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Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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Messaggi del 21/02/2006

 

Post n°142 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Ci ho messo un poco a tradurre questo articolo di Galeano, giusto il tempo di finire e accorgermi che Il Manifesto lo aveva fatto tre anni fa assai meglio di me. Ma sono orgogliosa e pubblico la mia versione. Per chi volesse leggere qualla del Manifesto cliccate qui . Se invece volete godere di goduria pura e leggervelo in lingua originale, fate un sospirone profondo e cliccate qui

Chi possiede l'acqua? La scimmia che possiede il randello. La scimmia disarmata muore di sete. Questa lezione preistorica apre il film 2001, Odissea nello spazio. Per l'odissea del 2003, il presidente Bush ha fatto un preventivo militare di mille milioni di dollari al giorno. L'industria di armamenti è l'unico investimento degno di fiducia: ci sono argomenti che non si possono ribattere, nel prossimo Summit Mondiale a Johannesburg o in qualsiasi altra conferenza Internazionale.

Le potenze padrone del pianeta ragionano bombardando. Esse sono il potere, un potere geneticamente modificato, un gigantesco Frankenpower che umilia la natura: esercita la libertà di traformare l'aria in lerciume e il diritto di lasciare l'umanità senza una casa; chiama errori i suoi orrori, schiaccia chi si pone sul suo cammino, è sordo agli allarmi e rompe ciò che tocca.

Si innalzano i mari, e le terre basse restano per sempre sott'acqua. Questo parrebbe una metafora sullo sviluppo economico del mondo così com'è, invece no: si tratta di una fotografia del mondo così come sarà, in un futuro non troppo lontano, secondo le previsioni degli scienziati consultati dalle Nazioni Unite. Durante gli ultimi due decenni, le profezie degli ecologisti si sono meritate burla o silenzio. Ora gli scienziati danno loro ragione. E il tre di giugno di quest'anno, perfino il presidente Bush non ha potuto evitare di ammettere, per la prima volta, che sarà un disastro se il riscaldamento globale continuerà sul pianeta. Il Vaticano riconosce che Galileo non si era sbagliato, commenta il giornalista Bill McKibben. Però niente è perfetto: allo stesso tempo, Bush annunciava che gli Stati Uniti aumnteranno di un 43% nei prossimi dieci anni, le emissioni di gas che intossicano l'atmosfera. Da punto a capo, lui presiede di un paese di macchine che funzionano mangiando petrolio e vomitando veleno: più di duecento milioni di automobili, e meno male che i neonati non guidano. Alla fine dello scorso anno, in un discorso, Bush esortò alla solidarietà, e fu capace di definirla: "Lascia che i tuoi bambini lavino l'auto del tuo vicino".

La politica energetica del paese leader del mondo è dettata dagli affari terreni, che dicono di obbedire direttamente al cielo. Trasmetteva messaggi divini l'impresa Enron, fallita per truffa, che fu la prima sosteitrice del governo e la principale finanziatrice delle campagne elettorali di Bush e della maggioranza dei senatori. Il gran capo della Enron, Kennet Lay, soleva dire: "Credo in Dio e credo nel mercato". E il suo predecessore aveva un motto simile: "Noi siamo al fianco degli angeli". Gli Stati Uniti praticano il terrorismo ambientale senza il minimo rimorso, come se il Signore avesse loro elargito un certificato di impunità per aver smesso di fumare.

"La natura è molto stanca" scriveva il frate spagnolo Luis Alfonso de Carvallo. Era il 1695. Se ci vedesse ora. Una gran parte della mappa dei Spagna sta restando senza terra. La terra se ne va; e più presto che tardi, entrerà la sabbia dalle fessure delle finestre. Della macchia mediterranea resta in piedi il quindici per cento. Un secolo fa, i boschi coprivano la metà dell'Etiopia, che oggi è un vasto deserto. L'amazonia brasiliana ha perso foreste di dimensioni della Francia. In Centro America, diquesto passo, presto siconteranno gli alberi così come un calvo conta i suoi capelli. L'erosione scaccia i contadini del Messico, che se ne vanno dalla campo o dal paese. Più si degrada la terra, più occorre usare fertilizzanti e pesticidi.Secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità, questi aiuti chimici uccidono tre milioni di agricoltori all'anno. Così come le lingue e le culture, stanno morendo le piante e gli animali. Le specie spariscono al ritmo di tre per ora, secondo il biologo Edward O. Wilson. E non solo per la deforestazione e la contaminazione: la produzione su grande scala, la agricoltura da esportazione e l'uniformarsi dei consumi stanno annichilendo la diversità. Si fa fatica a credere che solo un secolo fa c'eranonelmondo più di cinquecento varietà di lattuge 287 tipi di carote. E 220 varietà di patate, solo in Bolivia.

