Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
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Post n°19 pubblicato il 11 Novembre 2007 da elioliquido
Generalmente Linux è un sistema operativo (il kernel) su cui "gira" un certo numero di programmi. Nella maggior parte dei casi, tutto questo è messo insieme in raccolte, chiamate distribuzioni, che vengono preparate da aziende o gruppi, o singoli appassionati. Il kernel ha tre rami di sviluppo (2.2, 2.4, 2.6), che stanno a Linux un po' come 98, XP, e Vista stanno a Windows. Il due rami più vecchi vengono sviluppati solo per la correzione dei bachi. Le licenze di Linux, e di gran parte del software che ci gira sopra, impongono di lasciare aperto il codice sorgente trovato aperto. In questo modo altri ulteriori sviluppatori avranno la possibilità di studiarlo e modificarlo. Questo induce una certa vivacità nello sviluppo del software, ma anche della sua fruizione. È facoltà dell'utente finale l'utilizzo di programmi maturi, lungamente testati, ripuliti dei bachi; o il provare roba nuova, a rischio di crash o di qualche vulnerabilità. La scelta stessa di quale dei tre rami di sviluppo del kernel rientra in questa facoltà, con questi presupposti. Tra le varie distribuzioni Linux, ve n'è una che è offerta in tre versioni diverse, a seconda del livello di sicurezza. Si tratta di Debian. Le tre versioni sono: la stable, Debian 4.0, il cui attuale nome "in codice" è etch; la testing, il cui attuale nome è lenny, e la unstable, il cui nome è sempre sid (i nomi sono presi dal cartone animato Toys). In pratica, etch è la distribuzione Debian con il software più obsoleto, fra le tre (si tratta comunque generalmente di mesi). Ma è anche quella più stabile, sicura, a minor rischio. Perché il software che usa, dalla versione del kernel a quella di ogni programma che include, è stato usato più a lungo, da più utenti, ed i suoi bachi sono presumibilmente (quasi) tutti venuti a galla. Più nuovo è invece il software di lenny, che ne fa dunque una distribuzione potenzialmente più rischiosa. Ma lenny è comunque candidata a diventare la prossima Debian di riferimento, la prossima stable. La distribuzione d'avant-garde è invece sid, e come tale è anche quella più esposta a crolli. In sid viene inserito software che è stato testato, ma non in misura sufficiente, anche nell'interazione con altro software. Con sid si dispone delle ultime e più recenti chicche, di ciò che nelle intenzioni dovrebbe essere più performante, di ciò che dovrebbe fare le cose meglio. Ma si rischia il crollo del sistema, o intrusioni in esso, o altri problemi, con più facilità. Ecco, penso non ci sia solo Debian, in versione sid. Molte volte lo sono anch'io. E la trovo una cosa del tutto naturale. Ma esisto in tutte e tre le versioni, a seconda di quello che devo fare. Se mi trovassi davanti il pulsante della distruzione del mondo, switcherei in versione etch. Penso che questo valga per molte altre persone. Sarebbe bello vivere perennemente nelle certezze di etch, una versione stable. Ma è uno status che non si raggiungerebbe, se pei meandri dei suoi stessi algoritmi consolidati non si fosse avventurato sid, un certo tempo prima. Al di là del fatto che, per carattere e indole, ci siano persone tendenzialmente più etch, o più lenny, o più sid, in modo magari scompensato, il problema maggiore è che in quest'epoca è il mondo, a parer di esistere solo in versione sid. E per tentare di imbrigliarlo, in certi frangenti, potrebbe occorrere essere più sid di lui. franco |
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