenza di Gabriele D'Annunzio.

Ho scelto questa poesia molto suggestiva.

 

Buona serata.

CarloCarraritrattoMarinetti.jpg 

All'Automobile da corsa
di Filippo Tommaso Marinetti
 

Veemente dio d'una razza d'acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d'angoscia
rodendo il morso con striduli denti
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d'olî minerali,
avido d'orizzonti, di prede siderali
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!

Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell'Infinito liberatore!
All'abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all'orizzonte
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!
Che importa, mio dèmone bello?
Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi!
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d'echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.

E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d'abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m'assorbi!
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l'ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!

E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali

O montagne dai freschi mantelli turchini!
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!
Su questo mio mostro impazzito!
Stelle! mie stelle! l'udite
il precipitar dei suoi passi?

Udite voi la sua voce, cui la collera spacca
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia
e il tuonar de' suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?

Accetto la sfida, o mie stelle!
Più presto! Ancora più presto!
E senza posa, né riposo!
Molla i freni! Non puoi?

Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull'inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

 
 
 

Le ceramiche Futuriste di Tullio Albisola

Post n°292 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da principe69_9
 

tullioemarinettiannitrenta.jpgOggi parliamo di Architettura, puntata numero 11, prendiamo in esame un artista molto noto "Tullio Albisola", giorno della sua nascita, appartenente al Movimento Futurista di Marinetti, ebbe il merito di introdurre le ceramiche in questo gruppo.

Infatti, lui viene da una famiglia di ceramisti, vasai, ancora oggi molto nota per le sue opere originali.
Marinetti colse subito la palla al balzo quando lesse le righe che l'artista Tullio mandò nel 1930 all'Albo degli Artisti Italiani di Milano ouverture
al Manifesto futurista della Ceramica e della Aereoceramica pubblicato nel settembre del 1938 sulla Gazzetta del Popolo: 

"Nato da una famiglia di ceramisti,proseguo nella mia arte con grande fervore ed immensa passione,sicuro di marcare un indirizzo assolutamente nuovo nell'arte ceramica italiana. Voglio fare delle ceramiche che rovescino la tradizione".

vasoformichierefarfatullioalbisola1931.jpg"Le nuove ceramiche della fornace di Casa Mazzotti rappresentarono subito una frattura netta con il passato, in particolare con il mirabile Déco de "La Fenice" di Manlio Trucco e Cornelio Geranzani.
Nel '25 vengono realizzate da Tullio e dal fratello Torido
le prime ceramiche antimitative. Eccentriche e provocatorie, con strati di colore, forme destrutturate e elementi antidecorativi a suggerire il solo concetto di spazio e movimento.

Già nel '29 arriva il successo per le ceramiche futuriste della Fornace Mazzotti: l'esemplare più celebre è la Brocca Baker che della celebre ballerina Josephine Baker cattura il dinamismo con la volontà di trasgredire il déjà vu'. L'oggetto di Tullio già prescinde dalla tradizione ceramistica del passato anche prossimo e Albisola diventa, al pari solo di Faenza, il polo più importante della ceramica futurista italiana.

Boccalepolicentrico.jpgUomo curioso e poliedrico, alla continua ricerca di nuovi stimoli e forme espressive, Tullio D'Albisola utilizzò materiali diversi e li volle combinare: ceramica, ma anche bronzo e alluminio, materia lavorata per creare nuove volumetrie.
Così, in nome di un'arte
che deve coinvolgere tutti e cinque i sensi, Tullio nel 1932 creò il libro di latta, una delle
invenzioni più geniali del futurismo italiano.
Ecco la prima "Lito-Latta", sottili lamine di ferro stampate, incise, battute; il titolo dell'opera scritta da Marinetti e curata graficamente da Tullio Mazzotti è programmatico: Parole in libertà futuriste-olfattive-tattili-termiche. La via esplorata da Tullio D'Albisola non smette di attrarre i contemporanei", commento di Francesca Traverso.

diulgheroff.jpgFilippo Tommaso Marinetti e Tullio d'Albisola il 7 settembre del 1938 pubblicano insieme il Manifesto della Ceramica e Aereoceramica futurista nella Gazzetta del Popolo:

