Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Il sogno è fantasia della pigrizia e della lentezza. E' vagare, senza confini alla speranza, senza definizione, solo scampoli di idea, solo frammenti, senza nessuno sforzo per ricomporli in un puzzle. La visione è determinazione, è adoperare tempo per cercare la forma da dare alla speranza. E' intelligenza di se stessi, dell'altro. Realismo, valutazione, occhi della mente, occhi del cuore. Si sogna l'amore quando ancora non c'è; si ha la visione del futuro di quell'amore, proprio di quello, quello che è vita e non più solo sogno. La visione è anche fantasia, è anche la lentezza del tempo della costruzione, è pensare col cuore; è raccogliere le briciole che memoria, ideali, coscienza, sapere seminano nella vaga nube del tempo senza tempo che ci avvolge. Non per caso, infatti, gli antichi (e coloro che ancora di antico e di eterno hanno l'anima) attribuivano la visione agli dèi.
************************************************** Il dipinto si intitola "Sogni" ed è di Vittorio Corcos, pittore livornese (1853-1933). Emma non sogna. Emma vede.
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Fine e viva la tua riflessione sulla visione.
Scrivo che pare un telegramma, ma sai che domenica ho vissuto (in proposito, chez moi ho risposto..) e felicemente sfinita, mi affido al sogno, lo cerco e non si dovrebbe cercare... mentre una specie di visione si impossessa di me per altri campi, non d'erba né di battaglia. Solo vita, semplicemente vita.
Con te, come altri tuoi amici e lettori, verrei ovunque
Il colore è il tocco dell'occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto, quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco somiglia a quello degli angeli. Parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante. L'altra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera.
O. Pamuk, Il mio colore è rosso. Einaudi ET, pag.197
Ciao e grazie, ody.
però lei non è il colore rosso. meno aggressiva. più un "andante con moto".
ora "ti faccio le pulci", come si dice qua. cioè vado nelle minuzie. per spiegare meglio che l'interpretazione dei dipinti è divertente, quasi una caccia al tesoro, al di là del sapere o non sapere. e quindi ti dò un paio di indizi che probabilmente vanno in un'altra direzione da quella suggerita da te:
1. i guanti erano da donna adulta, all'epoca.
2. l'età apparente della modella. oggi a trent'anni ci si considera ragazzine (loro, si considerano ragazzine, voglio dire: le trentenni), ma alla fine dell'Ottocento si era donne mature già da un pezzo:)
...è bello ritrovarlo da te