Arrancame la vida!la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita |
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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
Post n°817 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da alexisdg10
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Post n°816 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da alexisdg10
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Post n°815 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da alexisdg10
Mare dentro, in alto mare e dentro, senza peso |
Post n°814 pubblicato il 19 Dicembre 2009 da alexisdg10
Facendo un po’ di ordine qua e là ho trovato una foto che mi avevano fatto molti anni fa, insieme alla mia cagnolina Lea. Il bianco e nero perfetto è di Manuela, ne sono sicuro. Siamo da qualche parte sotto la neve, d’inverno. Io abbraccio la mia Lea. Ci guardiamo negli occhi e lo scatto di Manuela ci coglie mentre ridiamo tutti e due. Sono sicuro che anche la mia Lea ridesse in quel momento. Ho messo la foto in cucina e ogni tanto ci butto l’occhio, la guardo e sorrido, con un pizzico di malinconia. Un Alex giovane, con i capelli ribelli e nerissimi, la barba folta e gli occhi di brace. Quello che sono stato un tempo. Quello che ogni tanto mi sento ancora. Oggi è nevicato parecchio e la città si è lasciata avvolgere da questo manto gelato e bianco come se fosse un abbraccio morbido. Le gente passeggia per il centro senza fretta, questa volta senza fretta, nonostante sia l’ultima domenica che precede il Natale e gli acquisti e la frenesia dovrebbero impazzare. E invece la gente si è come adattata a questo ritmo lento che la neve oggi ha imposto a tutti, come un miracolo di silenzio e di calma. Questa città che è il luogo dove sono nato e dove sono tornato dopo quarant’anni. Questa città di cui conosco le pietre e la vita e tutti gli angoli e i cantoni. Vado lungo il fiume e passeggio da solo. Siamo in pochi oggi sulla Restera, si cammina a fatica, il fiume è gelato, qualche folaga tenta un goffo volo, niente di più. C’è un cane che corre davanti alla sua padrona, un bel cane color del miele. “Lea” le grido “Lea, vieni qua!” Il cane scodinzola nella mia direzione. “ Si chiama Linda” mi dice la ragazza. “ E’ una peste”. “E’ un cane bellissimo” dico io. “ Sì è una bella bestia” “Ne avevo uno uguale, tanto tempo fa”. Mi tolgo i guanti e accarezzo la testa di Linda. Lei mi guarda con quegli occhi dolcissimi tipici della sua razza, uno sguardo che riconosco ancora dopo moltissimi anni. “ Le manca il suo cane?” La ragazza è carina e giovanissima. “ Sì, mi manca” le dico io “ ma la vita continua, continua sempre, anche se alle volte sembra arrestarsi o indietreggiare o cambiare direzione. Continua sempre la vita”. La ragazza sorride “ Mi chiamo Miriam” mi dice “ Alexis” faccio io. “ E’ un nome strano” mi dice “ Lo so, ma ci sono abituato. E’ il mio nome” “E’ un bel nome,davvero” Linda scalpita, ha freddo, vuole correre. “ La saluto Alexis, Linda mi sta chiamando” sorride e lancia in fischio di richiamo alla cagnetta che ha già preso a correre. “ A presto Miriam. Ciao Linda” La ragazza fa per andarsene, poi si ferma a qualche metro da me “ A proposito, buon Natale Alexis” Le sorrido io questa volta “ Buon Natale Miriam” Me ne torno a casa infreddolito. Le piccole mani di Lia mi salutano dalla finestra. Perfetta questa vita che ci ruota attorno come questa neve morbida e gelata. Assolutamente perfetta questa vita. Nonostante il dolore e le lacrime e tutto il disamore. Nonostante il dolore e le lacrime. E i ricordi e i rimpianti e la nostalgia e gli anni che passano inesorabili. E le ore sprecate e i giorni e i mesi e gli errori e gli affanni e la paura e la solitudine. Assolutamente perfetta questa vita che viviamo ogni giorno e che nemmeno ci accorgiamo di vivere. Talmente perfetta che fa quasi male. Buon Natale a tutti. E a tutti un anno di pace vera. Con tutto l’amore che posso.