"Sul mare di Albisola gioielleria imperiale dove si nuota contemplando a sinistra sulle terrazze di vento verde tondi rosei pupi al tornio della mammella bruna elastici tuffi di bronzi nel cobalto navigante e a destra a Savona sintesi a traliccio grù carene camini e gradinate di fumo sotto i passi del sole Tullio d'Albisola porta nella ceramica l'estetica della macchina coi suoi ritmi dominanti forma e colore dei motori e delle loro parti la velocità nelle sue apparizioni elementari le forze cosmiche interpretate come dinamismo plastico e compenetrazioni le sovrapposizioni e le evanescenze della simultaneità formacolore concretoastratto lontanovicino presentesuggerito vitaerea di montagne laghi mare pavimenti di nuvole stati d'animo aviatori senso delle altezze prospettive aeree colorazioni tipiche dei 3.000-4.000-5.000 veloci".

Tullio d'Albisola scrisse anche liriche poesie o piccole antologie di ceramiche con l'introduzione in versi come L'Anguria Lirica e Medeo.

langurialirica.jpg

 

da Medeo,
ballata del vecchio portuale

A suonare rimane il mio cuore
che vive di affetti lontani:
la carezza di piccole cose
che stanno nel palmo di mano,
la bellezza di poca mimosa,
un limpido bicchiere di vino
e il bene che ci si voleva
quando al suono di un organino
ballava felice il mio paese.

 

Buona serata.

 
 
 

Il misticismo e la serietà nella pittura di Mario Sironi

Post n°211 pubblicato il 13 Agosto 2009 da principe69_9
 

MarioSironi.jpgUna nuova lezione di Architettura, episodio numero 10, oggi nel giorno dell'orgoglio mancino, il 13 agosto si festeggia la giornata delle persone che usano la mano sinistra e nel giorno in cui si apprende che è possibile "comunicare con gli alieni" con un messaggio, a saperlo prima, voglio ricordare la figura di "Mario Sironi", 12 maggio 1885-13 agosto 1961, un architetto, ma soprattutto pitturo del movimento futurista.
E' una delle figure artistiche più interessanti del Novecento italiano ed europeo, se fosse un marziano per i suoi lavori non lo so, ma era figlio di un ingegnere e la madre, Giulia Villa era figlia di un illustre personaggio fiorentino, prof. Ignazio, noto per i suoi molteplici interessi di astronomia, di architettura e di scultura. Diviene amico di Balla e di Melli e nel 1920 firma con Leonardo Dudreville, Achille Funi e Luigi Russolo il manifesto Contro tutti i ritorni in pittura, che contiene le basi e le tesi del gruppo Novecento, di cui Sironi fu uno dei fondatori, nello stesso anno espone alla Mostra Italiana dell'Esposizione d'Arte Moderna di Ginevra.

MarioSironiilciclista1916.jpgMario Sironi è anche uno dei protagonisti delle pitture murali per opere pubbliche realizzate durante il fascismo, ricordiamo il trittico per il salone del Palazzo dell'Industria, le sale della Marcia su Roma, il Salone d'onore e la Galleria dei fasci al Palazzo delle Esposizioni e l'affresco per l'Aula Magna della Nuova Università di Roma.

Citazioni:

"La pittura di Mario Sironi presenta una vasta gamma di opzioni poetiche e formali che la mostrano come assoluta profezia d'immagini. Una straordinaria qualità, la sua, di tradurre in valori tattili, tutte le emozioni sensoriali e spaziali e farle diventare metafora di una condizione medianica capace di prendere dal passato, di affondare nel proprio presente e di proiettarsi nelle volute labirintiche dell'avvenire", parole di Francesco Gallo, nel saggio intitolato Profezia Pittura Poesis.


