Un blog creato da principe69_9 il 31/08/2008

Le ragioni del mare

...l'orizzonte è lontano soltanto se si guarda con gli occhi e non con il cuore.

 
 
 
 
 
 

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ALTEREGOPOESIA


MareVela.jpg

Onda del mare
di Tenir

Onda del mare
che rasenti la riva
silenziosa vieni a me
a sfiorarmi
a sussurrarmi
di gioia divisa
poi ti ritrai

di silenzio mi circondi
il tuo silenzio
io ascolto (fuggo)
evanescente
accarezzi la riva
trascinando sabbia
di infiniti granelli

mi bagni le labbra
ti stringo tra le mani
ma sfuggi
su tremule onde
che nascondono (verità)
silenziosi
battiti di cuore

dall'orizzonte
ritorni a riva
nuovamente
e silenziosa
aspetti
passi lontani

il sole
incuriosito
si china
su indifesi volti
lambiti dall'onda
che cancella
i ritrosi passi
bramosi di sabbia
bramosi dell'onda di mare.

Punto dove le onde si infrangono
dal web

Mi guarda impacciata
io ci riprovo di nuovo
mi volto verso la riva e mi spingo con le braccia
perdo l'equilibrio e giù ancora una volta sott'acqua
"non prendi il tempo giusto"
"c'è un punto in cui le onde si infrangono,
in quel momento devi partire e non devi mai smettere di spingerti"
si avvicina un'altra onda, questa è piu' grande
"vai, adesso, adesso"
non lo vedo piu'
mi sento leggerissima
non so quanto l'onda sia vicina
ma sento la brezza negli occhi.

gabbiani.jpg

Areati voli
di Tenir

Un bellicoso filo di luce pervade lise fenditure solcate dal tempo

e gli occhi si ritraggono smarriti e predati da luci acuminanti.

In vento impalpabile tramuto le vesti del cuore
quando l'inerte pietra del tempo

bracca l'inafferrabile mio essere.

Traiettorie libere compio su beffarede incertezze ma brada,
dissolvente è la mia anima.

 
 
 
 
 
 
 

INARTE

Wassily Kandinskt:
Quando l'astratto diventa sublime
Sinestesi: si ascolta con gli occhi, si guarda con le orecchie.
"Sentivo a volte il chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano:
era un'esperienza misteriosa; sorpresa nella misteriosa cucina di un alchimista"
Kandinskycomps6.jpg
Compenetrazione: E se l'insostenibile ti sopraffacesse d'un tratto fermati,
ascolta il pulsare fremente degli odori e dei colori,
tocca la plasticità dei suoni. Nella loro armonia Compenetrati.
Il contatto dell'anglo acuto di un triangolo con un cerchio
non ha minore effetto di quello del dito di Dio con le dita di Adamo in Michelangelo.
kandinskycomps8.jpg
Quadrato nero: un gran rettangolo nero all'interno del quale è inscritto un altro bianco più piccolo e delle figure geometriche colorate, linee verticali, orizzontali, oblique ed ondulate. Kandinsky vuole presentare opere in un involucro gelato, che avessero un contenuto ardente. In effetti, notiamo in questo quadro una rigorosa organizzazione geometrica (circoli, triangoli, rettangoli e frammenti di essi) in accordo con la sua collocazione: la linea orizzontale emana un senso caldo; quella verticale,freddo; il punto, silenzio e immobilità. La linea, successione di punti, è dinamica; la curva è materialmente instabile per poterla fissare, però è la più stabile spiritualmente come spazio circoscritto. Il giallo è caldo ed irritante e si relazione col triangolo e l'angolo acuto; l'azzurro è freddo, severo e si relaziona col circolo e con l'angolo ottuso; il bianco è silenzio che racchiude potere, mentre il nero è silenzio senza futuro.Corrientes Pictóricas de los siglos XIX e XX, del prof. Giancarlo Nacher Malvaioli.
KandinskyQuadratonero1.jpg

 
 
 
 
 
 
 

ESTATE

Poesia di Claude Clement
Madama Estate

Madama Estate gira per il mondo
e ritorna una volta all 'anno,
dopo aver percorso il mappamondo,
per festeggiare il suo compleanno.
Sulla testa ha un cappello color del cielo,
a punta come quello di una fata,

indossa un abito leggero come un velo,
fatto di sole e di sabbia dorata.