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Post n°813 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da alexisdg10
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Post n°812 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da alexisdg10
Mi piace un sacco stirare. Mi piace raddrizzare le pieghe, lisciarle le camicie, i colletti, le maniche. Mi piace pulire, da sempre. Quando vivevo con Davide, a Torino, io pulivo e stiravo, lui cucinava. Ora che siamo in sette in casa ci dividiamo i compiti, ma io continuo a stirare per tutti. Stirare mi impegna le mani ma mi lascia libero il cervello. Certo, mi viene male alla schiena, ma stirare mi concilia il ragionamento. Quando stiro penso sempre a mia madre. E alle donne. A quelle della sua generazione, ma anche alle donne di oggi, a quelle che conosco. Le donne sono infinitamente migliori di noi uomini, l’ho sempre detto. Le donne sono forti, consapevoli, pazienti. Le donne corrono dal mattino alla sera. Si alzano presto, preparano la colazione ai mariti e ai figli. Le donne coprono i figli quando fa freddo. Li portano a scuola. Cucinano pranzo e cena. Danno da mangiare ai cani e ai gatti. Le donne vanno al lavoro e tengono in ordine case, figli, cani e mariti. Un uomo durerebbe sì e no una settimana se dovesse sopportare il lavoro di una donna. E’ così. Non c’è dubbio che sia così. Ogni volta che stiro penso a mia madre, dicevo. Una vita fatta di lavoro, nient’altro. Come tante donne del suo tempo, come tante donne di questo tempo. Da ragazzi non si capisce mai il lavoro di una madre. E’ normale che le camicie siano stirate, la cena pronta, il letto rifatto. Si da tutto per scontato. E si è sempre un po’ crudeli con le madri. Non si comprende mai abbastanza cosa fa una madre in una sola giornata. Quando ero piccolo mi mancava tanto mia madre. La vedevo pochissimo per via del suo lavoro. Solo la sera potevo stare un poco con lei. Pensavo che mi trascurasse. Lei invece andava a servizio per poterci sfamare. Ci sono incomprensioni da comprendere nella vita di ognuno. Piccole ferire da rimarginare. Le ferite dei bambini che non potevano comprendere solo perché troppo piccoli e perché la vita che ci era stata data in sorte era così, nient’altro. Ammiro molto le donne, da sempre. Ammiro di meno i mariti, gli amanti, i fidanzati, i compagni. Di solito ad un uomo si concede il beneficio sublime della stanchezza dopo una giornata di duro lavoro. E’ normale che un uomo torni a casa stanco dal lavoro e non faccia più niente. Per una donna invece è diverso. Sulle donne si hanno aspettative altissime, di solito. Non so esattamente da dove derivi questa malformazione mentale, ma so che è così. Certe donne moderne mi fanno un po’ pena, a dire il vero. Parlo di quelle con il mito della carriera, i figli, la casa perfetta,il marito che conta, le ferie, i viaggi, gli impegni dei figli, i cocktails, le feste, il suv, l’estetica e i massaggi. E l’amore. Le donne che assomigliano a molti uomini eterosessuali, insomma. Mi piacciono quelle donne forti, oneste, profonde, quelle che vanno avanti comunque e non si lamentano mai. Quelle che stirano, puliscono e affrontano la vita come se niente fosse, nonostante lo sforzo e la fatica. Noi omosessuali siamo più simili alle donne, forse. Non tutti, certo, ma di solito è così. Abbiamo dovuto cavarcela in mezzo a un po’ di difficoltà, questo ci ha reso più forti e più tenaci, a volte un poco più cinici, ma vivi. Stirare diventa quindi un momento da dedicare al pensiero, alla memoria, alla mia storia e alla storia di chi nella vita non ci è solo passato attraverso. |
Post n°811 pubblicato il 29 Novembre 2009 da alexisdg10
E a proposito di minchioni e di minchiate: che lestofanti questi svizzeri: no alla costruzione di nuovi minareti nel territorio elvetico, ma sì al fatto che si possa continuare ad esportare indisturbatamente le armi nei Paesi di guerra. Siamo a posto. Meno male che non ho mai comprato nulla made in Swiss, nemmeno il cioccolato! Che siano goevernati anche loro dal PDL? |
Post n°810 pubblicato il 29 Novembre 2009 da alexisdg10
Abbiamo avuto ospite a casa nostra la mia grande amica Lena di Stoccolma. Ci conosciamo da oltre vent’anni Lena ed io, e ci vogliamo molto bene, di un bene fraterno ed autentico. Lena ha collaborato con Igmar Bergam diversi anni fa, quando era giovanissima. Insieme hanno realizzato alcuni fra i suoi film più significativi. Lena è una donna mite, ma volitiva. Si porta appresso un gran sorriso, una chioma rossa come il fuoco e una gran voglia di vivere. Si è sempre parlato di tutto con Lena. Lei conosce me e la mia famiglia da moltissimo tempo, noi e l’Italia, ma ogni volta, ogni maledetta volta che vieni e trovarci, mi pone le stesse domande. Ed io ho sempre le solite misere risposte. Ecco. |
