Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

Blo(g)cco Note

Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
tiene la fe que alucina,

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(Josè Seves)


 
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Messaggi del 17/02/2006

 

Post n°135 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da betulla64
Foto di betulla64


Chiuso per riflessione

 
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Post n°134 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

...eravamo a San Miguel de Tucumàn, nel Nord-Ovest Argentino, dove già si intravede il profilo della Cordigliera delle Ande, avevamo visitato il Cabildo e ci apprestavamo a fare shopping. Entrammo in un negozio di souvenir dove ci accolse una signora ingioiellata, evidentemente molto agiata, capelli tinti e tailleur molto europeo. Sorridendo ci disse che potevamo guardare il negozio con calma, che avremmo trovato sicuramente cose carine. In effetti gli scaffali straripavano di oggetti di fattura india: flauti di pan, queñas, charagos, ponchos, mate y bombillas.... tutto l'armamentario per far bella figura al ritorno in Italia strappando tanti begli "oooooh". Ricordo bene il cambio di tono nella voce della "Señora". Di colpo gelido. Mi voltai e vidi un vecchio Indio con un sacco sulle spalle. Era un sacco di yuta, grande quasi quanto lui. L'uomo aveva il viso rugoso, il naso adunco e gli occhi nerissimi. Indossava pantaloni molto lisi e un poncho marrone di lana. Il cappello stava sghembo sulla testa, con la falda appoggiata sul sacco. Mormorò una serie di parole che non compresi e appoggiò il sacco. La donna guardò appena il contenuto e sibilò "mil pesos!" Il vecchio divenne supplicante, cercò di insistere, ma la donna gli disse che se non andava bene poteva pure andarsene. Il vecchio ci guardò con uno sguardo che non era odio, non era niente. Era la sconfitta che mi guardava. Lui uscì con i mil pesos e la señora tornò ad essere quella che era prima: una stronzissima donna ricca in una terra non sua. Uscii senza acquistare nulla. Passando guardai nel sacco. C'erano tanti oggetti, fatti a mano, belli. Sicuramente molti giorni di lavoro per una famiglia.

Vidi una tabaccheria e entrai.

- Imparciales, por favor

- Mil pesos señorita

Presi il pacchetto di sigarette e uscii.

 
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I have a dream

Post n°133 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64


"E se il nemico non è piccolo neppure la nostra forza è disprezzabile, poiché i popoli non sono isolati. Come afferma la Seconda Dichiarazione dell'Avana: "Nessun popolo dell'America latina è debole, perché fa parte di una famiglia di duecento milioni di fratelli che soffrono le stesse miserie, sono animati dagli stessi sentimenti, hanno lo stesso nemico, aspirano tutti ad uno stesso destino migliore e godono della solidarietà di tutti gli uomini e le donne del mondo."

"Questa epopea che sta davanti a noi la scriveranno le masse affamate degli indios, dei contadini senza terra, degli operai sfruttati; la scriveranno le masse progressiste, gli intellettuali onesti e brillanti che sono così abbondanti nelle nostre sofferenti terre d'America latina. Lotta di masse e di idee, epopea che sarà portata avanti dai nostri popoli maltrattati e disprezzati dall'imperialismo, i nostri popoli sconosciuti fino ad oggi, che già cominciano a non farlo più dormire. Ci considerava come un gregge impotente e sottomesso e già comincia ad aver timore di questo gregge, gregge gigante di duecento milioni di latinoamericani nei quali il capitalismo monopolistico yankee vede già i suoi affossatori."

"L'ora della sua rivincita, l'ora che essa stessa si è scelta, viene indicata con precisione da un estremo all'altro del continente. Ora questa massa anonima, questa America di colore, scura, taciturna, che canta in tutto il continente con la stessa tristezza e disinganno; ora questa massa è quella che comincia ad entrare definitivamente nella sua storia, comincia a scriverla col suo sangue, comincia a soffrirla e a morire; perché ora per le campagne e per i monti d'America, per le balze delle sue terre, per i suoi piani e le sue foreste, fra la solitudine o il traffico delle città, lungo le coste dei grandi oceani e le rive dei fiumi comincia a scuotersi questo mondo ricco di cuori ardenti, pieni di desiderio di morire per 'quello che è suo,' di conquistare i suoi diritti irrisi per quasi cinquecento anni da questo o da quello. Ora sì la storia dovrà prendere in considerazione i poveri d'America, gli sfruttati e i vilipesi, che hanno deciso di cominciare a scrivere essi stessi, per sempre, la propria storia. Già si vedono, un giorno dopo l'altro, per le strade, a piedi, in marce senza fine di centinaia di chilometri, per arrivare fino agli 'olimpi' dei governanti e riconquistare i loro diritti. Già si vedono, armati di pietre, di bastoni, di machete, dovunque, ogni giorno, occupare le terre, immergere le mani nelle terre che gli appartengono e difenderle con la loro vita; si vedono con i loro cartelli, le loro bandiere, le loro parole d'ordine, fatte correre al vento, per le montagne e lungo le pianure. E quest'onda di commosso rancore, di giustizia reclamati, di diritto calpestato, che comincia a levarsi fra le terre dell'America latina, quest'onda ormai non si fermerà. Essa andrà crescendo col passar dei giorni; perché formata dai più; dalle maggioranze sotto tutti gli aspetti, coloro che accumulano con il loro lavoro le ricchezze, creano i valori, fanno andare le ruote della storia e che ora si svegliano dal lungo sonno di abbrutimento al quale li hanno sottomessi."


Questo diceva Ernesto Guevara l'11 Dicembre 1964 nel suo discorso alle Nazioni Unite.
Avevo 3 mesi. Sono quindi passati più di 41 anni, e non una parola di quelle da lui pronunciate si può dire datata.
Qualcuno si chiede che senso abbiano le bandiere e le magliette rappresentanti il Che. Ecco cosa significano: la lotta è la stessa, il nemico è lo stesso, la speranza è la stessa.


(Foto: Alberto Korda)

 
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Post n°132 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Preso da quotidiana_mente che lo ha preso da alex
 
Un po' di sana pubblicità alla libertà!


 
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"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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