Quando lei viene, io sono contento
e ho sempre tanta voglia di giocare,
nuoto nell'acqua, corro come il vento,
e gioco con la sabbia in riva al mare.

 Vasto, il mio mare.

http://digilander.libero.it/principe69_9/ImmagineEstate2%20copia.jpg

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Edoardo Sanguineti

Post n°404 pubblicato il 18 Maggio 2010 da principe69_9
 

"La morte improvvisa di Edoardo Sanguineti ci priva di un grande intellettuale. Fu poeta, saggista, autore teatrale, docente di Letteratura italiana, critico, un protagonista del dibattito culturale del Novecento e soprattutto fu un teorico della neoavanguardia e esponente di spicco del gruppo '63.

Ma cosa significa neo-avanguardia? Cosa rappresentò nell'Italia degli anni Sessanta, quelli del "boom economico", il Gruppo '63?

La definizione di avanguardia è del critico Barberi-Squarotti: "Termine che indica il fenomeno tipico dell'età contemporanea, del formarsi di gruppi più o meno ristretti di artisti e di movimenti che pongono come fondamento della loro azione la polemica radicale contro la tradizione, al tempo stesso, contro la situazione contemporanea delle varie arti, in nome di un rinnovamento radicale di strutture, di linguaggio, di tecnica, coinvolgendo nella loro azione eversiva la stessa società intesa come oppressione della libera espressione individuale, come conformismo, e anche come "figura" della ingiustizia sociale e politica". Anche nei primi anni del Novecento si parla di avanguardie artistiche. In Italia prende piede in pittura e letteratura il Futurismo. Il Manifesto di Marinetti è del 1909.

La neo-avanguardia nasce negli anni '60, quando il Paese è in via di trasformazione e si passa da un' economia di tipo prevalentemente agricolo ad una di tipo prevalentemente industriale. Ma la nuova realtà i è accompagnata da fenomeni che la sociologia anglo-americana aveva già messo in luce: il consumismo anche dei beni culturali. Anche l'editoria diventa un'industria. In quegli anni il filosofo Adorno scrive: "L'intera ‘praxis' dell'industria culturale non fa che applicare la motivazione del profitto agli autonomi prodotti dello spirito". E allora quale arte, quale il ruolo della letteratura e soprattutto quale linguaggio?

Nel 1956 esce Laborintus di Sanguineti: un esempio estremo in poesia di sperimentalismo espressivo e di "mistilinguismo". Nel 1961 l'antologia "I Novissimi, poesie per gli anni '60. Accanto a quelli di Sanguineti i testi di Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Antonio Porta. Scrive Giuliani nella prefazione dell'antologia: "Poiché tutta la lingua tende oggi a divenire una merce, non si può prendere per dati né una parola, né una forma grammaticale, né un solo sintagma.
L'asprezza e la sobrietà, la furia analitica, lo scatto irriverente, l'uso inopinato dei mezzi del discorso la "prosa", insomma quello che non si è abituati a trovare nelle altre poesie e che si trova invece nelle nostre va considerato in questa prospettiva". In seguito avrebbe precisato: "Sfidare la falsità delle frasi che si vanno dicendo e metterle alla prova: questo è neocontenuto". Nel '62 Umberto Eco, con la sua "Opera aperta" teorizza che l'opera d'arte, deve essere strutturata in forme consone al suo tempo, in opposizione a una tradizione che pretende di offrire una visione "vera" della realtà. E ancora Angelo Guglielmi, un altro grande esponente del Gruppo '63: "Oggi nessuna ideologia è in grado di offrire un'interpretazione esauriente del mondo e allorché si tenti di utilizzarle in questo senso non possono che produrre falsi significati... L'unica avanguardia oggi possibile è a-ideologica, disimpegnata, astorica, in una parola a- temporale...".