Post n°809 pubblicato il 18 Novembre 2009 da alexisdg10
Il lento, inesorabile e terribile avanzare degli anni ha portato alcuni miglioramenti nella mia vita. Dormo meglio, ad esempio. Dicono che più in là si va con gli anni meno si dorma. Io se non metto la sveglia mi sveglierei regolarmente a mezzogiorno. Anche le mie reazioni impulsive si sono un po’ mitigate. Stempero la rabbia con una bella passeggiata lungo il fiume e quasi sempre, se mi concentro molto, riesco a mettere dei punti fermi, evitando così tante menate, a me e agli altri. Non ha fatto una grinza, invece, la mia proverbiale distrazione. E non so, a questo punto, se rallegrarmene o meno. Questa mattina avevo delle cose da fare in centro, e siccome oggi il clima era mite e il cielo quasi sereno, ho deciso che sarei uscito in bici. Ho pedalato fino alla piazza principale, ho fatto le cose che avevo da fare e poi ho deciso di fare una piccola deviazione e di pedalare un po’ lungo il Sile. Ho legato la bici con il lucchetto ad un palo, ho passeggiato un po’ e ho trovato il mio amico Massimo. Ce la siamo contata a lungo: le amenità, le cazzate e i massimi sistemi. Poi, come se nulla fosse, ho accettato un passaggio da Max fino a casa. C’è voluta una seconda uscita nel pomeriggio per ricordarmi che ero andato via in bici. Ho preso l’autobus per andarla a recuperare. Giaceva, di sera, al buio, miseramente sola, al palo dove l’avevo lasciata al mattino. Boh. Una volta, subito dopo Kabul verso Settembre, sono uscito in bici, ho fatto delle cose poi mi sono ricordato della spesa, passando davanti all’ipermercato dove di solito ci riforniamo.“Perché non approfittarne? “ Sono entrato nel supermercato e ho comprato i viveri necessari alla nostra truppa di 7 persone più un gatto per l’intera settimana. Morale: quando sono uscito con 5 borse stracolme ho visto la bici! A quel punto, per non riportare il tutto negli scaffali, ho spiegato come stavano le cose alla cassiera, dicendole che sarei tornato presto a prendere la roba con la macchina, mollando alla cassa baracca e burattini. Da allora mi guarda un po’ storto, ma a me non importa poi molto. Sempre meglio di quando, ancora a Torino, parcheggiai in un posto sotterraneo, andai al cinema e dopo trascorsi un’ora intera nel panico più nero perché la macchina nuova di zecca , di cui ovviamente non ricordavo la targa, era sparita. Dovetti ricorrere ai custodi che setacciarono l’intero parcheggio. Dopo 2 ore di ricerca mi ricordai all’improvviso che non era quel parcheggio lì. Ovvio che dopo quella volta non ho più osato parcheggiare da quelle parti. Un’altra volta partii con un volo da Malpensa. Avevo letto che il ritorno era su Linate, ma io andai a Malpensa in macchina e ,ovviamente, quando giunsi a Linate mi misi a cercare l’auto nel parcheggio dell’aeroporto. Avrò qualche problema? |
Post n°808 pubblicato il 11 Novembre 2009 da alexisdg10
Scorciatoia per il successo. Pare che siano in netto aumento le adolescenti che come regalo di compleanno o di promozione ( “te gha fato solo el to dover “ mi diceva mio padre) chiedano un ritocchino estetico. Naso, tette, culo. 5 , 6 mila euro per il naso. Fino a 10 mila euro per le tette. E poi dicono che siamo un Paese in crisi! E pensare che uno psicologo dell’ASL, alcuni di essi bravissimi, costa 15 euro di ticket e le liste d’attesa non sono nemmeno troppo lunghe, almeno qui da me. Certo, più facile pagare il chirurgo estetico piuttosto che mettersi in discussione in qualche modo. Poveri adolescenti. Dovrebbero approvare una legge che consenta ai figli di divorziare da certi genitori. O una che consenta di chiudere le tube a certe madri e i condotti seminali a certi padri. Solo così riuscirebbero ad essere inoffensivi. E pensare che quando stavo promosso io mia madre mi dava 3000 lire per andare in pizzeria con gli amici! |
Post n°807 pubblicato il 08 Novembre 2009 da alexisdg10
Non vorrei fare altro chiasso, mettere altre parole sulle tante parole ( spesso vuote) già dette, spesso urlate, di qua e di là, sulla faccenda del crocefisso. Riporto pertanto uno scritto di Don Andrea Gallo, una persona che stimo sul serio. Questa è un'opinione che trovo consivisibile e che mi piace davvero. Tutto qui.
