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Post N° 382

Post n°382 pubblicato il 11 Settembre 2006 da betulla64
 

Che strano il destino del mese di settembre.
Che strano inquietante ripetersi di date. Di numeri. Di orrori.



11 Settembre 1973
9:10 A.M.

Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.
Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
La storia è nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
Erano d’accordo.
La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
Non importa.
Continuerete a sentirla.
Starò sempre insieme a voi.
Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.

Santiago del Cile, 11 Settembre 1973.

 
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unlumedaunnume
unlumedaunnume il 11/09/06 alle 14:30 via WEB
Cara b ieri sera chiudendo il portoncino dopo aver fatto uscire ciris, mi è corso un brivido alla schiena pensando a che velo è un portoncino per proteggersi da un mitra, a che stupido inutile orpello sono le inferriate alle finestre basse della mia casetta a pianterreno.... a quanto può essere lungo il tempo della violenza, ai pensieri che devono verti in testa... Sono una poveraccia, penso a me quando leggo degli altri, penso a quando arriverà qui, penso ancora una volta al mio letto pulito alle lenzuola che odorano di sapone e di ferro da stiro e alla cena di ieri sera: pizza per me gelato per mamma... una cena da re, nel mio bellissimo castello .... :(((( è un brivido che continua a percorrermi...
(Rispondi)
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 11/09/06 alle 14:43 via WEB
Vero! Mi ero dimenticata anche di questo 11 settembre. E pensare che ho passato gran parte della mia vita accanto ad una persona che era lì in quel fatidico giorno. E ci sarebbe rimasto ancora un po'. Imperdonabile. Un sogno infranto quell'undici settembre.
(Rispondi)
elnaza
elnaza il 11/09/06 alle 18:55 via WEB
ti abbraccio forte e speriamoc he non ci siano più 11 settembre!! ... ma solo abbracciarti non mi basta quindi ti bacio anche!!!
(Rispondi)
ascaso1974
ascaso1974 il 12/09/06 alle 07:11 via WEB
Dolce e amaro, Bet, ricordare. Per chi poi, come me, nemmeno c'era, e persone come Salvador Allende e Victor Hara le conosce attraverso i racconti e i ricordi degli altri. I miei genitori quei giorni li ricordano, le notizie nei telegiornali in bianco e nero. A casa si parlava di lotta operaia, e si cercava di capire perchè in quel paese all'altro capo del Mondo la propria patria, la propria gente potessero essere tradite con così tanta violenza. Io, intanto, un po' dormivo e un po' ascoltavo, acciambellato nel pancione di mamma...
(Rispondi)
roky.gz
roky.gz il 19/09/06 alle 08:53 via WEB
La copertina di Radici (Guccini Francesco) ha un'aria famigliare e mi riporta all'adolescenza. grazie per questa immagine a me cara. Gian.
(Rispondi)
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