Nel '63 esce il romanzo "Capriccio italiano" di Sanguineti e a Palermo si tiene il primo convegno del Gruppo, da cui il nome Gruppo '63. E le polemiche infuriano. La stampa si interessa al dibattito sul ruolo della letteratura, dell'arte e dell'intellettuale. Intervengono su posizioni critiche Pasolini, Moravia, Montale, ma il dibattito sul disagio dell'artista nell'era contemporanea e sul suo ruolo è di nuovo al centro dell'attenzione. Il non senso per comunicare il caos, l'incomunicabilità, il "pastiche" linguistico e l'irrazionalismo, diventano emblematici di una situazione drammatica dell'uomo contemporaneo, anticipando forme artistiche di denuncia tipiche dei nostri giorni", di Rita Piccolini.

 

sanguineti.jpg


Siamo tutti politici (e animali)
Edoardo Sanguineti


Siamo tutti politici (e animali):
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
[catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare,
ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo, così, quella grande
[politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):

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Che freddo

Post n°300 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da principe69_9
 

Sembra che il freddo sia arrivato e che si protragga per tutta la settimana; qui a Vasto piove da tutto il giorno, che barba, speriamo che dia un pò di tregua.

 

Il dipinto scelto è Che freddo del pittore italiano impressionista De Nittis, 1874. Un dipninto presenta  tutta la poesia del maestro velata da una sottile malinconia.

"Il soggetto è quello di una tranquilla passeggiata in una giornata di fine autunno o inizio inverno.
Il paesaggio che fa da sfondo alle figure è già trasformato dal freddo e dal gelo che ne smorza i colori e i toni, rendendo nebulosi i contorni dell'orizzonte e della carrozza in lontana, il pittore italiano riprende anche la folata di vento gelido che investe improvvisamente le tre dame e la bambina in primo piano. I veli delle due figure in secondo piano si muovono sferzati dal vento e neppure un braccio alzato per ripararsi impedisce al freddo di giungere così inaspettato e fastidioso.

Curiosa è la reazione della bambina che infastidita vorrebbe quasi fermarsi nonostante la madre, tenendola per mano, la inviti a proseguire. Le linee di forza sono dunque rappresentate dalle due donne in secondo piano protese in avanti che avanzano a fatica e si contrappongono allo sforzo della bambina che vorrebbe andare nella direzione opposta".

 

Buon inizio settimana con questa bella poesia.

 

chefreddoDeNittis1874.jpg

 

Tempeste d'inverno

 
 
 

Al di là del Bene

Post n°252 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da principe69_9
 

Munch.jpgPer vecchia tradizione, siamo stati abituati a concepire l'arte come il campo del bello, e il bello come il campo del buono (Kalòs kai agazòs, bello e buono, dicevano i Greci).
Bello e buono identificano il Bene; ma l'arte è in realtà anche il campo della rappresentazione della sfera opposta a quella del Bene, il Male, perché il modo più concreto per definire il Bene rimane quello di contrapporlo al Male. Non c'è Paradiso, insomma, se non si concepisce l'inferno, come se fra i due concetti ci fosse una complementarietà inevitabile.
Eppure il tema, della rappresentazione del Male, ampiamente considerato nella letteratura, ha conosciuto poca attenzione nelle mostre d'arte, malgrado gli esempi siano stati tantissimi. Prima ancora di considerare la questione sotto il profilo storico, si dovrebbe dire che esiste in noi una disposizione psicoanalitica alla rappresentazione del Male, da mettere in diretta connessione con l'attività del nostro inconscio, anche come forma di esorcismo da tutto ciò che consideriamo negativo.