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Post n°806 pubblicato il 01 Novembre 2009 da alexisdg10
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Post n°805 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da alexisdg10
Ci siamo incontrati 15 anni fa, in una sera tiepida di un Ottobre romano. Tu suonavi il tango in un teatro del centro. Dovevo fare le foto ai ballerini. Fotografai solo te, le tue mani. L’ho già raccontato questo, mi pare; tempo fa l’ho raccontato qui sopra questo nostro incontro. Ti amai da subito. Sì, da subito. Ho amato da subito i tuoi occhi trasparenti e timidi, le tue ciglia folte, i tuoi capelli neri , le tue bellissime mani che volavano sulla tastiera velocissime. Quella sera ti aspettai fuori del teatro. Uscisti tardi, da solo. Ti aspettai un sacco di tempo. Quando ti vidi uscire mi venne da piangere per l’emozione. Piansi spesso i primi anni con te. Mi faceva piangere il tuo cuore buono, pulito, puro. Piangevo sulle tue mani, sulle tue braccia, sul tuo viso bellissimo. Ti guardavo e mi veniva da piangere. Temevo che prima o poi ti saresti accorto che razza di uomo ti eri preso con te. Poi passò. Passò quando incominciai a credere completamente al tuo amore. Avevo smesso di bere da poco, ero ancora convalescente, da poco dimesso dall’ospedale quando accettai la proposta dell’agenzia per quel servizio fotografico. Avevo pochissimi soldi, le foto di guerra non le voleva nessuno e in qualche modo dovevo campare. Andavo e venivo dalla Palestina, ero stanco e confuso. Ti aspettai fuori del teatro quella sera. Tu sorridevi e mi guardavi fisso. Ti chiesi se potevo mandarti gli scatti che ti avevo fatto, ti chiesi dove abitavi, se eri di Roma, o di dove. Tu dicesti che abitavi a Treviso. Ti dissi che anch’io ero di quel posto, ti dissi che là ci ero nato, che appartenevo anch’io a quella terra d’acqua, ma che adesso stavo a Torino, lontano, lontano da tutto e da te. Ti dissi che prima o poi a quell’acqua ci sarei tornato, che ci sarei tornato davvero, ma non sapevo dirti quando. Ti dissi che ti avrei portato le foto dove avessi voluto tu. Mi cadde la borsa, la macchina, mi caddero tutti i rullini. Tu mi sorridesti ancora e mi dicesti con la tua voce calma: “ Non me ne vado, tranquillo. Non me ne vado da qui. Sto qui con te, non me ne vado, non avere paura, va tutto bene. Io non me ne vado. Resto con te” Da quel momento i tuoi non me ne vado, i tuoi non avere paura , i tuoi resto qui con te hanno accompagnato tutti i giorni della mia vita. “ In fondo al teatro, dice l’attore, ci sarebbe stato un muro di colore blu. Questo muro chiudeva la scena. Massiccio, esposto a ponente, di fronte al mare. Questo muro era per definizione indistruttibile, benché fosse battuto, giorno e notte, dal vento del mare e subisse in pieno l’influenza delle più violente tempeste. |
Post n°804 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da alexisdg10
Da molti anni non scatto più fotografie. Solo le foto di guerra so fare, nient’altro. Non mi riesce più di scattare foto alle persone e alle cose. Non ne sono più capace, ammesso che mai io lo sia stato. C’è stato un tempo in cui volevo dimostrare a me stesso che sapevo fare delle belle foto; forse l’ho già detto, non ricordo. Ricordo pochissime cose ultimamente. Volevo impressionare me stesso e gli altri con le mie foto. Sì, anche gli altri volevo impressionare. Giravo sempre con la macchina fotografica a tracolla, scattavo, studiavo la luce, le ombre, calibravo l’esatta apertura dell’obiettivo. Non so che cosa volessi dimostrare allora. A volte mi capita di rivedere i lavori che ho fatto in passato e di non riconoscermi affatto. Perchè ho scattato quella foto? Perché? Che bisogno c’era di immortalare per sempre quel momento? Che senso ha una fotografia se non è la testimonianza di qualcosa? Oggi riesco solo ad immortalare il dolore, e l’ingiustizia e la fame e le bombe e la sofferenza; non ricordo nemmeno più come si faccia a scattare su di un