FAJR

Non ho visto primo piano, per cui vado forse slegato rispetto a. Me lo domando anch'io, a che serva. Una volta c'erano un ministro del tesoro e uno delle finanze. A partire da Berlusconi (nel 2001, mi pare), i due ministeri sono stati unificati in quello dell'economia. Trovo che non sia un'iniziativa di cui essere entusiasti, ma solo dal punto di vista teorico. Tesoro e finanze dovrebbero essere "contrapposti", e certo non un unicum. Ma agli effetti pratici è verosimile che questa contrapposizione non sia mai esistita (eccetto che nei casi in cui i due ministri non fossero di due partiti opposti, e quei loro partiti di riferimento esigessero particolari attenzioni per i "loro" dicasteri, ma anche in quei casi, l'oggetto reale del contendere non sarebbe stato quello di stretta pertinenza dei ministeri stessi). Praticamente venivano mantenuti per fare la finta. Poi è arrivato il superministro che tutti conosciamo, il quale voleva per sé tutta la gestione, e il suo capo, che gli vuole bene, gliela concesse. Caduto il tabù dell'accorpamento, anche Prodi ebbe il suo bel ministero unificato. Ora se dobbiamo avere dei ministeri per ministrare è un discorso. Se dobbiamo averli per far scena, forse possiamo anche farne a meno. Per il momento, non sembra che l'attuale ministro abbia molto chiara la ragion d'essere del proprio ministero. A meno che non stia perseguendo un proprio progetto di ampio respiro, volto a ridefinirlo più correttamente (in tal caso l'opera sarebbe "a metà" e non giudicabile).

Ovviamente, nella seconda parte passo alle pari opportunità.

Concordo sulla prima parte della tua riflessione, fino al punto in cui dici che dobbiamo avere dei ministeri per ministrare.
Per lo specifico delle P.O., basterebbe leggere attentamente le sue funzioni e come, soprattutto con il lavoro svolto nel periodo diretto da Laura Balbo, si è provato a rendere trasversale il tema della parità e pari opportunità provando anche a svincolarlo all'originaria unica matrice del rapporto uomo-donna.
Chiaro che se il ministero resta senza portafoglio, affidato a donne più o meno pollastre (dopo la Balbo abbiamo avuto: Belillo, Prestigiacomo, Pollastrini, Carfagna) e in contemporanea si comprime il tema dell'immigrazione a un problema di sicurezza e criminalità, l'intercultura ad eventi di ibridazione musicale e mangereccia, la condizione femminile a un "statevene a casa a cucinare e lavare i panni" (e non disturbate l'omo vostro, anche si vi picchia!)... la tentazione sarebbe quella di chiudere i battenti. Invece, penso che - nonostante le notevoli imperfezioni - fin che c'è almeno la "targa" si può sperare nel mantenimento del tema P.O. in un qualche ordine del giorno governativo, parlamentare e giù giù fino all'ultimo consiglio di circoscrizione. Credo anche che meno si sbandiera come tema a se sante e più si applica come principio trasversale che "in-forma" le politiche tutte, meglio si applicano le P.O. nella vita dei cittadin*, tutt*. Ma questo dipende dall'intelligenza degli individui preposti... maybe.