BoschCristoportacroce.jpgQuesta disposizione, "educata" e sviluppata culturalmente, ha dato vita a varie iconografie del Male, ognuna legata a un certo contesto dell'epoca, ad un certo ambito sociale e culturale, ma tutte accumunabili da quell'iniziale istinto.
Il Male è una presenza, una sorta di affermazione di vita nella morte, e l'uomo, l'artista, dipinge disperatamente la morte forse per esorcizzarla.
Il Male, nell'arte, assume i connotati deformi e l'andatura storpia della morte: il mostruoso avvolge le sue spire intorno a forme oniriche, a visioni e fantasie infernali, agli "errori" impuniti della natura, poi pian piano germina nella riflessione. Prima è morte, è inferno, alterazione, spauracchio metafisico, poi diventa personale nella postura, nella gestualità.
CaravaggioSeppellimentoSantaLucia.jpgIl Male non ha tempo: una sorta di "pittura malata" inizia ad apparire dal medioevo in poi e parla una lingua popolata dai mostri, demoni, dannati, peccatori, e ritroviamo Beato Angelico, Bosch, Tiziano, Lotto, Annibale e Agostino Caracci.
Nel '600 da Caravaggio a Rubens, Jusepe de Ribera, Tanzio da Varallo. Poi giungono i deliri di Magnasco, Fussli, Gandolfi. Nell'800 ritroviamo Blake con il suo male mistico, veggente. Nel '900 Bacon, Munch, Balthus, Warhol sino ai contemporanei Music, Ferroni, Kokocinski, Manzelli, con il Male che da peccato e ossessione diviene angoscia esistenziale.

 

"Anche ricordare il  male può essere un piacere quando il male è mescolato non dico al bene ma al vario, al mutevole, al movimentato, insomma a quello che posso pure chiamare il bene e che è il piacere di vedere le cose a distanza e di raccontarle come ciò che è passato",  I. Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore.

 

 

 CaravaggioFanciullomorsodalramarro.jpg 
BlakeGreatreddragon.jpg

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Due tele del Tiziano a Vasto

Post n°222 pubblicato il 02 Settembre 2009 da principe69_9
 

PalazzodAvalos.jpgDa oltre vent'anni un mistero si aggirava nelle sale della Pinacoteca del Museo civico di Vasto, come se fosse uno spettro, solo questa estate si è risolto l'enigma e la notizia è stata diffusa oggi pomeriggio:

"i due dipinti attribuiti ad un anonimo, sono del Tiziano", parole dello studioso di opere d'arte Vittorio Mazzeschi, docente di Storia dell'arte e studioso di tecniche pittoriche antiche, non ha dubbi ad attribuire le due tele al Tiziano.

Lo studioso Mazzeschi, abruzzese della città di L'Aquila, durante il suo soggiorno a Vasto, nel visitare il Museo Civico di Vasto è rimasto colpito da due tele che si trovano nella Stanza dello specchio riconoscendo subito la mano del Tiziano.
Le due tele fanno parte dei doni per Alfonso D'Avalos, marchese del Vasto e di Pescara, che lo  stesso Tiziano nell'agosto del 1541 gli consegnò a Milano insieme alla tela L'allocuzione, che ora è esposta al Prado di Madrid, mentre le restanti due tele La Maddalena e L'inganno  sono rimaste nel dimenticatoio per tutti questi secoli nel caveau.

Lo studioso seguendo il catalogo delle mostre del pittore nel Palazzo ducale di Venezia e alla National Gallery of Art di Washington, ha prodotto le prime verifiche, affermando che:

"La Maddalena è interessante per la composizione diagonale e alcuni particolari degli indumenti richiamano le cosiddette repliche, cioè altri quadri con lo stesso nome eseguiti da Tiziano. Uno dei più conosciuti è all'Ermitage di Leningrado, quanto, invece, all'Inganno che fa parte dei I consigli dell'esperienza, potrebbe essere inserito tra i cosiddetti capricci, cioè fatti per diletto o per provare tecniche e colori. Pensiero, tecnica e composizione delle due tele sono in perfetto equilibrio e bisogna accertarne provenienza e pittore".

Per noi vastesi è una gioia immensa, speriamo le verifiche richieste da parte dello studioso possano accertare subito la paternità delle due tele.

