Creato da betulla64 il 22/12/2005
Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

Blo(g)cco Note

Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
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(Josè Seves)


 
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Messaggi del 15/06/2006

 

Post n°320 pubblicato il 15 Giugno 2006 da betulla64
 

Cambiamo argomento e vediamo se il neurone funziona ancora....

Per tanksgodisfriday



































Lui sarà pure stato un grande matematico,
ma anche riuscire a pubblicare queste foto non è stato uno scherzo...
Mio marito ringrazia
per avergli fornito l'occasione di una gitarella nei parchi cittadini.

 
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Post n°319 pubblicato il 15 Giugno 2006 da betulla64
 
Tag: dap
Foto di betulla64

Mia nipote due minuti fa:

- Zia ma tu sei andata al mercato qualche volta nella tua vita?

- Sì, una volta ci andavo spesso.

Pausa di silenzio

- Ma zia, perchè tu non scendi mai in paese?

- E' complicato piccolina, non so come spiegartelo.

Pausa di silenzio, panico a mille, lacrime che tento di frenare.

- Mah.... Che zia strana che sei !!! Chi ti capisce.....

- ................


 
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Post N° 318

Post n°318 pubblicato il 15 Giugno 2006 da betulla64
Foto di betulla64



Anche io ho un'ombra...

 
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Post n°317 pubblicato il 15 Giugno 2006 da betulla64
 
Foto di betulla64

Io credo negli Gnomi. Lo so, alla mia età dovrei aver smesso da un po', ma nasco in una terra di Masche e Sarvàn, dove la notte di San Giovanni è forse la più sacra dell'anno e dove esiste ancora la vecchia che tiene il libro del Male e sono cresciuta in un luogo che ha molto di incantato e il doppio di fiabesco, dove era normale, da bambini, andare a cercare Gnomi tra le radici dei frassini o spiare i fuochi fatui tremolanti nelle notti estive. Tutto ciò per dire che mi ha rallegrato trovare stamattina sul Corriere, la notizia che il Fronte di liberazione nani da giardino, ha colpito ancora. Ho trovato anche alcuni cenni di storia che copio, incollo e vi propongo.

Corriere della Sera 15 giugno 2006

Anche se la vera diffusione dei nani come ornamenti da giardino avviene nella seconda metà dell'800 in Germania, per poi colonizzare Francia e Inghilterra, la loro origine risale a epoche ben più remote e, in buona parte, rimane avvolta nel mistero.
Esistono diverse ipotesi, raccolte in modo documentato dall'associazione «Mouvement d'Emancipation des Nains de Jardins». Alcune rassomiglianze fisiche fanno pensare ai nani come discendenti del dio egizio Bès, un essere piccolo e tozzo, con orecchie appuntite e un viso caricaturale.
Nell'antico Egitto, questa figura era considerata capace di scacciare il male e simboleggiava potenza sessuale e fecondità. Anche Priapo potrebbe essere considerato come un antenato dei nani da giardino. Questo dio greco-romano, dotato come Bès di una sorprendente virilità, incarnava anch'egli la fecondità e le energie benigne della natura che favoriscono i prodotti della terra.
Da Priapo gli gnomi moderni hanno certamente ereditato la funzione di guardiani dei giardini. Un'altra tesi, che arriva dalla Germania, individua nei nani una moderna raffigurazione dei pigmei impiegati nel Medio Evo nelle miniere turche. Questi erano incaricati di scavare delle gallerie sotterranee per dissotterrare i metalli preziosi e lavorarli sotto terra.
Questi piccoli minatori si vestivano in modo buffo, con dei berretti rossi imbottiti di erba per proteggersi dagli urti e abiti dai colori vivaci per essere facilmente individuabili in caso di frane.
Il loro ruolo era così radicato nella tradizione popolare che alcuni metalli hanno dei tipici nomi da nani: Nickel (Nicola), Wolframio, Cobalto (Kobold). Richard Wagner affidò loro un ruolo nell'Oro del Reno e nel Sigfrido. Essendo a contatto con le potenze degli inferi, questi pigmei furono rapidamente considerati come il simbolo delle forze occulte, dell'ingegnosità e della conoscenza dei tesori nascosti.
Per esorcizzare gli influssi malefici di cui questi esseri ambigui erano portatori, le compagnie che gestivano le miniere fecero confezionare delle statuette con la loro effige che, esportate, conobbero un successo immediato.
Se ne trovano tracce in Germania dove si segnala la prima apparizione «ufficiale» di un nano a giardino nel 1460 nel castello di Weikersheim in Baviera. Qualche anno più tardi arrivarono anche in alcune ville rinascimentali in Italia e uno di loro fu utilizzato per ornare l'ingresso dei giardini di Villa Boboli a Firenze.
Nella metà del XV secolo i nani assumono quindi un altro aspetto. Uscendo dall'ombra e dalle viscere della terra diventano delle statue ornamentali attorno alle quali si sviluppa una attività di produzione artigianale. Nell'800, in Germania, questa produzione cresce notevolmente. Nel 1880 nasce la prima fabbrica tedesca di produzione i nani.



 
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"El bosque precede al ombre
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"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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