MarioSironicavallobiancoemolo1920.jpg"Mario Sironi è il punto di partenza e di riferimento per la Pittura e l'Architettura italiana del Novecento; è il nostro simbolo o, se si vuole, il nostro Mito.
E', la sua, l'intuizione divinatrice dell'Arte contemporanea; egli è il Determinatore, il centro mistico della Pittura italiana e mondiale del Novecento. Con il richiamo alle pure fonti originarie dell'Idea, quest'uomo diventa un inesauribile artefice di metafore religiose recanti come direttiva essenziale della vita il concetto religioso di italianità...
Testimone di uno Spirito indomabile, per lui il Fascismo è ed è stato una necessità storica, sociale, economica, il bisogno di un'azione a fondo, risolutiva.
La religione artistica di Sironi è un'aspirazione che nasce dalla nostalgia dell'eternità, dal desiderio di poter vivere mediante la trasfigurazione della durata in un istante eterno...Una rivoluzione si riconosce dalla potenza dei suoi simboli e dalla bellezza dei suoi riti: in ciò sta la monumentalità sacra sironiana, che è poi classicità italica...Sironi, fin dagli esordi milanesi, aveva tentato di offrire un'immagine "alta" dell'ideologia cui aderiva passionalmente, elaborando un metalinguaggio politico nel recupero di quegli ideali sani e arcaici di civiltà, basata sull'austerità e sulla dedizione del popolo lavoratore a un ideale collettivo superiore che il fascismo incarnava, propagandava e diffondeva,
perferia1922.jpgDirà il Duce:
"Il primo compito dell'Accademia sarà quello di ristabilire un certo affiatamento tra gli uomini che s'occupano di lettere, tra gli scrittori, gli insegnanti, i divulgatori. Questo popolo è assetato di poesia. Se non lo fosse, il miracolo delle legioni nere non sarebbe balzato qui. Il giorno che ci sarà una certa unità di metodo dalle spiegazioni della maestrina all'esegesi del professore, alla recensione del giornalista, farà eco al canto del poeta una folla di anime",
di Alessandro De Felice Articolo apparso su Letteratura-Tradizione, Trimestrale, Anno II, Numero 7, Luglio 1999, pp. 15-16, Heliopolis, Pesaro.

paesaggioconcamion1921.jpg"ancora giovane può già vantare una formazione culturale notevole: le sue letture preferite si riferiscono ad autori come Nietzsche e Schopenhauer, Heine e Leopardi, mentre in campo musicale è in particolar modo Wagner, scoperto solo da poco dai musicofili italiani, ad attrarne l'attenzione, probabilmente proprio per quella concezione di Opera d'arte totale, introdotta dal compositore tedesco come fusione tra parola, musica e azione che, riportata nel campo della figurazione, assumerà un ruolo dominante nelle elaborazioni degli anni Trenta, improntate ad un'idea di sintesi delle arti"
di Fabio Briguglio, Biografia di Mario Sironi, in Francesco Gallo, Sironi. Profezia Pittura Poesis, cit., pp. 131-145, p. 131.

Architetto.jpgTra le tante opee riporto la descrizione riguardo alla tela raffigurante l'Architetto:
"Con una straordinaria sintesi stilistica, Sironi costruisce l'immagine con pochi, robusti piani (le angolature spigolose del viso, messe in risalto dal rapporto luci ombre, e la calotta quasi stilizzata dei capelli), con l'uso mirato dei colori, con il volumetrico inserirsi del busto obliquo nello spazio.
Anche gli elementi che potrebbero sembrare ornamentali o allusivi alla professione dell'uomo (il capitello, l'arco sullo sfondo, la modanatura), assumono un ruolo fondamentale nella composizione mettendosi in relazione diretta con la figura spingendola in primo piano",
Mario Sironi.

 
 
 

Architettura9: danzare a 700 Km all'ora

Post n°186 pubblicato il 09 Luglio 2009 da principe69_9
 

aereodanza.jpgUna nuova lezione di Architettura, episodio numero 9, oggi prendiamo in considerazione la pubblicazione del Manifesto della Danza Futurista, pubblicata il 8 Luglio 1917 da Marinetti.
Il merito del Movimento Futurismo è stato quello di abbracciare molte discipline, come la danza; il Manifesto della Danza Futurista si apprezza il ritmo, ma soprattutto si esalta una coreografia meccanizzata, ben si addice al dinamismo, concetto-chiave del movimento. Marinetti nel Manifesto paragona l'arte del danzatore alla costruzione di forme e volumi in Cézanne, mentre l'opera di Isadora Duncan costituisce il corrispettivo della pittura impressionista.
A tutto questo Marinetti dichiara che per far nascere una nuova coreografia che corrisponda al mondo moderno occorre introdurre nel balletto i movimenti delle macchine, utilizzando non la musica, ma il rumorismo degli intonarumori, argomento già affrontato, più adatto al "metallismo della danza futurista, disarmonica sgarbata antigraziosa asimmetrica sintetica dinamica parolibera".

