FAJR

Beh, i tuoi riferimenti non sono universalmente riconosciuti come validi, e se anche chi non li riconosce fosse per questo cieco, avrà comunque altri modi di valutare le cose al presente. Del resto, indipendentemente da questo, la nostra possibilità di modificare questo stato di cose è prossima allo zero. Le più svariate argomentazioni, di qualunque tipo, sono sempre (state) usate da chi lo vuole fare a giustificazione di ogni oscenità. Anche il tuo credo è stato reiteratamente utilizzato in questo modo. Secondo me siamo animali che non possono sperare di essere "buoni" totalmente. Se ci mettiamo questo target di fronte, la nostra "cattiveria" la lasciamo libera di pascolare a caso. Il discorso che faccio sul popolo ebraico significa che, a differenza per esempio dei crociati, loro sono perfettamente consapevoli di essere bastardi, perché sono consapevoli che l'uomo è così. Non hanno bisogno di raccontarsi le balle infantili degli americani tipo quella di andare in Iraq a portare la libertà. Loro sanno di ammazzare per conquistare un territorio, come animali, ma con un fine alterato rispetto a quello degli animali. Il loro problema è infatti il fine sul quale si stanno incarognendo. Hanno perduto il senso della sua dimensione. Sembra quasi che siano disposti a morire tutti o vincere (non che questo sia il pensiero di tutti loro, ma una parte di loro ha questo atteggiamento in rappresentanza vera o presunta di tutti loro). Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario ricorrere ad argomentazioni quali la pace e l'amore tra i popoli. Sarebbe già sufficiente la prudenza. Non l'amore di Dio, ma il timore di Dio basterebbe a riportare i guerrafondai a più miti consigli. Se solo si rendessero conto di non essere invincibili, che un tallone d'Achille ce l'hanno anche i supereroi, e che la regola prima è quella della morra cinese, dove ognuno degli agenti è vulnerabile nei confronti di quello è stato vinto da quello che esso stesso ha battuto.