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Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Post N° 399

Post n°399 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da betulla64
 

In questo bel paese succede a volte di chiamare l'ospedale, parlare con una sconosciuta e gentilissima infermiera e sentirsi rispondere "la chiameremo noi".
Succede anche che dopo mesi di "la chiameremo noi", la famiglia cominci a guardarti strano e ti faccia l'elenco di tutti gli infermieri che rientrano nella categoria "parenti" e che potrebbero darti una spintarella.
Poi succede che il tuo medico, quello in cui riponi la massima fiducia e ti conosce da sempre, se ne esca con la stessa idea, nel senso "ma non conoscete nessuno in ospedale che possa metterci una buona parola?"
Di scemenze ne ho fatte tante nella vita e non sono stata sempre onesta, ci sono però alcune cose che chiamo "i fondamentali" e sono le seguenti: niente banane Ciquita e niente Coca-Cola, il canone Rai si paga, non si raccontano balle all'assicurazione per guadagnarci un paio di occhiali nuovi, non si parcheggia in divieto di sosta, si pagano le tasse, si rispettano gli anziani e non si scavalcano le liste di attesa all'ospedale.
A destra e sinistra di quanto scrivo ci sono dei banner. Stanno lì e hanno un senso. Il mio senso. Lì è rappresentato il mio sentire, così come è il mio sentire una frase famosa e un poco dimenticata, che recita, dal Vangelo di Luca: "Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro". Sono certa che se ognuno di noi rispettasse il proprio turno, non ci sarebbero interminabili, estenuanti, a volte disperate liste d'attesa. Per quanto mi riguarda, mi affido all'articolo 32 della costituzione confidando che ci sia ancora qualcuno che la pensa come me e che metta la mia cartella clinica nelle mani di un medico semplicemente perchè è giusto e non perchè il cugino del fratello del cognato di checazzoneso ha strizzato l'occhio alla caposala.


Ho giocato la mia vita con i dadi all’osteria,
ho pensato tante volte di barare o andare via,
ho provato a dare un senso al crocifisso con il Santo,
ho rubato e bestemmiato qualche volta
ho pure pianto e già…

Ho dormito per la strada e ho conosciuto il fondo,
ho capito molte lingue perché ho girato il mondo,
ho preferito star da solo o dalla parte dei perdenti,
che accettare a tutti i costi
di seguire le correnti e già…

Ho deciso di cambiare e ho provato l’emozione,
di restare ad aspettare qualche nuova soluzione,
e ho tenuto in braccio un bimbo
camminando sotto il sole,
ho cercato nei suoi occhi
e ho imparato le parole.

Ho pensato a mio padre che andava a lavorare,
a mia madre che sorrideva nel vederlo ritornare,
ho annaffiato i fiori rossi che tenevo al davanzale,
ho giocato nel cortile e poi di corsa sulle scale e già…

Ed ho creduto di star bene mentre invece stavo male,
ho capito molto presto tutto quello che non vale,
ho comprato la pazienza assieme a strani talismani,
ho rivisto i suoi occhi, viso e calli sulle mani e già…

E ho visto gridare nelle piazze chi aveva fame e sete,
per risposta li hanno presi come pesci nella rete,
e ho cercato un po' d'amore ma l'ho chiesto troppo forte,
e tutti dietro alle finestre chiudevano le porte.

L’ho cercata l’ho pagata se la chiamano coerenza,
questa cosa ha un prezzo fisso non potevo farne senza,
e preferisco esser vinto conto il muro a torso nudo,
che cantare la vittoria
ben protetto da uno scudo e già…

(Nomadi - La coerenza)

 
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"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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