FortunatoDeperoRotazionediballerinaepappagalli1.jpgNel Manifesto della Danza Futurista, Marinetti desidera un potenziamento ginnico mediante l'imitazione di movimenti meccanici che avrebbero portato al conseguimento dell'ideale di un corpo moltiplicato.
Per Marinetti il ballerino deve infatti: "fare una corte assidua ai volanti, alle ruote, agli stantuffi; preparare così la fusione dell'uomo con la macchina, giungere al metallismo della danza futurista...un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia, noi vogliamo glorificare il disprezzo della donna", nei suoi esperimenti teatrali il futurismo esaltava le macchine e disprezzava le donne, Marinetti affermava:
"chi saliva sul palcoscenico era la macchina e non la danzatrice".
Nelle tre partiture "coreografiche" pubblicate con il manifesto: Danza dello shrapnel, Danza della mitragliatrice, Danza dell'aviatrice, Marinetti impronta le movenze ai meccanismi di guerra. I rumori nuovi della guerra moderna ispirano la poesia parolibera di Marinetti sulla battaglia di Adrianopoli e la scoperta artistica del rumore consiglia "Russolo" la musica rumorista e la danza futurista prende a modello il "massimo rendimento di audacia, d'istinto, di resistenza muscolare" esemplificato dalla guerra.

Vi rimando per una più attenta critica e analisi del Manifesto svolta da "Sayaka Yokota".

Buon giovedì.

"Manifesto della Danza Futurista "

 
 
 
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ESSERE DONNA

infinitodonna.jpg

Le donne sono abituate a vivere su più livelli.
Dividere in compartimenti è parte della loro biologia.
Non è ipocrisia;
è puro e semplice decoro non mostrarsi tutte in una volta...

John Updike

donnaterra.jpg

 

Donna
di Pensierimiei1962

Donna...
femmina è la donna
madre è la Terra
gioia è femminile

Amore è femminile
serenità è femminile
femminile è Bontà
e come puzzle si compone negli anni...una Donna
... per regalare la sua essenza

... nella fatica di ogni giorno, nella sua interiorità personale,
cresce..per vivere e far vivere meglio...
... capita o non capita, allegra o piangente..

la donna
cammina a volte sbagliando, altre volte leggera...

Serena, compie i suoi passi di Donna,
... fa il bene che può fare,
...non si volta.. a prender applausi
e silenziosa continua...

nel rispetto
il cammino
del suo essere Donna...
...la Donna...

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Essere donna è meraviglioso,
scoprire dentro di se l'infinito...

 
 
 
 
 
 
 

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ARTETEREPIA

"Il ritmo e la musica, grazie al loro carattere sentimentale,
sono particolarmente atti a penetrare nell'anima e a commuoverla;
allo stesso tempo, mitigano l'elemento irascibile presente nell'anima
", Platone.

Le terapie espressive come la musicoterapia, l'arte terapia hanno dimostrato che una persona può guarire o migliorare la propria salute attraverso l'uso dell'immaginazione e dell'espressione creativa è definita un intervento di aiuto e di sostegno alla persona a mediazione non verbale che utilizza i materiali artistici e il processo creativo come sostituzione o integrazione della comunicazione verbale, nelle relazione tra operatore e paziente.

Durante il lavoro artistico accade qualcosa di molto importante: la persona attua un riconoscimento di sé e della propria presenza in grado di lasciare una traccia.

L'arteterapia ha trovato la sua applicazione in ambito psichiatrico, di recente viene proposta anche in altre situazioni terapeutiche come nel sostegno all'anziano, Alzheimer o Parkinson.

 
 
 
 
 
 
 

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