Buona serata a tutti.

 
 
 

La giostra di Terzani

Post n°201 pubblicato il 29 Luglio 2009 da principe69_9
 

Terzani06.jpg"In India si dice che l'ora più bella è quella dell'alba, quando la notte aleggia ancora nell'aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l'uomo,
se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa.
Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma "non sono due".

Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell'amore diventano Uno".

Questa citazione, tratta da Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani, è un testo molto coraggioso: l'origine e lo spunto del libro sono la scoperta dell'autore di avere un tumore. E' l'inizio di un lungo viaggio alla ricerca di aiuto attraverso civiltà lontane e diverse, ma non solo, come scrive Terzani:
"a pensarci bene, dopo un po' il viaggio non era più in cerca di una cura per il mio cancro, ma per quella malattia che è di tutti: la mortalità".

Terzani02.jpgUn viaggio che si concluse a Orsigna, in provincia di Pistoia, il 29 Luglio del 2004.
Tiziano Terzani, nato a Firenze nel 1938, era una delle voci più limpide e originali del nostro panorama letterario, un profondo conoscitore del continente asiatico e uno dei giornalisti italiani di maggior prestigio a livello internazionale.
Cronista e scrittore, è stato autore di reportage e racconti tradotti in tutto il mondo.
Da anni era uno dei collaboratori di punta del Corriere.
Nel 1971 era diventato corrispondente dall'Asia per il settimanale tedesco Der Spiegel. E' vissuto a Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo e Bangkok.
Quando scoppia la guerra in Vietnam, lui è lì in prima fila. Quando il Vietnam interviene in Cambogia, lui è sempre lì, come pure in Cina, dalla quale viene infine espulso, durante gli anni del comunismo, e a Mosca durante il golpe anti-Gorbacëv del 1991.  Nel 1994 si stabilì in India con la moglie Angela Staude, scrittrice, e i due figli.
Fu definito l'anti Fallaci per eccellenza in seguito  alle polemiche sorte con la collega Oriana Fallaci. 
 
Un duello durato anni, ciascuno con il suo stile e i suoi seguaci e proprio in risposta ai suoi articoli Terzani scriverà Lettere contro la guerra: già sofferente per la malattia, aveva lasciato il suo rifugio in Himalaya per girare l'Italia in un pellegrinaggio di pace testimoniando pubblicamente e di persona il suo impegno. Considerava la sua testimonianza un dovere morale e voleva soprattutto parlare ai giovani.
Era un momento di svolta. Da una parte lui con il suo messaggio di pace. Dall'altra le invettive della Fallaci. Entrambi due grandi giornalisti. Tutti e due fiorentini e formatisi raccontando dal fronte la guerra del Vietnam.
 

Terzani01.jpgLe leggende spesso raccontano le storie di pellegrini e vagabondi che, errando per paesi e terre straniere, trovano la pace.
Tiziano Terzani è certo uno di essi, personaggio meritevole dei maggiori riconoscimenti, forse persino di leggende e favole sulla sua nomade vita di reporter.
Un reporter vero, uno di quelli che sentiva il suo lavoro come un dovere, come una sfida e forse come la massima gioia della vita riportando le sensazioni, le paure e le aspettative delle tante persone coinvolte nei conflitti.
Il pellegrino italiano, l'impavido reporter, l'orientalista biancovestito, un uomo che ha vissuto appieno la propria esistenza e che si ritiene completamente soddisfatto di ciò che è riuscito a conoscere e a realizzare, a tal punto che è in grado di affrontare serenamente la morte, proprio perché non ha più nulla da chiedere alla vita terrena.
Tra le sue fatiche letterarie ricordiamo: Pelle di leopardo, dedicato alla guerra in Vietnam; Giai Phong, in cui assiste alla fine del conflitto tra nord e sud Vietnam; Holocaust in Kambodscha, viaggio di ritorno in Cambogia, a Phnom Penh, dopo l'intervento vietnamita;
La Porta Proibita
, l'intensa esperienza cinese e il suo drammatico epilogo conclusosi con il suo arresto per  attività controrivoluzionarie; Buonanotte, Signor Lenin!   che rappresenta una fondamentale testimonianza in presa diretta del crollo dell'impero sovietico.
    
