Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
« del vento lieve | Pari opportunità » |
La musica non è un privilegio: è un diritto di tutti.
Per garantire questo diritto Ramzi Aburedwan, musicista palestinese, nato ventotto anni fa in un campo profughi alla periferia di Ramallah, ha deciso di aprire, nel 2005, una scuola di musica (Al Kamandjati ) nel centro storico della città. E di portare lo studio della viola, del violino, della chitarra, della fisarmonica, nei campi profughi e nei centri urbani dei Territori Occupati.
La storia di Ramzi è una parabola esemplare: nel 1987 era un
ragazzino che lanciava le pietre contro i carri armati israeliani (e
una foto diventata celebre lo ha fatto diventare il simbolo della prima Intifada); nel 1999 sedeva nella fila della West-Eastern Divan Orchestra fondata da Daniel Barenboim.
Per raccontare questa storia in parole, musica e immagini Guido Barbieri e Oscar Pizzo hanno riunito un gruppo del tutto “inedito” di artisti e di intellettuali: Amira Hass, corrispondente di Haaretz, l’unica giornalista israeliana che vive in Cisgiordania; Franghiz Ali Zadeh, compositrice azerbaijana di religione musulmana, amatissima da Yo Yo Ma e dal Kronos Quartet; Moni Ovadia, da sempre testimone attento della questione palestinese; Mohammad Bakri, il più popolare e amato attore palestinese; Yannis Kounellis, uno dei maggiori artisti contemporanei; Marco Di Noi, regista e videomaker e infine lo stesso Ramzi con i maestri e gli allievi di Al Kamandjati.
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È così chiamata la prima delle cinque preghiere giornaliere del musulmano praticante.
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