panorama. Non m’importa più niente. Non fotografo più, ho detto. Da molto tempo. Dimentico anche le cose con una facilità sorprendente , da ultimo. Mi è di grandissimo sollievo, devo dire. Fotografo poco o niente , dicevo. La fatica che faccio ogni volta che devo scattare si è fatta pesantissima. Ultimamente tengo a semplificarmi alquanto la vita anizichè complicarmela, come, al contrario, ho sempre fatto in passato. Sarà l’età. Saranno gli anni che avanzano, la stanchezza, le notti insonni. Sarà la guerra, e la paura e a volte la vergogna che mi coglie davanti alla gente che soffre e che muore. Sarà che non c’è soluzione possibile. Sarà che io non la vedo. Sarà che sto invecchiando inesorabilmente e allora la vita assume per forza una sfumatura diversa quando s’invecchia. Si acquista saggezza, ma si perdono illusioni e sogni e slanci e pazienza. Si perde la pazienza, sì, anche la pazienza. Oggi sorrido quando mi penso trent’anni fa con la mia Canon al collo. Mi sono sempre tenuto volutamente fuori dai clamori, dal commercio e dalla folla. Mi ha sempre fatto orrore la fama. Ho avuto molta fortuna però. Oggi lavoro in un gruppo sceltissimo ma assolutamente anonimo. La situazione ideale per uno come me. Non esiste competizione fra noi, questo è bellissimo, secondo me. Siamo tutti parte di un progetto e solo questo conta. Gli scatti sono di tutti. E’ l’uso che se ne fa delle foto quello che conta. Sono così adesso. Quando attorno a me vedo tutti questi ragazzini che si affannano per emergere provo una grandissima pena. Che senso ha una cosa del genere? Provo anche pena quando vedo gli scatti dei turisti. Perché fotografare i luoghi, i monumenti, i volti, gli amici? Non bastano gli occhi, il ricordo e la memoria? Ma forse sono io che mi confondo. Resetto e cancello i file del mio cervello con una straordinaria facilità, dicevo. Non so perché. Non c’è più conflitto, né fuori né dentro di me. Come se galleggiassi leggero. Solo rimane questo vago senso di dolore e di nostalgia e di tristezza e di pena e di malinconia. Solo questo rimane. Dentro. |
Post n°803 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da alexisdg10
ma com'è che nonostante la magistratura sia composta da giudici comunisti, la stampa per il 72 % ( il 72% ???) sia di sinistra, le trasmissioni televisive dove si svolge un dibattito siano tutte rosse, il Presidente della Repubblica sia un bolscevico, com'è, dicevo, che questo Paese rimane un Paese schifosamente di destra con a capo un piazzista? Fate un bel TSO a Berlusconi. Adesso è giunto il momento. TSO= trattamento sanitario obbligatorio |
Post n°802 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da alexisdg10
Ho sempre pensato che tutti dovessero avere le stesse possibilità nella vita. Da piccolo, a scuola, alle elementari, non capivo perché il mio compagno Roberto, figlio di un ingegnere, portasse a scuola un astuccio Caran D’Ache da 36 colori, dal costo di 5000 lire, mentre Giustino, dal padre operaio e calabrese, dovesse accontentarsi di quattro matite di quattro colori diversi. Mi sembrava ingiusto, peggio, mi sembrava assurdo. Non capivo perché la Signora dove lavorava mia madre non sapesse cucinare,pulire e stirare da sé. A parte il fatto che mia madre faceva le stesse cose a casa nostra, dopo aver lavorato da lei per 10 ore di fila, e la riccona passava la sua giornata a fare un emerito cazzo, se la Signora non era in grado di farlo da sola, e se era così importante per lei avere la casa pulita, gli abiti stirati e i manicaretti pronti sulla tavola, allora perché pagava mia madre una parte infinitesimale rispetto a quanto guadagnava lei? Se mio padre che lavorava tutto il giorno in fonderia a malapena poteva assicurarci il cibo quotidiano, perché il medico dove lo portammo appena fu pronunciata la parola Alzheimer per due visite si prese in nero quasi l’intera pensione di mia madre? Perché c’era gente ricca che veniva rispettata, adorata, venerata e temuta e gente povera che veniva derisa, soggiogata, sfruttata e dileggiata? |