Un indovino mi disse, cronaca di un anno vissuto come corrispondente in Asia senza mai prendere aerei a cui fa seguito In Asia; Lettere contro la guerra; Un altro giro di giostra, per raccontare il suo ultimo viaggio, quello attraverso la malattia e il mondo che la circonda; La fine è il mio inizio (scritto insieme al figlio Folco) in cui racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità.

Terzani05.jpg"...Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità...Dobbiamo cambiare atteggiamento.
Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse.
Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene.
Educhiamo i nostri figli ad essere onesti, non furbi. 
È il momento di uscire allo scoperto; è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede.
Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale, molto più che con nuove armi"
.
Lettere contro la guerra.
"...Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare.
E questo lo sento così forte. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono...Mi guardo indietro.

Questo ragazzino, nato in una città, povero, che cerca il riscatto non con i soldi, non con il potere, non mettendo su un impero, ma creandosi un'identità, cercando di diventare qualcuno che cambia il mondo...Voglio dire, io non cambio niente, ma questo era l'impegno. Per questo ho studiato legge, per questo ho voluto fare certe cose e non altre, non andare in banca ma fare il giornalista.
Questa è la storia della mia accumulazione, di come sono diventato giornalista, viaggiatore, scrittore, tutte queste cose. E trovo bellissimo che tutto quello che ho costruito, bumm! Alla fine non sono più niente, non voglio essere più niente, non cerco di essere niente. Non sono più Tiziano Terzani. Vivere una vita per diventare nessuno è un po' strano. Io sono stato tante cose, ma alla fine non sono nessun.
"
 La fine è il mio inizio.


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ESSERE DONNA

infinitodonna.jpg

Le donne sono abituate a vivere su più livelli.
Dividere in compartimenti è parte della loro biologia.
Non è ipocrisia;
è puro e semplice decoro non mostrarsi tutte in una volta...

John Updike

donnaterra.jpg

 

Donna
di Pensierimiei1962

Donna...
femmina è la donna
madre è la Terra
gioia è femminile

Amore è femminile
serenità è femminile
femminile è Bontà
e come puzzle si compone negli anni...una Donna
... per regalare la sua essenza

... nella fatica di ogni giorno, nella sua interiorità personale,
cresce..per vivere e far vivere meglio...
... capita o non capita, allegra o piangente..

la donna
cammina a volte sbagliando, altre volte leggera...

Serena, compie i suoi passi di Donna,
... fa il bene che può fare,
...non si volta.. a prender applausi
e silenziosa continua...

nel rispetto
il cammino
del suo essere Donna...
...la Donna...

christophgamper.jpg

 




 

 

 

 


Essere donna è meraviglioso,
scoprire dentro di se l'infinito...

 
 
 
 
 
 
 

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ARTETEREPIA

"Il ritmo e la musica, grazie al loro carattere sentimentale,
sono particolarmente atti a penetrare nell'anima e a commuoverla;
allo stesso tempo, mitigano l'elemento irascibile presente nell'anima
", Platone.

Le terapie espressive come la musicoterapia, l'arte terapia hanno dimostrato che una persona può guarire o migliorare la propria salute attraverso l'uso dell'immaginazione e dell'espressione creativa è definita un intervento di aiuto e di sostegno alla persona a mediazione non verbale che utilizza i materiali artistici e il processo creativo come sostituzione o integrazione della comunicazione verbale, nelle relazione tra operatore e paziente.

Durante il lavoro artistico accade qualcosa di molto importante: la persona attua un riconoscimento di sé e della propria presenza in grado di lasciare una traccia.

L'arteterapia ha trovato la sua applicazione in ambito psichiatrico, di recente viene proposta anche in altre situazioni terapeutiche come nel sostegno all'anziano, Alzheimer o Parkinson.

 
 
 
 
 
 
 

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