Si distruggono i boschi, la terra diventa deserto, si avvelenano i fiumi, si sciolgono i ghiacciai ai poli e le nevi sulle alte cime. In molti luoghi la pioggia ha smesso di piovere. E in molti altri piove come se si spalancasse il cielo. Il clima mondiale è pronto per il manicomio. Le innondazioni e le siccità, i cicloni e gli incendi incontrollabili sono sempre meno naturali, benchè i media insistano, contro ogni evidenza, a chiamarli così. E sembra una battuta amara che le Nazioni Unite abbiano chiamato gli anni novanta Decennio Internazionale per la Riduzione dei Disastri Naturali. Riduzione? Questo è stato il decennio più disastroso.Ci sono state ottantasei catastrofi, che hanno provocato cinque volte i morti delle guerre in questo periodo.Quasi tutti, il 96% per essere precisi, sono morti nei paesi poveri, che gli esperti si ostinano a chiamare "paesi in via di sviluppo".

Con devozione e entusiasmo, il sud del mondo copia, e moltiplica, le pegiori abitudini del nord. E dal nord non riceve le virtù, ma il peggio: fa propria la religione nordamericana dell'automobile e il suo disprezzo per il trasporto pubblico, e tutta la mitologia della libertà di mercato e della società consumistica. E il sud così riceve a braccia aperte, le industrie più inquinanti, le più nemiche della natura, in cambio di salari che fanno venire nostalgia della schiavitù. Eppure, ogni abitante del nord consuma, in media, dieci volte in più di petrolio, gas e carbone; e nel sud solo una persona du cento possiede un'auto propria. Golosità e digiuno del menù ambientale: il 75% della contaminazione del mondo proviene dal 25% della popolazione. E in questa minoranza non figurano, ci mancherebbe, i milleduecento milioni che vivono senza acqua potabile, nè il miliardo e cento milioni di persone che ogni notte vanno a dormire conla pancia vuota. Non è "l'umanità" la responsabile dello spreco delle risorse naturali, nè del'imputridimento dell'aria, della terra e dell'acqua. Il potere fa spallucce: quando quersto pianeta smetterà di rendere, mi trasferirò in un altro.

La bellezza è bella se si può vendere e la giustizia è giusta se si può comprare. Il pianeta viene assassinato dal modello di vita, così come siamo paralizzati dalle macchine inventate per accelerare il movimento e ci isolano in città create per l'incontro. Le parole perdono sentimento, mentre perdono i loro colori il mare verde e il cielo azzurro, che erano stati dipinti grazie alla gentilezza delle alghe che hanno rilasciato ossigeno per tre milioni di anni.

Questi luccichii nella notte ci stanno spiando? Le stelle tremano di stupore e di paura. Loro non son riescono a capire come continui a girare, ancora in vita, questo nostro mondo, dedicato con tanto fervore al proprio annientamento. E rabbrividiscono di paura, perchè hanno visto che questo mondo già è pronto ad invadere altre stelle nel cielo.

Eduardo Galeano

Tratto da: Brecha, Montevideo, 16 agosto 2002

(Foto: betulla64 - alba sull'Atlantico)

 
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Post N° 141

Post n°141 pubblicato il 21 Febbraio 2006 da betulla64
 
Tag: Basedow, dap
Foto di betulla64

Ho la sensazione spiacevolissima di aver perso il controllo su tutto.
Non ho più il controllo del mio corpo, che reagisce come impazzito ad ogni minimo stimolo che con naturalezza il mio cervello invia, semplicemente perchè una stupidissima ghiandola ha deciso anarchicamente di non appartenere al corpo che la ospita e quindi di gestirsi da sè.
Non ho più il controllo della mia vita, che viene gestita sadicamente da un me nascosto chissà dove, il quale si diverte da morire a fare i giochetti che fa con Amelie. Io non ho la vasca da bagno su cui vederlo appollaiarsi, ma ne sento la presenza costante.. E' lui che ha il controllo delle mie gambe, del mio cuore, del mio futuro.
Non ho il controllo sulle relazioni. Surrogo qui le amicizie che non so conquistarmi fuori, conscia di quanto sia mutilata la mia vita sociale, dipendendo da una bustina che lampeggia o dall'improvvisa chiusura di un blog su cui magari avevo sperato un po' di più.
Nemmeno sui sentimenti ho il controllo. Sono troppo dipendente da coloro che amo per potermi permettere il lusso di scegliere, così come non ho mai la certezza di essere amata, prevalendo il dubbio di venir compatita.
E' una stanchezza infinita quella che segue a queste incertezze. E' la voglia di rintanarsi in un cantuccio e dire basta a un gioco che non è mai piaciuto ma che ostinatamente mi fanno giocare. Tre pillole sul tavolo, a decidere per me.
Il gioco è semplice: devo solo ingoiarle.

Je ne vais plus pleurer
Je ne vais plus parler
Je me cacherai là
A te regarder
Danser et sourire
Et à t'écouter
Chanter et puis rire

(J. Brel)

 
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 "Laudato sie, mi signore,
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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
 

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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