Post n°800 pubblicato il 30 Settembre 2009 da alexisdg10
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Post n°799 pubblicato il 11 Settembre 2009 da alexisdg10
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Post n°798 pubblicato il 11 Settembre 2009 da alexisdg10
Che a vederli tutti e due insieme alla Maddalena sembrano uguali uguali, Silvio e Zapatero. Che meraviglia, infatti, questi incontri al vertice dove i due grandi ( a volte sono in 7, a volte in 8, altre persino in 20) si scambiano sorrisi a 32 denti e amichevoli abbracci! E meno male che hanno deciso di tenere l’incontro alla Maddalena, che dopo aver fatto spendere un botto agli albergatori per restauri e ammodernamenti vari, promettendo finanziamento agevolati e quant’altro per attirarli verso il piatto ghiotto, li hanno liquidati e lasciati in mutande per seguire l’effetto L’Aquila. Che adesso almeno gli portino qualche turista, perdio. A parte che non capisco perché il nano rognoso continui a cagarci il cazzo a tutti con le sue storie personali, dopo che ci rompe i maroni un giorno sì e l’altro pure col fatto della privacy e poi non perde occasione per spiattellarci i casi suoi; a parte le battute sulle troppe quote rose del governo spagnolo, giustamente riportate dai quotidiani di Madrid, che il nano truffaldino ha subito smentito ( “'la stampa spagnola ha dato un senso contrario alle mie espressioni rispetto a quello che avevano. In Italia e' nota la mia passione per l'altra meta' del cielo….e ti pareva, sti spagnoli sono proprio dei comunisti, oltre che mezzi froci, da un po' di tempo a questa parte... ), a parte che il nano sporcaccione adesso dovrebbe cambiare registro e parlarci d’altro che non sia la sua passione per le tette e le fiche, a parte che credo che a Zapatero non sia sfuggito il fatto che un capo di governo si sia così ingenuamente difeso dalle critiche di aver pagato delle zoccole, quando Silvio ha detto di non saperne nulla e che la colpa è di quel Tarantini che ha portato a cena a Palazzo Grazioli alcune ragazze. Perché è come se io invitassi un pappone a cena a casa mia con al seguito 20 fanciulle e poi cadessi dalle nuvole se scoprissi che le fanciulle sono 20 bagasce. Ma lasciamo perdere. A parte la strenua difesa delle Tv e l’accusa alla carta stampata ( Repubblica, Unità e El Pais in testa a tutti), forse il nano bugiardo non ricorda che è stato lui stesso in tante occasioni a dare origine alle polemiche nei confronti delle telecamere. Come quando pronunciò il famoso editto bulgaro contro Santoro, Biagi e Luttazzi e poi negò tutto. O come quando, lo scorso giugno, disse di voler " chiudere la bocca ai catastrofisti" e invitò a non dare pubblicità ai media che, a suo giudizio, agevolavano la crisi. Per poi smentire tutto, ovviamente. Anche stavolta davanti alle telecamere. Straordinaria la faccia tosta di quest'uomo. Ma ancor più straordinario è il cervello di noi, italico popolo, che abbiamo permesso che certa gente scalasse i verici del nostro Paese. E forse tutto questo anche perchè l'opposizione ha fatto e continua a fare un'emerita minchia. cazzo, pure Noemi sulla paserella del Cinema di Venezia! Se lei lì io volgio andare alla Nasa e fare l'astronauta. Ma perchè non ci spariamo un colpo tutti e la facciamo finita? |
Post n°797 pubblicato il 10 Settembre 2009 da alexisdg10
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REGOLE DEL BLOG
Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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Nickname: alexisdg10
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Sesso: M Età: 21 Prov: TV |
ULTIMI COMMENTI
PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
FOTO
.
FOTO
Inviato da: cassetta2
il 09/08/2023 alle 10:38
Inviato da: emilytorn82
il 28/12/2016 alle 19:30
Inviato da: sariel
il 14/02/2015 alle 14:07
Inviato da: magdalene57
il 17/06/2014 alle 09:04
Inviato da: AngelaUrgese2012
il 26/04/2014 alle 22:53