Ultimi Commenti
Vasilissaskunk il 02/05/22 alle 11:23 via WEB
quello è un ricordo come tale è elaborato dalla mente ... c'è solo il presente
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Vasilissaskunk il 02/05/22 alle 11:22 via WEB
la sensazione che volevo descrivere è un po quella dello struggimento d'amore ...ecco
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Vasilissaskunk il 02/05/22 alle 11:21 via WEB
mmm ... non colgo dove si veda la punta sulla speranza ... :-) cmq sebbene la speranza si l'ultima a morire... chi visse sperando morì cagando ...almeno così dicono
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ormalibera il 30/04/22 alle 18:19 via WEB
Ma ci sfugge anche quello che è nostro, che è stato nostro. Resta solo il profumo di quel che abbiamo attraversato.
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cassetta2 il 29/04/22 alle 17:29 via WEB
Puntare sulla speranza è come sperare a salve.
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Vasilissaskunk il 26/04/22 alle 08:47 via WEB
ricordati amico il principio di Archimede :-)
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je_est_un_autre il 24/04/22 alle 17:27 via WEB
Che bella dichiarazione d'amore per l'acqua, questa tua. Io, al massimo, potrei fare all'acqua una dichiarazione di resa. Anticipata.
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manu_el1970 il 22/04/22 alle 15:29 via WEB
A certa Umanità manco il diluvio Universale la salverebbe dall'arsura di Spirito...
Una curiosità, ma sai nuotare?
-:))
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manu_el1970 il 22/04/22 alle 15:23 via WEB
In estate sempre....La ringrazio per il suggerimento....-;))
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Vasilissaskunk il 22/04/22 alle 13:47 via WEB
il freddo va abbraciato dia retta a me
;-)
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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Inviato da: cassetta2
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il 01/03/2023 alle 18:18
CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.