bloglibero

effige

mi inoltro nella notte,
nella luce dei lampioni
-fredde liquidità-
in attesa che il silenzio
divenga oltraggio.
tocco leggero,
monca espressione,
cappuccio e laccio,
mentre il vetro osserva
-opaca trasparenza-
la solitudine farsi effige.

indecenza

cumulo  tempo
-l'attesa divina-
assenza sgualcita
clamore indecoroso.

racconto orgoglio
semino disciplina
mieto contraddizioni.

giunge la sera
-barba incolta-
e il seme muore.

"il fine giustifica i mezzi"

la lotta che gli uomini affrontano per lenire i bisogni mediante l'approvvigionamento dei beni che esaudiscano il desiderio a che tali bisogni cessino inducono sovente a una depauperazione delle facoltà cosiddette intellettive poichè la ricerca dei soli beni induce la coscienza e l'io alla tesaurizzazione degli stessi. il consumo è solo il riverbero di tale attività psichica poichè mediante l'accumulo prima, si placa la "fame", mentre il consumo è solo il piacere che la caccia e il possesso ci permettono di provare nell'ideale ultimo della volontà a sopravvivere che mal si concilia con l'idea di società civile che nella prassi dovrebbe aver risolto il problema della sussitenza esercitando il diritto e proponendo l'etica come autodeterminazione cosciente del vivere sociale. ma il fallimento del diritto e l'inefficacia dell'etica hanno prodotto un sistema aberrante nel quale lo scontro è il solo metro per misurare i valori per cui ciò che è lecito coincide con ciò che non lo è.

aforisma

le esperienze si sommano e nell'incontrare i motivi per cui abbiamo scelto e indirizzato la vita verso quel determinato percorso sovente ci spaura la coscienza poichè un senso di alterità e di caos deturpa la volontà a divenire e definirsi nella certezza dell'io sono. quanto poco infondo conosciamo di noi stessi, i bisogni partoriscono desideri e la mente soggiace ad essi come il non libero si prosta alla sua schiavitù.

aforisma

quel che differenzia l'uomo dalle specie animali e la capacità del suddetto di produrre strumenti dalla natura. è l'osservazione, l'analisi, la diagnosi che ha portato l'uomo sulla strada della conoscenza e della tecnica. come tutti gli animali prova bisogni ai quali deve dare risposte per non soffrire e quindi impallidire dinanzi lo spettro della morte. in natura tutto è preposto affinchè si possa divenire e quindi mutare. se l'uomo rinuncia  a questa sua attitudine di esploratore dell'infinito per crogiolarsi nei soli piaceri sensibili rinuncia alla sua storia e per questo vive il declino della specie e la stasi che preannuncia la fine.

aforisma

l'arte come espressione del bisogno dell'uomo a comunicare attraverso simboli concetti che altrimenti resterebbero nell'animo umano senza libera fruizione e quindi possibilità di scambio. l'iterazione che viene a crearsi tra il prodotto artistico e il fruitore è di natura individuale ed anche se l'opera racchiude elementi che si possono definire universali, poichè rivolti all'uomo e non a quell'uomo, il rapporto di cessione perpretato dall'artista nel momento della creazione permette all'osservatore di introiettare e avvedersi solo di quelle cose già presenti nel proprio animo e quindi speculari alla coscienza. dunque cosa resta nell'opera d'arte dei motivi che hanno condotto l'artista a produrla se poi a  margine delle stesse una didascalia non indica il messaggio che l'opera racchiude? a mio avviso restano solo segni grafici tangibili che possiedono una vita a sè indipendemente dal valore intrinseco che gli attribuisce colui che l'ha determinati. l'osservazione trattiene nella memoria solo quelle caratteristiche che inducono la mente a predicare emozioni al fine di stabilre un contatto duraturo con la cosa osservata per non disperdere conoscenza, quindi informazione.

scambio

...

. . .

TuUomoNudo...

Ho atteso un tempo infinito

Sentivo qualcosa di intenso

Capivo che esiste una mente

Volevo parlasse di sè

Credevo in un filo che lega

Avevo paura di me

Adesso tutto è palese

Ora ho visto chi è dentro

Oggi è nato qualcosa

Domani si dipanerà

Presto alti si volerà

*Clarissa*

aforisma

l'opposizione tra caos e ordine genera nell'uomo sfiducia e insoddisfazione poichè l'uno è negazione dell'altro, pur essendo entrambi fattori fondanti della natura. all'ordine è associata la norma e quindi ciò che seguendo percorsi lineari e logici mette in comunicazione le diverse forme attuali che sincronicamente interagiscono in uno spazio comune. il disordine è individuato col principio di casualità che nell'ottica del non lineare e quindi altero ricerca i presupposti dell'espressione non nella volontà ma nella invadenza di un macrosistema nell'orbita dei microsistemi condizionandone l'esistenza. dunque tale interpretazione manicheista genera fanatismi e idolatrie sia nelle società che nei singoli.